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L'evoluzione del fast fashion è il fast homeware

Tra pandemia, trend TikTok e un'ossessione per l'arredo

L'evoluzione del fast fashion è il fast homeware Tra pandemia, trend TikTok e un'ossessione per l'arredo

Avete presente quel mastodontico specchio rosa che riempie i feed delle influencer e del quale avete masochisticamente cercato il prezzo su Google? Ecco, adesso potete acquistare una copia del modello Ultrafragola senza spendere 15.000 euro grazie ai brand di fast homeware. Tre anni di pandemia passati segregati nell'intimità delle nostre case hanno portato a un comune ritrovato interesse per l’arredamento, degenerato quasi in ossessione da quando impieghiamo la stessa cura sia nello scegliere un outfit che nel sistemare il soggiorno. L'arredamento è diventato un settore del consumo 'non essenziale' che secondo le stime potrebbe raggiungere i 16,55 miliardi di dollari entro il 2025. Oltre a H&M, Primark, Shein e Zara, nell'ultimo anno anche Boohoo, Pretty Little Thing e Missguided hanno lanciato linee di articoli per la casa, mentre John Lewis, il noto magnate dell'arredamento, ha deciso di espandersi con la nuova gamma ANYDAY nell'aprile 2021, i cui prezzi sono, in media, circa il 20% più bassi rispetto alla linea principale.

Proprio come il fast fashion ha normalizzato l'acquisto di un nuovo vestito ogni giorno, il fast homeware ha normalizzato la costante modifica, l'aggiornamento e la riprogettazione degli spazi abitativi. Una tendenza esplosa in piena pandemia grazie ai social con l'Avant Basic, un'estetica minimal che si compone di tessuti a scacchi, tavolini da caffè piastrellati, specchi ondulati, lampade a fungo e oggetti DIY ricoperti di schiuma espansa che su TikTok conta 4,5 milioni di visualizzazioni tra inspo outfit e complementi d'arredo. Secondo uno studio condotto da made.com e riportato da Dazed, il 68% degli adulti britannici ha fatto acquisti online per la propria casa almeno una volta al mese durante la pandemia, mentre il 19% - che ammonta a quasi uno su cinque - lo ha fatto più volte a settimana, dando al settore una spinta significativa, con un aumento del 42% nelle vendite.

Eppure, tra un anno, quei bicchieri da cocktail a forma di fenicotteri di plastica comprati per una festa languiranno nel retro di una credenza, così come i vassoi in marmo finto e gli item con la facce di Matisse disegnate su tutto. La Gen Z sembra divisa tra l'impulso di acquistare copie dei più amati oggetti di design a poco prezzo e l'attenzione alla sostenibilità che la contraddistingue, lo stesso dualismo che coinvolge i più importanti colossi dell'arredamento da quando l'impatto ambientale è diventato un criterio di valutazione importante al momento dell'acquisto. IKEA ha investito nelle foreste è si impegnato a usare solo "plastica riciclata o a base rinnovabile entro il 2030". Negli Stati Uniti, Pottery Barn ha collaborato con The Renewal Shop per lanciare Pottery Barn Renewed che vende tessuti restaurati. Anche il noleggio sta emergendo come opzione alternativa: Harth è diventato una realtà importante nel Regno Unito dal 2018, offrendo tutto, dai cuscini ai divani. Naturalmente, le persone che già affittano le loro case potrebbero non voler affittare anche i complementi d'arredo che le riempiono, preferendo rivolgersi al mercato di seconda mano sia attraverso i grandi rivenditori che gli indipendenti, come In Reverie, Rosemary and Peach e Scene By Chloe.