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Il Brasile potrebbe essere il primo paese ad avere una Superlega

Nata dall'iniziativa delle sei principali squadre verdeoro ricalca il modello e le motivazioni che avevano spinto i loro omologhi europei

Il Brasile potrebbe essere il primo paese ad avere una Superlega Nata dall'iniziativa delle sei principali squadre verdeoro ricalca il modello e le motivazioni che avevano spinto i loro omologhi europei

Quando a marzo dell’anno scorso venne promossa l’idea di una Superlega tra le migliori squadre d’Europa, il sentimento comune fu di rabbia e sgomento, soprattutto fra i tifosi. Ma noi, gli europei, eravamo quelli usurpati del nostro calcio. Invece, dall’altra parte del mondo, in Brasile, è successa la stessa cosa, con poco clamore da parte dei più o meno fan della Superlega dei vari Real Madrid, Barcellona e Juventus. 

Sei club brasiliani, praticamente i più forti e i più vincenti (ma non proprio tutti), si sono accordati, tramite la firma di un documento ufficiale, per la creazione di una superlega brasiliana, nota come Liga do Futebol Brasileiro, in breve Libra. Le società coinvolte sono il Bragantino (il club acquistato da Red Bull), il Corinthians, il Cruzeiro, il Flamengo, il Palmeiras, il Santos e il Sao Paulo. Il best in town del calcio brasiliano riunito in una mini lega benvoluta dalla società finanziaria Codajas Sport Capital - che dovrà cercare fondi per la realizzazione del torneo - per un progetto che rientra in una più grande operazione di revisione dei diritti tv del campionato brasiliano. 

Il calcio brasiliano non sta vivendo certo il suo periodo di massimo splendore, specialmente per quanto riguarda il lato dei club. Infatti se la Selecao è uno dei brand più forti nell'immaginario calcistico e una delle pretendenti più credibili al Mondiale in Qatar, le squadre verdeoro stanno lentamente perdendo l'appeal non solo internazionale ma anche sul proprio territorio in favore dei grandi club europei. Uno dei problemi è lo sbilanciamento della competitività, con le grandi squadre che incassano troppo rispetto alle ultime. Nel 2019, l'ultimo anno prima della pandemia, il Flamengo vincitore del Campionato ha guadagnato nove volte quanto l'Avai, che ha finito al ventesimo posto. 

Per questo nelle riunioni del Codajas hanno partecipato anche le altre realtà del calcio verdeoro, spingendo per una equa ridistribuzione degli incassi dalle televisioni private su tutti gli aventi diritto. Secondo Social Media Soccer, il piano economico di redistribuzione dei diritti televisivi secondo i sostenitori di Libra è di una concessione del 40% come quota fissa e del 30% variabile, più un altro 30% dipendente dall’audience. L’altra proposta, quella dei team di Forte, propone il 50% fisso per tutti, più un 25% in base ai diritti sportivi e un altro 25% in base all’audience. Il concetto di Superlega viene proprio dall’idea che hanno avuto alcune squadre di tirarsi fuori dal campionato corrente e creare una lega che possa garantire una situazione economica migliore. O almeno, rendere più vendibile il campionato verso i Paesi stranieri, migliorando la visibilità di certe partite e valorizzando di più il marchio di certe società. 

Sta di fatto che, in ogni caso, alcuni club vorrebbero - come in Europa - elevarsi di diritto a migliori degli altri. E a noi europei andrebbe bene, perché vorrebbe dire che dal nostro divano potremmo guardare solo e soltanto il meglio del campionato brasiliano; esattamente come alcune società vorrebbero vendere alle televisioni di tutto il mondo solo le migliori partite del football europeo. Nessuno si aspettava che questa cosa sarebbe potuta partire dal Brasile: eppure, pensando come prosumer, ci siamo ritrovati esattamente nella stessa linea di pensiero di Florentino Perez e Andrea Agnelli.