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Riz Ahmed: il cinema, la Brexit e l'Islam

L'attore e attivista ha appena pubblicato il suo ultimo progetto, un LP e un cortometraggio anti-razzista

Riz Ahmed: il cinema, la Brexit e l'Islam L'attore e attivista ha appena pubblicato il suo ultimo progetto, un LP e un cortometraggio anti-razzista
Riz Ahmed on the cover of Esquire Italy, January, 2020
Riz Ahmed & Tom Hardy
Swet Shop Boys

Questi ultimi dodici mesi sono stati la svolta per Riz Ahmed. È appena tornato dal Festival del Cinema di Berlino, dove ha presentato il film Mogul Mowgli, scritto e interpretato da lui, e nel frattempo ha anche fatto uscire un EP: The Long Goodbye, un breakup album che racconta con amarezza la sua separazione dall’Inghilterra, affrontando il tema della Brexit e denunciando la xenofobia che ancora sopravvive tra gli inglesi. L’album ha un forte contenuto politico, contiene alcuni interlude di Mahershala Ali, Mindy Kaling e dell’attivista Yara Shahidi e arriva insieme a un cortometraggio anti-razzista scritto da Ahmed in persona. Un vero progetto artistico a tutto tondo. 

Per molti, l’attore, autore e musicista inglese, visto anche seduto nel front-row della sfilata Menswear FW20 di Prada, è il protagonista di The Night Of, la miniserie che nel 2017 gli ha fatto vincere l’Emmy come il miglior attore per una miniserie o film TV, il primo consegnato a un attore musulmano. Altri lo hanno visto nell’ultimo capitolo della saga di Jason Bourne, in The Nightcrawler – Lo sciacallo, nei panni del villain in Venom o in Rogue One: A Star Wars Story, altri ancora se lo ricordano per il ruolo di guest-star nell’ultima stagione di Girls di Lena Dunham – ruolo che gli ha fruttato il suo secondo Emmy

Per  molti il suo viso è ancora sconosciuto – Burberry incluso che, in un infelice tweet del 2017, lo confuse con Dev Patel. Figlio di immigrati musulmani pakistani, Ahmed è nato e cresciuto a Wembley, in Inghilterra. La sua è una storia come tante: 

Fin da quando ero un bambino ho dovuto interpretare diversi personaggi, trovare un punto d’incontro tra le aspettative di una famiglia pakistana, la mia educazione di ragazzetto metà inglese e metà asiatico e il fatto che avessi una borsa di studio per una scuola privata. La mia identità è sempre stata versatile.

Le sue origini, Ahmed non le ha mai dimenticate. “Le audizioni mi hanno insegnato a superare i controlli all’aeroporto”, disse una volta con ironia (ma non troppa). Esordì nel 2006 con The Road to Guantanamo di Michael Winterbottom, un film-documentario sulla storia vera di tre giovani inglesi catturati in Afghanistan perché ritenuti a torto militanti di Al-Qaeda. Il film vinse l’Orso d’argento a Berlino, ma i festeggiamenti durarono poco: tornando a Londra, Ahmed e altri tre attori furono fermati all’aeroporto e interrogati per più di un’ora. “Sei diventato un attore per diffondere la fede musulmana?” gli chiesero. L’episodio divenne l’innesco del suo ruolo di attivismo politico. Grazie al suo impegno, è diventato in breve tempo uno dei protagonisti del cinema indipendentemente inglese, con titoli come Four Lions di Chris Morris e Il fondamentalista riluttante di Mira Nair, che aprì la Mostra del Cinema di Venezia nel 2012. 

Riz Ahmed on the cover of Esquire Italy, January, 2020

Dopo alcune delusioni in patria e audizioni andate male, Ahmed si è trasferito a Hollywood. E anche se al suo atterraggio a New York si è riproposta una scena simile a quello che gli era successo a Londra (“Fuck” pensò, “Niente Hollywood per me. Non sarei mai diventato Brad Pitt. Ma che dico, non sarei mai diventato nemmeno Apu de I Simpson), da quel momento ne ha fatta di strada. The Long Goodbye non è il suo esordio nella musica: nel 2006 ha debuttato con il singolo rap Post 9/11 Blues (censurato da molte radio inglesi a causa del testo “politicamente sensibile”); nel 2014 ha fondato insieme a Heems il duo hip hop Sweat Shop Boys e il suo primo cortometraggio da regista, Daytimer, ha conquistato il Sundance Film Festival. I suoi sforzi non si sono svolti solo nel mondo dello spettacolo: nel 2017 ha infatti pubblicato un suo saggio nel libro The Good Immigrant. 

Riz Ahmed & Tom Hardy

Il suo impatto è stato così forte che nel 2018 una coppia di dottori inglesi, ispirata dal suo discorso sull’integrazione alla House of Commons, ha elaborato un test per valutare la rappresentazione dei musulmani sia al cinema che in televisione: un tentativo di combattere l’islamofobia e di stimolare il discorso sull’argomento. La sua public persona è chiara: è un attore-attivista, attivissimo su Twitter ma dai toni sempre pacati ed eleganti. Le sue apparizioni sul red carpet sono selezionate con cura, così come i suoi outfit, sul confine fra il classico e la celebrazione della propria identità culturale. Tra i suoi designer preferiti ci sono Prada Dior, ma ama anche sostenere giovani talenti creativi, come dimostra la sua presenza a diversi eventi del British Fashion CouncilHo sempre pensato che la moda fosse un mondo pieno di persone creative fastidiosamente belle ed eleganti – e avevo ragione

Swet Shop Boys

La sua arte non risparmia nessuno. Come ha scritto nel suo saggio Typecast as a terrorist:

Non sto mettendo in dubbio le mie origini inglesi, ma il punto è che ci sono ancora alcuni inglesi che potrebbero farlo. 

A pochi mesi dall’elezione del Primo ministro del Regno Unito Boris Johnson e nel pieno del mandato del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il corto che accompagna The Long Goodbye è davvero potente: Ahmed immagina una società governata da estremisti razzisti che irrompono nelle case degli stranieri e li giustiziano senza indugio. In chiusura, un breve poema: Where Are You From, lo stesso che apre il disco:

They ever ask you / Where you from? Like, "Where you really from?" / The question seems simple, but the answer's kinda long.

L'obiettivo dell'impegno di Riz Ahmed è insomma arrivare a un momento in cui non dovrà interpretare per forza uno stereotipo, ma un ruolo slegato dalla sua etnia:

Un personaggio che potrebbe anche chiamarsi Dave […] quando la tua faccia parla prima della tua bocca, sei un significante prima ancora di essere una persona.

Nonostante il successo, a quell'obiettivo non ci è ancora arrivato. Oggi sarà anche una star, ma in aeroporto viene ancora fermato. Non perché la gente non sappia chi sia, ma semplicemente perché è difficile sconfiggere un intero sistema. Per questo ha cambiato prospettiva: forse non sono state le audizioni a insegnargli come sopravvivere ai controlli in aeroporto, ma sono stati proprio i controlli a insegnargli come avere successo alle audizioni.

Il cortometraggio The Long Goodbye è disponibile su YouTube, mentre l'album è disponibile su Spotify e si può acquistare insieme al merchandising al sito thelonggoodbye.co.uk