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Grazia & potenza di Serena Williams

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Quanti hanno fatto meglio?

23. Come i titoli del Grande Slam vinti da Serena Williams che, a Melbourne, ha conquistato il suo ventitreesimo successo negli Slam battendo la sorella Venus. in quella che è stata una finale storica e speciale per tutto il tennis. In onore di questa vittoria numero 23, Nike e Jordan si sono nuovamente unite realizzando una scarpa da basket personalizzata per Serena e caratterizzata dalla presenza sul tacco del famoso numero indossato da Michael.

 La vittoria dell’Australian Open 2017 ha permesso a Serena Williams di scrivere una nuova ed indelebile pagina di storia che consegna la tennista americana alla leggenda dello sport. Con questo trionfo Serena supera definitivamente Steffi Graff, ex regina del tennis e vincitrice di 22 Grande Slam, dimostrando nuovamente come la tenacia e la capacità di non mollare mai possano abbattere muri razziali e periodi negativi.  

Quella di Serena Williams non è una delle storie che lo sport ci sta raccontando e ci ha raccontato, bensì è la storia, unica, saggia e difficilmente paragonabile ad altre. Nonostante ciò, è impossibile non collegare a frammenti di vita di Serena, frammenti di vita di Venus: due sorelle che hanno marchiato la storia dello sport nonostante il razzismo e i pregiudizi che per anni le hanno accompagnate ad ogni match disputato.   

 

Un'afro-americana che parla français

 Serena Williams nasce a Siginaw in Michigan, nel 1981: è la più piccola di cinque sorelle, tre sono sorellastre ed una, Venus, dagli stessi genitori, Richard Williams ed Oracene Price. La madre è stata fin dal principio una delle motivazioni più grandi nella vita di Serena, proprio insieme al padre Richard: la famiglia si trasferì presto a Compton, Los Angeles, dove i due genitori istruirono personalmente al tennis sia Serena che Venus. Quando la sorella più piccola compì nove anni, la famiglia si trasferì nuovamente, questa volta in Florida, dove Serena cominciò, insieme a Venus, a frequentare una accademia di tennis. L’esperienza durò poco, ed in realtà le Williams furono speciali proprio perché grazie agli insegnamenti del padre Richard e al coaching di mamma Price ebbero una educazione alternativa rispetto alle loro “colleghe”, fatta anche di svaghi e di legami familiari, tipici della cultura afroamericana. 

 

Nonostante Serena sia nata negli Stati Uniti si è sempre dimostrata interessata e legata alle sue origini in Africa, grazie anche ai consigli della nonna. Ci è tornata, ed ha scoperto da dove veniva: anche questo è stato il segreto per capire chi voleva essere e quali obiettivi voler raggiungere. The Fader le ha dedicato la copertina del numero di Ottobre/Novembre 2016 dove Serena ha mostrato, ancora una volta, il suo lato umano e la sua capacità di essere determinata ad essere sempre se stessa. “I miei genitori mi hanno sempre detto che per essere il meglio possibile devi conoscere la tua storia. La storia può creare un sacco di conoscenza, e noi abbiamo sempre voluto conoscere le nostre origini". 

Chi conosce un po’ la cultura statunitense sa che difficilmente un americano parla un’altra lingua oltre all’inglese. Serena Williams parla francese e a quanto pare anche discretamente, nonostante lei sostenga che Venus sia molto più fluente di lei. Avere scelto qualche anno fa Patrick Mouratouglu come coach ha sicuramente aiutato Serena, che però ne ha sempre fatta una questione personale, legata alla sua terra, dove la lingua principale è proprio il francese. 

 

Una vincente nata

Potremmo ipoteticamente dividere i successi di Serena seguendo il suo cambio di sponsor, da Puma a Nike, che non è stato per nulla un elemento banale. Puma inizia a sponsorizzare Serena Williams nel 1998: un anno più tardi, a diciassette anni vince il suo primo US Open in singolare battendo in finale Martina Hingis.  

Sarebbe impossibile raccontare tutti i successi ottenuti da Serena Williams in carriera: vincendo l’Australian Open 2017 ha toccato quota 23 slam per un totale di 72 titoli WTA. Ha vinto in singolare l’oro Olimpico a Londra 2012, mentre in doppio oltre ad averne già vinti due, si riconfermò lo stesso anno toccando quota tre ori olimpici in coppia con Venus. 

Il suo primo titolo a Melbourne in singolare lo ottenne nel 2003, sempre contro la sorella Venus: manco a dirlo, fu una lotta al terzo set. Con quella vittoria completò l’impresa di vincere quattro Slam consecutivamente, purtroppo però non nell’anno solare. Per questa ragione vista l’unicità di Serena, fu coniato il termine “Serena Slam”, con il quale si indicano i quattro successi Slam consecutivi. In carriera le riuscirà due volte, tra il 2002 e il 2003 e tra il 2014 e il 2015, anno in cui poi perse la clamorosa semifinale agli US Open contro Roberta Vinci e che chiuse un anno trasformatosi da glorioso ad incubo, durato fino alla finale vinta con rabbia a Wimbledon 2016

 

Nel 2005 oltre a cambiare look cambiò definitivamente anche lo sponsor firmando un ricco contratto e diventando testimonial di successo di Nike. Vinse di nuovo l’Australian Open battendo in finale la sua connazionale e rivale Lindsay Davenport. A 24 anni Serena Williams aveva già vinto 7 Grande Slam in singolo e 6 in doppio con sua sorella: qualcosa di incredibile se si pensa alla storia di Serena e di suo padre Richard in veste di coach a cui va sommata la scomparsa della sorella-amica maggiore solo un anno prima. 

 I problemi e gli infortuni arrivarono come accade nella carriera di tutti gli atleti, ma Serena fu sempre più forte e riuscì a rialzarsi e riconquistare la vetta ATP ad ogni occasione. Fu clamoroso l’episodio di Indian Wells del 2001 quando si dovevano scontrare in semifinale Venus e Serena: la prima ebbe un infortunio nel match precedente e non poté disputare la partita contro la sorella. Serena andò quindi direttamente in finale con la Clijsters: in quell’occasione il pubblico fischiò ed urlò alla Williams e alla sua famiglia con insulti razzisti, accusandoli di aver volutamente truccato il match tra le sorelle toccando livelli di inciviltà raramente visti precedentemente. Per la cronaca, la finale la vinse Serena che decise di non tornarci per un lungo periodo.  

Purtroppo però questo fu solo uno dei tanti episodi che hanno accompagnato Serena durante la sua carriera: negli anni oltre agli insulti razziali, ha ricevuto anche accuse sessiste di ogni genere sopportando l’invidia di molti che non la volevano vedere vincere. Nonostante ciò Serena Williams è sempre riuscita ad andare avanti diventando un esempio da seguire per i molti afro-americani e non, che continuano a vivere condizioni ineguali nel mondo. 

 

Essere se stessi, sempre 

Quello che ha segnato l’intera carriera di Serena è stata la sua capacità di credere in se stessa, ad ogni occasione. Il suo amore per il tennis – e quello di sua sorella – hanno ispirato e condizionato la vita di moltissime persone che hanno trovato qualcosa in cui credere. Il tennis femminile ha visto trionfare delle giocatrici di colore dopo mezzo secolo, considerando che l’ultima fu Althea Gibson nel 1958, riscrivendo la storia e la cultura dello sport. In fondo Serena ha sempre saputo che la pressione è un privilegio per pochi, poiché in pochi sono in grado di sopportarla. 

 

Nonostante viaggi per tutto l’anno, anche Serena Williams riesce ad avere degli svaghi: ha lanciato una sua linea di moda e ama dipingere nel suo tempo libero perché, come mostra il documentario “Serena Williams: la regina del tennis” la aiuta a rilassarsi e scaricare lo stress giornaliero. Allo stesso tempo ama ballare ed è una grande amica di Drake e Beyoncè: con quest’ultima ha girato il video di Lemonade in cui dimostra tutte le sue abilità anche fuori dal campo da tennis. 

Il padre Richard invece ha scritto un libro, e come biasimarlo, intitolato “Black & White: The Way I See It”, dove ha raccontato cosa abbiano dovuto affrontare le sorelle per raggiungere la vetta del tennis. In un passaggio il padre racconta di quando assoldava i giovani bianchi fuori dalle scuole per portarli a vedere le sorelle allenarsi, e pagarli per insultarle con i peggiori epiteti, razziali e non, possibili. Con quegli allenamenti Serena è riuscita ad affrontare e superare ciò che in molti usano per difendersi, ovvero l’insulto: la maturità acquistata negli anni non ha fatto altro che forgiare un carattere unico. 

A proposito di unicità, Serena Williams è una delle poche che tiene davvero molto alla sua privacy nonostante l’immensa popolarità. Il mese scorso ha messo a tacere tutti i gossip pubblicando una foto in cui annunciava il suo matrimonio con il co-fondatore di Reddit, dimostrando come la sua vita stia prendendo una direzione molto importante. E’ diventata un’icona mondiale, nonostante sia una tennista di colore, in uno sport da sempre riservato ai bianchi: ha dato fastidio a molti, ma ha anche dato speranza a tanti. A 35 anni si sente definitivamente un esempio ed una ispirazione per gli altri, come dimostrato recentemente di fronte alla stampa: durante lo scorso Wimbledon infatti, le è stato chiesto se si sentisse una delle più grandi atlete donna di sempre. La risposta è stata perfetta: “Preferisco la parola ‘una tra i più Grandi atleti di tutti i tempi’” zittendo chi da sempre da meno valore ai suoi successi in quanto donna. Nel 2015 è stata nominata atleta dell’anno da Sports Illustrated, una riconoscenza destinata a pochi. 

 

Difficilmente Serena Williams abbandonerà il tennis a breve – e ne siamo felici, molto -  anche se le manca davvero poco per eguagliare Margaret Court a quota 24 Slam, che con ogni probabilità raggiungerà già in questa stagione cominciata con un successo.  

Serena è giustamente paragonabile a sportivi che hanno scritto la storia come Michael Jordan e Muhammed Ali, tutti dotati di quella capacità di rialzarsi ad ogni sconfitta. Non a caso la poesia preferita di Serena Williams è “Still I Rise” scritta da Maya Angelou che narra proprio la capacità di rialzarsi e di non mollare mai degli afro-americani davanti alle differenze sociali. Proprio come accaduto nella storia di Serena Williams.  

 

“You may write me down in history

With your bitter, twisted lies,

You may trod me in the very dirt

But still, like dust, I’ll rise.”  

 

N.B: Si consiglia per gli appassionati e non, la visione de ”I Signori del Tennis: Serena Williams”. Ispirante.