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VGP meets Dark Polo Gang

16 Dicembre @ Orion Live Club, Roma

VGP meets Dark Polo Gang 16 Dicembre @ Orion Live Club, Roma
Fotografo
Any Okolie

Sappiate che se volete proseguire questa lettura, tutto quello che troverete è frutto di una piskelletta dark super fan, che prova ad essere obiettiva, ma poi si scioglie ad un sorriso accennato del duro Nicolò o ad un bascino da lontano di Umberto Spezzacuori.

Circa sette mesi fa il momento più critico della mia relazione di coppia. Mattina ore 10, hangover pieno, esco dalla doccia, e per la millesima volta in due giorni il mio ragazzo mette in loop dei ragazzini romani che cantano di fare buste con pagine di riviste. Black out mentale, ho spaccato il suo Geneva a terra, e l’ho insultato fino far scendere i vicini preoccupati dalle urla - non più delle altre volte comunque.

Sette mesi dopo sono in prima fila all’Orion, locale vicino Roma, a saltare e gridare a squarciagola i loro pezzi come mai prima; anzi si, come solo facevo con i miei teen idol Nick e Brian dei Backstreet Boys. “DPG Siamo i Gazzosa” canta Side in DM, loro non me li sono mai cagati, mentre la DPG è la mia boyband preferita del momento. 


Se scrivete su Google “Cos’è la Dark Polo Gang troverete le più svariate interpretazioni possibili, e come succede per ogni fenomeno sociale/culturale, qualcuno ha già espresso la posizione che più si adatta al vostro pensiero. Non voglio quindi riscrivere solamente meglio quello che già trovate in giro (rime chiuse/non chiuse, testi e droghe, famiglie ricche o povere, mazzette di soldi, insulti, scuse, ecc ecc) , ma proverò a raccontarvi i ragazzi, la gang, e l’esperienza della Dark Night da insider e non da inquisitore di un tribunale.

Arrivo nel locale e trovo la gang “allargata” nel backstage. E’ bellissimo vedere come il gruppo non è formato da sole 4 persone, ma da un collettivo di amici/professionisti, con diversi ruoli, che si impegna da mattina a sera per raggiungere obiettivi comuni. Partendo da Alessandro, manager in erba e videomaker, continuando con i due ragazzi (Dark.tmd & Whetshine) che curano tutto il merchandising,  per finire con l’asso nella manica di quel mostro di produttore di Sick Luke che ad oggi, insieme a Charlie Charles, a mio modestissimo parere, è quanto di meglio si possa trovare in Italia.

Siamo quasi in millecinquecento, un’ora e mezza di musica no stop, fan sfegatati in subbuglio, e alcuni degli artisti più importanti della scena Trap italiana a supportare la serata – SferaTedua ed EnzoDong in primis.


Tutti gli ingredienti per dire davvero che con il giorno 16 dicembre si è concluso il fenomeno underground di 4 amici che cantano crack cocaina, ed è nato il gruppo che sicuramente ha il potenziale per riscrivere le regole del music business del quasi 2020. Affermazione importante che accompagno però citando Umberto in un’intervista su Rai 2: “Se noi diciamo che una cosa è figa, è figa e basta. Poi il giorno dopo può essere che diciamo che è una merda, tutto può cambiare” – il concetto di coerenza 2.0 che promuovo in pieno e faccio mio.

Nel backstage ho l’occasione di stare un po’ con in ragazzi e fargli qualche domanda; tra un saluto alla mamma di Umberto, due chiacchere con il papa di Arturo, sorrisoni con le sorelline di entrambi ed un Duke Montana più emozionato che al suo primo live, mi sembra quasi la recita di classe di fine anno e in un certo senso lo è: la consacrazione dopo un anno di lavoro, e l’inizio di un periodo di maturità a cui non si può scappare.

Prima di salire sul palco la tensione è tanta quasi come la nebbia di fumo che circonda il backstage; “siamo stanchi, provati dai continui spostamenti, non siamo ancora abituati alla vita in tour” dice Arturo vicino ad un Dylan febbricitante e concentrato. “Ma la tensione si trasforma sempre in adrenalina per noi. Sei mesi fa a Roma avevano fatto 300 persone, ora 1500. Chiaramente le aspettative si alzano. Per la prima volta finalmente anche i nostri genitori hanno capito cosa facciamo “ ridacchia Umberto mentre interviene nella conversazione.


Un tema forte è sempre il mondo social che gli gira intorno. Dylan: “I ragazzi che ci seguono sono piu’ che fan, quasi tifosi, il bello è che come per le tifoserie calcistiche, loro sono veramente fedeli in maniera estrema, questa cosa non smette di stupirmi giorno dopo giorno, ed è fantastica”.

Siamo ragazzi de core, spontanei e veri. Abbiamo avuto un exploit che non ci aspettavamo e solo ora ci stiamo rendendo conto del potere mediatico nelle nostre mani. Continuiamo ad essere spontanei, ma ora sappiamo che tutto quello che succede ha una risonanza a volte inaspettata, per questo ci stiamo impegnando tutti ad essere più maturi. Questo vale anche per i testi e la musica che facciamo”. 

La gang parla di musica, in maniera anche accurata e colta, ma si rende perfettamente conto che in questo momento è solamente una parte della loro popolarità “Si sono costruiti un’immagine che rimane fedele alla loro persona. Han fatto da subito tanti video, mettendosi in mostra e attirando l’attenzione, non solo sulla loro musica, ma anche attraverso l’abbigliamento, la moda, la loro città e le loro inclinazioni, costruendo, in maniera spontanea, profili totalmente diversi ed unici.” ci spiega Alessandro che li ha visti ed aiutati a sbocciare.

Non entro troppo in merito del concerto perché già mi sto dilungando troppo, ma quando è partita Sportswear pensavo davvero che il locale cadesse giù. Ma poi ho pensato che ci sarebbe stato il principe Pyrex a salvarmi e mi sono subito tranquillizzata.

A fine concerto si legge negli occhi di tutti gran soddisfazione e finalmente sorrisi meno tirati e preoccupati.

Meritato divertimento all’ after organizzato insieme ai Touch the Wood al Goa dove scambio le ultime battute con Umberto e con Duke Montana.


Al primo chiedo del perché tutte queste palme al collo e tatuate “Da quando ho 16 anni, ho praticamente vissuto da solo e mia madre mi aveva lasciato due palme di Mario Schifano. Sono diventate un simbolo di casa e quindi rimaste nel cuore. Adoro la sua interpretazione dell’arte”.

Vado via dopo aver fatto i complimenti a Duke per il talento del figlio; una delle immagini più belle della serata sono sicuramente i suoi occhi colmi di gioia mentre parla di Luke e di come lui, insieme ad un alieno (Side), uno spezzacuori (Wayne), un principe (Pyrex) ed un boxeur (Tony) si stanno impegnando per lasciare qualcosa in più di un ritornello orecchiabile o un gossip da Facebook.

E’ spettacolo. I ragazzi fanno un genere ben preciso. Piaccia o non piaccia.

Se condannate i registi di film horror perché nei loro film si vede sangue e teste mozzate, allora potete continuare a condannare i ragazzi perché parlano di soldi e droghe. “E’ tutto vero” (come canta Gianni Bismark anche lui sul palco dell’Orion ed in fresca uscita del suo primo mixtape “Sesto Senso”) come il fatto che a breve la Dark Polo Gang farà ritorno nel loro pianeta di origine per prendersi una pausa e tornare a Monti più carichi che mai.

Interview by Valentina Pegorer