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A tu per tu con LeBron James

Fotoreportage di una giornata passata insieme al King a Parigi

A tu per tu con LeBron James Fotoreportage di una giornata passata insieme al King a Parigi
Fotografo
Filippo D'Asaro

La scritta More Than an Athlete campeggia sul playground bianco rosso e nero, sul quale LeBron James con il sorriso sulle labbra si sta allenando insieme a una mandria di bambini urlanti. Il Re serve assist, firma qualche autografo e firma il muro del playground che la sua fondazione ha regalato ad una delle scuole di Bagnolet, periferia di Parigi dove il Re ha portato la More than an athlete Summer Academy. Il progetto è collegato alla I promise school che ha inaugurato nella sua città natale (Akron, in Ohio) e mira a offrire aiuto e luoghi di aggregazioni a bambini e giovani che vivono in aree disagiate. 

Nel pomeriggio ci spostiamo dal playground allo showroom Nike, non lontano dall’Arco di Trionfo, per chiacchierare insieme ai designer Jason Petrie e Tim Gobet della nuova linea che Nike porterà sui parquet NBA a partire dal prossimo campionato. A metà del talk, non annunciato, The Choosen One entra nella stanza e si siede accanto ai due designer a circa 50 cm dalla mia faccia. LeBron James è una di quelle persone con un'aura: quando entra dentro una stanza l'atmosfera cambia e sono sicuro che l'effetto sarebbe lo stesso anche se non fosse il più bravo giocatore di basket in attività oltre che una superstar dello sport mondiale. Per quindici minuti ha parlato (mangiadosi delle caramelle gommose rosse) delle ispirazioni dietro la nuova scarpa - la sua famiglia, le donne afroamericane e la sua scuola di Akron - e della sua legacy. Una frase che mi ha colpito particolarmente nel suo breve discorso riguardava i suoi progetti di beneficenza e la sua scuola: "So da dove vengo, so chi sono, mi sento a mio agio con il mio passato e per questo voglio essere una piattaforma per chi non ha i mezzi o la voce per farsi sentire".
Lo ha detto con una voce ferma e tranquilla, lo sguardo nascosto dietro alla visiera del capello come se volesse nascondere un po' di più se stesso e mostrare più il More e meno l'Athlete.

"Il domani non vi promette niente, l’avvenire è di chi s’attrezza fin d’ora per farcela. Perché un sogno senza sforzo non è che una speranza senza futuro. E allora bisogna darsi da fare, sudare, lavorare duro e ricominciare tutto da capo. Il domani è lontano, ma il futuro siete voi. Non aspettate ancora, siate gli artefici del vostro destino. Che voi proveniate da Akron, da Parigi o da Bagnolet, il successo è nelle vostre mani"

La scritta dipinta sul playground di Bagnolet