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Come 'Skam Italia' è diventata la serie della fine quarantena

Breve analisi del successo dell'ultima stagione

Come 'Skam Italia' è diventata la serie della fine quarantena Breve analisi del successo dell'ultima stagione

Fino a pochi mesi fa, Skam Italia era una serie senza futuro. Nata come webserie sulla Generazione Z e diventata in breve tempo un cult fra i teenager italiani, nonostante il successo delle prime tre stagioni TIMvision (da cui è stata inizialmente prodotta e distribuita) aveva deciso di cancellarla. Se non fosse che, verso la fine del 2019, Netflix ne ha acquistato i diritti e il 1 gennaio 2020 l’ha caricata sulla sua piattaforma. Ci sono voluti qualche settimana e un lockdown, ma  il suo “buon viaggio” (un piccolo easter egg per chi l’ha già vista) è andato avanti raccogliendo un pubblico sempre più ampio, fino a che è diventata virale: un must-watch, una di quelle serie da non perdersi, un po’ come di recente è capitato con Normal People su Hulu.

Da venerdì scorso sono disponibili anche tutti e 10 gli episodi della quarta (e ultima) stagione. La risposta del pubblico è stata enorme: per tutto il weekend sui social non si sono viste altro che foto della serie, citazioni “out of context” e celebrazioni di ogni sorta, mentre i giornali hanno gridato al capolavoro con titoli sulla falsa riga di: “Skam Italia è troppo bella per essere vera”. Insomma, nonostante la serie sia in circolazione dal 2018, solo nell’ultimo weekend sembra diventata la preferita di tutti gli italiani. Il merito è sicuramente anche di Netflix, ma non solo.

 

I contenuti extra

Remake del format norvegese Skam (letteralmente “vergogna”) esportato in diversi Paesi tra cui Francia, Spagna, ma anche Australia e Cina, la serie è arrivata in Italia nel 2018, adattata da Ludovico Bessegato e prodotta da TIMvision in collaborazione con Cross Productions. La trama si potrebbe riassumere in un semplice: essere adolescenti banali in un banale liceo di Roma, senza particolare interesse per le classi medio-alte che piacciono tanto alla tv, né per i disagi dei quartieri popolari. Ma il progetto era ambizioso: seguendo l’esempio della versione originale, la sua natura è stata fin da subito interattiva e legata ai social. Fatta eccezione per la quarta stagione, limitata dai disagi dovuti al COVID-19, ogni episodio è stato accompagnato da diversi contenuti extra: in primo luogo le clip pubblicate quotidianamente sul sito web, che una volta unite compongono l’episodio settimanale; quindi una chat su Whatsapp a cui si potevano iscrivere tutti i fan; infine, i post sui profili Instagram dei personaggi.

Per fare un esempio: se nella prima puntata della seconda stagione si vede che la notte del 6 ottobre 2018 Giovanni (Ludovico Tersigni, di recente protagonista di Summertime), Martino (Federico Cesari), Elia (Francesco Centorame) e Luchino (Nicholas Zerbini) sono tornati a casa in pullman, sull’Instagram di Giovanni (@garau.giogio) il 6 ottobre 2018 è stato pubblicato un selfie fittizio scattato proprio quella notte sul bus.

 

Non è l'ennesimo teen drama

Skam Italia non è l’ennesimo teen drama, ma una serie fatta di errori e difetti. In una parola: di realtà. I protagonisti hanno i brufoli, si vestono male (come un po’ tutti i personaggi delle serie tv italiane), vengono rimbalzati ai diciottesimi dei loro compagni più grandi e si fanno un sacco di paranoie (e cantano pure Calcutta). Tutto quello che succede in Skam è plausibile. La serie affonda i suoi artigli nella rappresentazione realistica della Generazione Z, fatta anche di logiche virtuali e di social network (mai stati così precisi sul piccolo schermo), riuscendo ad abbracciare anche lo stile di vita dei Millennial che avranno pure trent’anni, ma vivono ancora con l’emotività di un adolescente.

 

Inclusione

Ultimi, ma non per importanza, nel corso delle sue quattro stagioni Skam Italia ha affrontato alcuni dei temi chiave della contemporaneità: il coming out, lo slut shaming, la malattia mentale e il baratro culturale dettato da una fede religiosa diversa, solo per citarne alcuni. E lo ha fatto senza perdere i suoi principi: grazie a un tono allo stesso tempo leggero e impegnato, ha evitato i moralismi e la retorica, promuovendo un atteggiamento inclusivo e una visione del mondo vicina a quella degli adolescenti “veri”.

 

Per tutti questi motivi, Netflix ha avuto fin da subito il sostegno di una delle community più attive e fedeli che la tv italiana abbia mai visto, scatenata su Instagram ma soprattutto su Twitter. Insieme alla passione sfrenata del suo autore, che ha continuato a scrivere e a mantenere il rapporto con gli attori (oggi tra i più importanti della nuova generazione del cinema italiano), la quarta stagione è diventata una missione condivisa insieme a tutti i fan. Una missione che, dopotutto, sembra compiuta.