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Il legame tra Mercedes Maybach e l'hip-hop culture

Come la casa automobilistica tedesca è entrata nella narrativa del rap

Il legame tra Mercedes Maybach e l'hip-hop culture Come la casa automobilistica tedesca è entrata nella narrativa del rap

Ci sono barre che entrano nella storia del rap per il loro profondo significato, per gli incastri che generano o semplicemente perché belle, poi c'è «Racks on racks on racks, Maybachs on ‘Bachs on ‘Bachs on ‘Bachs on ‘Bachs», una dichiarazione d'immortalità. “Gotta Have It”, tratto da Watch The Throne, è uno dei pezzi più rappresentativi del duo Kanye West e Jay-Z all'alba del decennio scorso, oltre che uno degli inni al lusso meglio riusciti nella storia recente del rap, un genere che sull'opulenza quasi volgare ha costruito buona parte di sé. E non c'è nulla di più opulento di una Mercedes Maybach.

Il rapporto tra il marchio di automobili di lusso e il mondo hip-hop è segnato da una serie di eventi, principalmente legati alla criminalità, ma dal senso molto chiaro. Il primo rapper noto che ha comprato una Maybach è stato Ja Rule nel 2002, poi qualche anno dopo è stato arrestato perché in possesso di un’arma non registrata, la quale era stipata chiaramente nella sua capiente Maybach. Qualche tempo dopo, nella Maybach di T.I. sono stati fotografati dei bicchieri contenenti codeina: il rap e la malavita sono intrecciati da sempre, ma cosa ci fa un auto tedesca nel mezzo? Fa parte del gioco. Si stima che i richiami a Maybach nelle canzoni rap siano oltre settecento - Future ha addirittura intitolato a Maybach una canzone -, perciò non è un mistero che la vettura di lusso legata a Mercedes-Benz piaccia ai rapper. Il motivo si può rintracciare nella sua fisionomia: le Maybach sono straripanti, in tutti i sensi.

Famose per la lunghezza, rinomate per la qualità degli interni e per il numero di optional disponibili, le Maybach hanno un passato travagliato alle spalle, che passa anche da un ritiro dal mercato pochi anni fa. Agli inizi della sua storia, Maybach è stato anche fornitore di motori per i panzer nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, e solo nel 1997 è stata presentata la prima macchina firmata dal brand fondato da Ferdinand Graf von Zeppelin e Karl Maybach a Stoccarda, nel 1909. È il 2003 quando il primo modello di Maybach è rilasciato sul mercato, la Mercedes-Benz Maybach. Sembra l'inizio di una bellissima storia, sicuramente è il punto di partenza del mito Maybach, costruitosi proprio agli inizi del Ventunesimo secolo. E se è vero che la prima vita sotto il nome di Maybach-Manufaktur non è stata redditizia dal punto di vista delle vendite (delle 3000 unità da vendere annualmente, solo 244 sono state quelle vendute nell'anno "più prolifico" per la casa tedesca), è evidente come Maybach avesse un fascino tutto suo per i rapper americani. Nel 2003, Jay-Z cita il marchio nel suo album di ritiro, The Black Album. Nel 2004, il giocatore di basket Sebastian Telfair arriva alla cerimonia del suo diploma al volante di una Maybach prestatagli proprio da Jigga. Nel 2006, Busta Rhymes "difende" la sua ‘Bach da un pedone colto in flagrante a sputarci sopra a Chelsea, New York City, e viene accusato per aggressione. 

Difficilmente ai vertici dirigenziali di Maybach devono essere andati a genio questi episodi. Tuttavia, non potevano fare niente per ripulire la reputazione del loro brand, perché Maybach, come il lusso che incarna e come i suoi proprietari medi, è fortemente esagerata. È una macchina da ricchi uomini di mezza età col portafoglio pieno guidata da ex gangster che hanno trovato nel rap la soluzione al loro problema con la strada, da dove vengono, e che ora possono calcare a bordo di una berlina tedesca luccicante. Per un rapper, questo è un dettaglio che fa la differenza. Ne sa qualcosa Rick Ross, che con il nome di Maybach ha fatto affari, chiamando Maybach Music Group la sua label, arrivando a tatuarsi sul lato sinistro della faccia il logo della casa automobilistica.

La singolarità di Maybach è in effetti tutta qui. Non è una Ferrari o una Lamborghini, cioè una macchina universalmente conosciuta, non vende come loro, non ha il numero di citazioni nelle canzoni che hanno Bentley e Rolls-Royce, eppure ha la sua aura di culto, rafforzata dagli episodi, dalla storia stessa, da tutto quello che rappresenta, più che dalle vendite. Quando per il video di “Otis” Jay-Z e Kanye West hanno smontato e rimontato a modo loro una Maybach 57, il marchio tedesco era già sull'orlo del fallimento (avrebbe chiuso poi nel 2013), eppure il suo mito era più vivo che mai. La mossa di Ye e Hov era trascendentale, barocca come loro e come Maybach, e non si sarebbe prestata bene a nessun altro veicolo. Ciò che fai su una Maybach, rimane su e per una Maybach.

A lungo termine, il peso di Maybach sulla cultura americana ha portato Mercedes a tornare indietro sui suoi passi, reintroducendo il branding a partire dalla fine del 2014 per alcuni velivoli, come il Mercedes-Benz Maybach Classe S, il Maybach G Wagon e il Maybach GLS. La spinta propulsiva di Maybach associata al suo peso specifico nell'immaginario collettivo hanno avuto un ruolo cruciale nel permettere a Virgil Abloh di collaborare - dopo averlo fatto con Mercedes - con la casa di Stoccarda, lavorando con Gordon Wagener, Chief Designer Officer di Daimler AG, al prototipo Project Maybach; ripensando a modo suo il Classe S, realizzato in centocinquanta esemplari, e firmando una linea di abbigliamento andata immediatamente soldout. Effetto Abloh, effetto Maybach.