Vedi tutti

Il femminismo secondo Censored Magazine

Uno dei temi più discussi rivisitato tra parole e immagini

Il femminismo secondo Censored Magazine Uno dei temi più discussi rivisitato tra parole e immagini

Parlare di femminismo è sempre complicato, e nonostante la grande attenzione mediatica riservata a movimenti come #MeToo e Time’s Up o il generale dibattito pubblico su diritti ed uguaglianza, il tema resta un argomento scottante. Da una parte si rischia di esasperare la parola, svuotandola completamente del suo significato, abusandone, utilizzandola a sproposito solo perché va di moda; dall'altra bisogna ricordarsi che molte delle battaglie portate avanti dalle prime femministe degli anni Settanta non si sono ancora concluse, e anzi, sono cambiate nel corso degli anni, di pari passo con i progressi della società, ma è innegabile che ci siano ancora delle vittorie da portare a casa. L’esempio più lampante ce l’ha dato l’Irlanda, un Paese europeo in cui la legalizzazione dell'aborto è avvenuta solo qualche mese fa, e allo stesso tempo gli stupratori vengono assolti se la vittima indossava un perizoma. 

Circa un anno fa Clementine, che ha studiato graphic design alla London St Martins School, e diventata nel frattempo giornalista, si rende conto che molti degli aspetti che riguardano l’essere donna oggi, con tutto ciò che ne consegue, non sono trattati dai media francesi. Decide quindi, insieme alla sorella Apolline, art director e stylist, e al fratello Louis, manager, di dare vita a Censored Magazine

Dopo molte discussioni sulle nostre esperienze personali e intime vissute in quanto donne, ci siamo rese conto che potevamo unire le nostre convinzioni femministe e le nostre rispettive competenze in un magazine costituito da parti giornalistiche, ed altre più artistiche, cercando un equilibrio tra attivismo, riflessione e creatività. 

 

Ogni numero del magazine si focalizza su un tema diverso, il numero 00 è intitolato Un Corps à Soi, un corpo tutto per sé, chiaramente ispirato al capolavoro di Virginia Woolf Una stanza tutta per sé, e pone al centro del dibattito il corpo femminile, in tutte le sue forme. In un’epoca di digitalizzazione quasi totale, Clementine decide di creare un magazine fisico, in cui il lettore può immergersi completamente, toccandone le pagine, perdendosi tra le parole e le immagini. 

Lo scopo principale di questo magazine è dimostrare che il femminismo è per tutti, donne, uomini, chiunque. Trattando di argomenti intimi, ma anche di politica, società, cultura ed arte, vogliamo far capire quanto il femminismo sia parte della vita di tutti noi.

Nonostante un movimento come quello del #MeToo, molte persone facevano fatica a comprenderne l’importanza e la portata, restando con le proprie convinzioni e i propri pregiudizi sul tema. Censored Magazine ha capito fin dall'inizio che il pubblico su cui concentrarsi erano le generazioni più giovani, non influenzate da vecchi valori e pregiudizi. E i giovani hanno capito perfettamente la lezione. 

L’esperienza visuale e artistica è un elemento centrale del magazine, alla pari dell'approfondimento giornalistico. Articoli lunghi e di approfondimento sono intervallati da immagini e opere, “per parlare alla generazione a cui volevamo rivolgerci, cresciuta più con le immagini che con le parole, era fondamentale costruire una parte visuale che attirasse la loro attenzione. L’arte molto spesso è una conseguenza della politica, è espressione di intimità, e l’intimità è qualcosa di politico. Quindi possiamo dire che l’arte sia il mezzo perfetto per trasmettere un messaggio politico.

Il primo numero di Censored Magazine è stato lanciato solo tre settimane fa, ma la risposta del pubblico sembra essere quella che si auguravano i tre fratelli fondatori, tra artisti che vogliono collaborare, persone che raccontano le loro esperienze e critiche positive. Per un magazine che tiene sullo stesso piano parole ed immagini Instagram è ovviamente un canale di comunicazione fondamentale. 

Instagram è il nostro migliore amico e il nostro peggior nemico. Ci da la possibilità di raggiungere moltissime persone, ma siamo spesso censurati, soprattutto a causa della cover del magazine, che mostra il seno nudo di una donna. 

Tra mille contraddizioni, progresso e passato, Censored Magazine si propone come il manifesto del femminismo 2.0. 

 

Photo Credit Censored Magazine