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Il casco sta diventando lo spazio creativo della Formula 1

La funzione comunicativa del casco ed alcuni degli esempi più emblematici

Il casco sta diventando lo spazio creativo della Formula 1 La funzione comunicativa del casco ed alcuni degli esempi più emblematici

Nell’epoca moderna lo sport ha allargato sempre più i propri confini fino a toccare anche gli ambiti artistici e creativi, nell'esigenza di veicolare determinati messaggi, siano essi pubblicitari, di tributo o anche a sfondo politico-sociale. Un trend che coinvolge sempre più ambiti, sfruttando ogni possibile spazio per caratterizzare e personalizzare il momento della gara.

In Formula 1 l’elemento materiale in cui viene canalizzata questa libertà espressiva è senza dubbio il casco indossato dai piloti. Da tempo ormai alla funzione protettiva e distintiva dei piloti rivestita dal casco, si è aggiunta anche quella di catturare la loro creatività fuori dal tracciato. Dato che il trend di apportare ripetutamente modifiche più o meno consistenti ai propri caschi stava diventando sempre più fuori controllo - nonostante il regolamento fornisse chiare indicazioni in senso contrario - dal 2020 la FIA ha aperto ad una incondizionata possibilità di personalizzazione degli stessi.

La livrea del casco si può prestare a diverse finalità. Ricchi di significato sono i tributi con i quali Pierre Gasly ha voluto omaggiare sia l’amico Antoine Hubert che la leggenda Ayrton Senna, tragicamente scomparsi in pista, in occasione rispettivamente delle edizioni 2020 dei GP del Belgio e dell’Emilia-Romagna. Ancora, il casco può farsi vessillo di contenuti socio-politici particolarmente sensibili, come quello indossato dall’ex campione del mondo Sebastian Vettel a sostegno della pace in Ucraina, su cui spiccano la bandiera gialla e blu accanto al testo di “Imagine” di John Lennon sulla parte superiore, mentre una colomba e la scritta “No War” ai lati.

Se infatti la Formula 1 ha già spalancato i propri cancelli all’universo dell’arte, quale miglior tela dei caschi dei piloti per portarla in pista e nel paddock? Tra i tanti esempi a disposizione, i più freschi e caratteristici sono quelli di Monaco e Miami. Nella cornice glamour dello storico Gran Premio di Montecarlo, Lewis Hamilton - il più attento tra i piloti al proprio look - ha vestito un casco realizzato dall’artista contemporaneo americano Daniel Arsham, dipinto a mano per apparire il più simile possibile ad una scultura con cristalli di quarzo, selenio ed ametista (la pietra preferita dall’inglese). La scultura andrà poi venduta all’asta e l’intero ricavato confluirà nelle casse di Mission 44, l’associazione benefica facente capo ad Hamilton.

Durante lo stesso Gran Premio, si sono fatti notare anche i caschi esibiti da Charles Leclerc e Valteri Bottas, rispettivamente il primo con un design pulito che richiama i colori del Principato (patria di Leclerc) e il secondo con una chiara ispirazione al casinò, uno dei simboli di Montecarlo. In occasione del Gran Premio di Miami invece, l’onda artistica a tema “murales” ha investito tutto l’ambiente portando varie scuderie a collaborare con alcuni degli street artists più famosi della scena. In particolare Gasly e Tsunoda, i due piloti di casa Alpha Tauri, hanno lavorato con Remote per dare vita a due caschi personalizzati, anch’essi da vendere all’asta una volta conclusa la gara e pure in versione digitalmente riprodotta come NFTs.

In conclusione per i piloti di Formula 1 la livrea del casco costituisce il mezzo principale di comunicazione ed espressione creativa, che sempre più di frequente ha saputo affascinare gli spettatori con le sue trame ed emozionarli con contenuti densi di significato.