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From China with Love - Hong Kong

What's going on?

From China with Love - Hong Kong What's going on?

E' l'alba del “circo” della moda milanese come lo definisce Suzy Menkes. Blogger, editor e social climber si affrontano testa a testa per conquistarsi l'attenzione del 2.0, altri si affannano per non entrare ad una sfilata, piantonando tutti gli ingressi, sperando di poter, un giorno, vedere “Valentino” inconsapevoli che di Valentino è rimasto solo il ricordo. Cerco consolazione guardando le foto dell'esclusivo "fashion" show di Yamamay e della presentazione di Rihanna for River Island, che “stranamente” non compaiono su style.com. Googlando con aria ebete e intontita dai grassi saturi dei Mc menu delivery large fries a ¥ 25.50 ( circa 3euro ), inciampo per caso sul sito di una compagnia low-cost Cinese che promette di regalarmi il viaggio perfetto per i miei standard a soli 180 euro. Subito, percepisco la forte contaminazione tra l'eredità british della precedente amministrazione e la megalomania Cinese; grattacieli a perdita d'occhio invadono l'incredibile vegetazione tropicale, bus double deck sfrecciano nel flusso dei taxi che hanno conservato i prezzi londinesi, una corsa tanto amara quanto mozzafiato.

Emerge dalla profonda oscurità della baia la scenografia inaspettata e sfavillante delle luci di uno dei più potenti distretti finanziari dell' Asia: Hong Kong. Milioni di minuscole finestre creano l'illusione di un cielo stellato alla George Lucas.

In sole 24 ore ad Hong Kong riesco a depennare un'altro parco Disney del mondo, una sessione liberatoria di parolacce sulle montagne russe, godermi lo spettacolo della baia e sopportare l'ennesima umiliazione di fronte ad un'economia in corsa, aliena da me che sono figlio dell'economia di Silvio. Non riesco ad addormentarmi, la città trasuda adrenalina, esco sulla terrazza del 26° piano del Harbourview hotel, mi fermo a riflettere su questa massa informe, i Cinesi, un popolo che se la storia aveva recluso in un angolo, sono invece riusciti ad espandersi verso il cielo più di quanto noi siamo riusciti ad osservare nel profondo delle nostre potenzialità. Sono consapevole di aver lasciato il paese nelle mani di qualcuno a cui si dovrebbe raddoppiare la razione giornaliera di Pillole, ma voglio continuare a pensare, che proprio come per i cinesi, la storia ci sorprenderà. Per alimentare il sogno, sono costretto a viaggiare in paesi lontani, per poi scoprire che altri come me vivono in comunità di sognatori. Occidentali pronti a non fermarsi e percorrere il loro cammino. Hong Kong è sempre in onda, non si spegne mai, locali, alberghi 5 stelle lusso, civiltà, 30% di sconto (TAX FREE), design, moda, glamour, architetture futuristiche, ristoranti, tutti elementi di un solo sogno. Quando sento risuonare nelle vie di Lang Kwai Fong la musica ad altissimo volume di Harlem shake di Azealia, non c'è più molto da dire, abbandono i pensieri e godo a pieno di quei momenti guadagnati con tante rinunce. Torno in albergo, pochi minuti per prendere un Taxi, un indecoroso show con noodls e ramen, ignorando il bon ton e sono pronto a cambiare isola ed abbandonare temporaneamente il celeste impero.