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Casa Mollino: l’eccentrico rifugio segreto dell’artista Carlo Mollino

Una casa-museo da riscoprire nel cuore di Torino

Casa Mollino: l’eccentrico rifugio segreto dell’artista Carlo Mollino Una casa-museo da riscoprire nel cuore di Torino

Ci sono persone difficili da descrivere, dotate di una creatività debordante, ramificata, impossibile da contenere e incasellare. Carlo Mollino è una di queste. Artista eclettico, è stato fotografo, grafico, ingegnere, scenografo, grande sportivo, pilota di aerei, maestro di sci e inventore di auto e, a partire dagli anni ‘40, architetto e designer d’arredi. Nacque a Torino nel 1905, figlio unico dell'ingegnere Eugenio Mollino e presto iniziò a dare vita alle sue ossessioni: la montagna, la velocità, il movimento, il corpo e le forme femminili.

Questi elementi animano ogni aspetto della sua estetica, ogni suo progetto: dal Bisiluro Damolnar, auto da competizione con cui supera la selezione della 24 Ore di Le Mans, alla Casa del Sole a Cervinia; dal nuovo Teatro Regio di Torino al tavolo Arabesco; dalla sedia Gaudì alla sedia Agra per la Casa Cattaneo, disegnata per Apelli & Varesio nel 1949; dalla lampada Cadma alla poltrona Gilda. Sono letti, chaise-longue, poltrone, armadietti che sembrano vere e proprie sculture in movimento, pezzi unici esposti nei più importanti musei del mondo come il Victoria and Albert di Londra o il Brooklyn Museum di New York.   

A lungo dimenticato, negli ultimi anni Mollino è tornato al centro della scena artistica per la sua ampia raccolta di polaroid, scatti osè che ritraggono donne seminude in pose languide, fra stoffe, accessori eclettici e mobili da lui disegnati. Un tesoro nascosto, custodito dentro anonime buste bianche, riposte in un mobile antico e riemerse casualmente. Queste donne, vestite e truccate dallo stesso Carlo con abiti che personalmente sceglieva e teneva in casa, sono più di semplici incarnazioni di erotismo e feticismo, sono una sorta di ushabti, piccole statuette che il faraone faceva preparare e collocare nella cripta della piramide, perché lo accompagnassero nel passaggio verso la vita ultraterrena. Sebbene la maggioranza delle duemila Polaroid furono scattate a Villa Zaira, in collina, è facile riconoscere sullo sfondo gli scorci di Casa Mollino

L’eclettico artista visse tutta la vita nella casa di famiglia a Rivoli, ma alla morte del padre ereditò un piccolo appartamento nel centro di Torino, in un villino di fine Ottocento. Qui, in questa abitazione in via Napione 2, tra piazza Vittorio Veneto e il Po, ha messo in scena la sua piramide privata. Pare, infatti, che tra il 1960 e il 1968 abbia trascorso il tempo progettando ogni dettaglio, ispirandosi alla tomba che l’architetto egizio Kha, al servizio del faraone Amenothep III, fece realizzare nel XIV secolo a.C. per sé e per sua moglie Merit. Si tratta di un rifugio segreto, sconosciuto persino ai suoi amici più intimi come Carol Rama che viveva sulla stessa strada, popolato da manufatti di ogni sorta. Le stanze sono sature di un mix’n match che ricorda più una negozio bric-à-brac che una casa. Non è, quindi, forse un caso che Mollino non abbia trascorso qui nemmeno una notte (si dice che non abbia nemmeno mai aperto le finestre). In questa wunderkammer labirintica convivono pareti leopardate, maioliche arabescate,  tappeti zebrati, superfici specchiate e riflettenti, sculture e sedie ispirate al corpo femminile, tessuti e tendaggi damascati, caminetti, carta da parati a tema bosco, poltroncine di raso rosso, divani neri, una sala da pranzo modernissima eppure con sedie Tulip e chaise-longue d’antan. Molti sono i riferimenti simbolici occulti legati alla agli antichi Egizi: dal letto ottocentesco a forma di barca al tavolo ovale che ricorda un monumento funerario, fino alla parete ricoperta di farfalle colorate, simbolo della donna e della rinascita dopo la morte. 

Dopo la morte di Carlo, il 23 agosto 1973. Casa Mollino passò a un ingegnere torinese, che ne fece il suo studio, vendendo tutti i mobili. Fortunatamente, nel 1999, fu acquistata da Fulvio e Napoleone Ferrari (autori del libro Carlo Mollino. Polaroids. Ediz. illustrata) che, basandosi sull’inventario fatto all'epoca per lo Stato italiano, hanno rintracciato tutti i vari arredi e li hanno riposizionati. Oggi l’appartamento è diventato museo visitabile su appuntamento.

Museo Casa Mollino

INDIRIZZO: Via Giovanni Francesco Napione 2

E-MAIL: [email protected]

TELEFONO: 011 8129868

APERTURA: Visite solo su appuntamento.

COSTO: €30 a persona per la visita guidata (max 5 persone per volta).