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'La casa de papel': anatomy

La quarta stagione de 'La casa di carta' è finalmente su Netflix

'La casa de papel': anatomy La quarta stagione de 'La casa di carta' è finalmente su Netflix

Pochi giorni fa su Netflix è stata caricata la quarta stagione de La casa de papel, un successo senza precedenti nella storia della televisione spagnola. Trasmesso in prima visione dalla rete spagnola Antena 3, La casa di carta ne ha fatta di strada. Grazie a una guida come Netflix (che dopotutto è il più grande colosso di streaming al mondo), al passaparola e alla distribuzione internazionale del servizio streaming, lo show creato da Alex Pina ha ottenuto un successo virale inaspettato ed è diventata la serie non il lingua inglese più seguita in tutto il mondo.

Il successo è merito di un racconto costruito in maniera efficace che racchiude tutte le tecniche narrative giuste: flashback, ellissi temporali, analessi narrative e cliffhanger posizionati nei punti giusti e, soprattutto, a ogni fine episodio. Sono proprio questi espedienti a spingere lo spettatore a un binge-watching ossessivo.

E poi ci sono loro, i rapinatori con le tute rosse e le maschere di Salvador Dalì: Mosca, Tokyo, Berlino, Nairobi, Rio, Helsinki, Denver e Oslo. Sono questi improbabili Robin Hood, ribelli all’attacco del sistema capitalistico guidati a distanza dalla mente del Professore, a catalizzare l’attenzione con le loro caratteristiche, le loro azioni, gli amori, i dissensi, le debolezze, i passati ingombranti ed i sogni per il futuro. Ognuno di loro apre una serie di finestre interattive che arricchiscono il plot originario, ampliando la serie oltre i soliti confini del classico heist movie.

 

Feel like: Salvador Dalí

Lo sanno tutti: i rapinatori della serie spagnola hanno maschere con il volto iconico di Salvador Dalí. In molti si sono chiesti il perché la scelta sia caduta proprio sull’artista di Figueres e non su Picasso, Warhol o su chiunque altro. Alcune teorie sottolineano l’affinità tra l’irriverenza creativa dell’uomo e l’ardire di un colpo in banca, ma l’ipotesi più accreditata sembra un’altra e va ricercata nelle sue simpatie politiche.

Pare che in gioventù Dalí sia stato vicino al movimento comunista, per poi presentarsi come un rivoluzionario e a manifestare interesse, negli anni ‘30, per i regimi fascisti (un affronto che non gli fu perdonato dai suoi amici surrealisti). Al momento dello scoppio della guerra civile in Spagna, Dalì scappò dal suo Paese per rifugiarsi negli Stati Uniti, ma tornato nella sua Catalogna, fu vicino al regime franchista ed espresse spesso parole di ammirazione per Francisco Franco.

Mascherarsi col suo viso diventa così un modo per deridere ed esorcizzare la dittatura che ha imprigionato la Spagna per più di 30 anni (la stessa che ha tenuto la produzione mediatica spagnola pressoché rinchiusa tra i confini nazionali).

 

Dress like: utilitarian fashion (Prada, Ellery, Vetements) 

La casa de papel è incarnata da un unico capo d’abbigliamento: la tuta rossa. Dopo essere diventata iconica nelle prime due stagioni, nella terza e nella quarta parte la tuta è diventata anche una muta da sub. Un indumento semplice, comodo, declinato nel colore simbolo che classicamente denota la politica di sinistra, la resistenza, la rivoluzione.

La storia della tuta inizia nei primi anni del secolo scorso, indossata da sciatori, aviatori, paracadutisti, ma viene introdotta per l'uso quotidiano dall'artista italiano Thayat nel 1919. La sua è una visione del capo come firma del proletariato, una dichiarazione anti-borghese, ma anche un abito comodo e facile da indossare per le donne della classe operaia. Poi arrivano Coco Chanel, Elsa Schiaparelli e altri designer fino ai contemporanei Vetements, Prada, Ellery o Calvin Klein, che hanno trasformato la tuta e il workwear nell'epitome del glamour rilassato e disinvolto.

Il successo della serie ha dato vita a diverse capsule collection. Le ultime, lanciate in concomitanza con l’uscita della Stagione 4, sono realizzate da Pull and Bear e da Persol. La catena low cost presenta Bella Ciao, una serie di tees, felpe, calzini e tute ispirate allo show Netflix. Il marchio di proprietà di Luxottica ha deciso, invece, di ispirasi alla montatura in acetato nero della collezione Double Bridge del marchio sfoggiata dal al Professore per una capsule di occhiali.

 

Think like: 'La rapina in banca. Storia. Teoria. Pratica' by Klaus Schönberger

La casa de papel è la storia di una rapina, ma quelle racchiuse all’interno del libro di Klaus Schönberger sono vere, fatte da professionisti del furto con scasso, criminali incalliti, ma anche da anziane signore che vogliono arrotondare la pensione. Sono le vicende memorabili di Dillinger e di Bonnie & Clyde, dei Tupamaros, di Patty Hearst, Horst Fantazzini, la Banda Bonnot e tanti altri. Leggerlo potrebbe farvi trovare la risposta al famoso quesito di Bertold Brecht: “È più criminale fondare una banca o rapinare una banca?

Se, invece, volete approfondire la vita del capo del ladri più famosi di Netflix, il 14 maggio 2020 esce L'enigma del Professore, libro interattivo in cui il lettore dovrà risolvere un rompicapo del passato per comprendere la mente del personaggio interpretato da Álvaro Morte

 

Sound like: 'Bella Ciao' Modena City Ramblers version

Ovvero: come trasformare l’inno della Resistenza italiana al fascismo in un fenomeno virale. Se c’è una canzone che incarna lo spirito dello show, questa è Bella Ciao. È il sottofondo di diverse scene e viene intonata come un canto di battaglia. La scelta è un chiaro modo per sottolineare che la serie non è la storia di una rapina, ma di ribellione, rivincita, resistenza. È una critica al sistema economico attuale e alle scelte che penalizzano le persone per favorire gli istituti bancari.

"È una canzone che ha sempre fatto parte della colonna sonora della mia vita" - spiega Alex Pina, creatore del progetto televisivo - "una canzone che mi ricorda l'infanzia e che tutto il mondo conosce, un inno alla resistenza come la stessa serie è, finché c'è resistenza c'è speranza anche se non hanno la più pallida idea se riusciranno a uscire da lì".

L’amore per la musica italiana continua a caratterizzare la soundtrack della serie anche nelle ultime stagioni. Il primo episodio della quarta contiene una versione molto speciale di Ti Amo di Umberto Tozzi cantata da Berlino durante il suo matrimonio, mentre nel secondo il teatrino si ripete con Centro di gravità permanente di Franco Battiato. Se, invece, vi state chiedendo quale sia la canzone che introduce ogni puntata di La casa de Papel, la risposta è My life is going on di Cecilia Krull.

 

Taste like: paella

 

Love like: binge-watching 

Un po’ Tarantino, un po’ Inside man di Spike Lee, un po’ Breaking Bad - ma anche, come l'hanno definita alcuni meme, "Un posto al sole con i mitra"La casa de Papel non racconta nulla di nuovo, né è lo show più cool e migliore mai realizzato. Ma il fatto che non sia buono, non significa necessariamente che sia cattivo. È il necessario binge-watching, alimentato da colpi di scena a gettito continuo, l’ingrediente segreto che rende questa serie tv un successo virale.