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Il Cocoricò chiude per sempre

Il club simbolo della movida italiana sprofonda nei debiti

Il Cocoricò chiude per sempre Il club simbolo della movida italiana sprofonda nei debiti

Addio Cocoricò. Lo scorso 4 giugno il tribunale di Rimini ha dichiarato il fallimento della società che gestisce il locale, respingendo la domanda di concordato preventivo proposta per evitare il fallimento.

La notizia è diventata ufficiale in queste ore con la sua pubblicazione sul portale dei fallimenti del tribunale di Rimini, ma il periodo d’oro del club era già finito da tempo. Pare, infatti, che i guai della struttura siano iniziati intorno al 2015 quando un ragazzo di 16 anni perse la vita al suo interno per overdose da MDMA, portando alla chiusura del locale per quattro mesi. Nel frattempo la Guardia di Finanza ha iniziato ad indagare per evasione d'Iva e sono continuati con il mancato pagamento di TARI e di numerosi artisti, tra cui il dj Gabry Ponte che ha chiesto il sequestro dei marchi Titilla e Memorabilia e reclama un debito di circa 200mila euro. Secondo quanto calcolato dalle fiamme gialle, l’ammontare complessivo delle imposte risultate evase sarebbe di 810mila euro. 

Il fallimento della società Gruppo Cocoricò srl per molti coincide con la fine di un’epoca in cui all'interno della Piramide sulla collina di Riccione si riunivano migliaia di persone per ballare, divertirsi ed ascoltare i set dei migliori dj della scena nazionale ed internazionale. Sono ormai lontani gli anni ’90, un periodo d’oro nel quale la discoteca era diventata una sorta di istituzione, il place to be per assistere alle migliori performance musicali, agli happening e per trasgredire, magari imbattendosi in uno dei tanti personaggi leggendari che lo frequentavano abitualmente, gente come Jean-Paul Gaultier o Grace Jones.

Oggi "la musica è cambiata" e l’unica  trasgressione rimasta è quella delle tasse non pagate.