Vedi tutti

Addio al Blackberry, il primo smartphone simbolo degli anni 2000

A partire da oggi, tutti i sistemi operativi del brand smetteranno di funzionare

Addio al Blackberry, il primo smartphone simbolo degli anni 2000 A partire da oggi, tutti i sistemi operativi del brand smetteranno di funzionare
P. Diddy
Barack Obama
Ben Affleck
Britney Spears
Drake
Gerard Butler
Jared Leto
Jay Z
Kim Kardashian
Lady Gaga
Lana del Rey
Lindsay Lohan
Paris Hilton
Sarah Jessica Parker
Soulja Boy

È la fine di un’era. A partire da oggi l’azienda interromperà il sistema operativo BlackBerry OS 10 e 7.1, e a tutte le sue versioni precedenti disattivando chiamate, messaggi e accesso a internet. Rimarranno comunque in funzione i Blackberry che operano con Android, che continueranno a rimanere operativi finché Google estenderà il suo supporto. L’annuncio era già stato dato nel settembre del 2020, in concomitanza con l’annuncio che il produttore dei device fisici, TLC Communication, avrebbe smesso di fabbricare smartphone per il brand. Non di meno, la scomparsa definitiva del sistema proprietario dell’iconico smartphone dei primi anni 2000 rappresenta un il definitivo tramonto di un mito di un’epoca ormai lontana, quei primi anni 2000 che la moda e la cultura pop hanno celebrato a dismisura negli ultimi anni. Il primo Blackberry, introdotto nel 1999 con lo storico modello 850, era il primo vero smartphone, pensato per i professionisti, il primo che poteva ricevere e-mail e accedere a Internet e che precedette di poco meno di un decennio l’iPhone, la cui prima generazione fu presentata nel 2007 e che nel corso di un decennio lo soppiantò del tutto. Ma soprattutto il Blackberry è stato il simbolo di un’era di mezzo in cui il vecchio mondo della telefonia stava tramontando e quello della nuova cultura digitale non era ancora nato. 

Jay Z
Kim Kardashian
Lindsay Lohan
Barack Obama
Britney Spears
Drake
Lady Gaga
Soulja Boy
Lana del Rey
Gerard Butler
Ben Affleck
Jared Leto
P. Diddy
Paris Hilton
Sarah Jessica Parker

Oltre a essere il primo smartphone di fatto, il Blackberry fu anche il primo prodotto tecnologico a rappresentare uno status sociale. Certo, a quei tempi Kanye West usava il suo flip phone e i vecchi cellulari Motorola sperimentavano con le fotocamere e i giochini – ma era il Blackberry che rappresentava la nuova guardia, il telefono iper-funzionale dei professionisti che volevano un telefono che, per citare un anonimo utente di Quora nel 2015 era «functional, clean and no-nonsense». Se il moderno iPhone, con il suo stuolo di imitazioni, è un simbolo dell’accessibilità democratica della nuova cultura digital aperta da ogni lato, il Blackberry rappresentava una subcultura tutta sua: non possedeva giochi, non era pensato per cose (ai tempi) frivole come i social media, non aveva funzionalità di intrattenimento – era un avanzamento tecnologico per chi lavorava, il simbolo dei businessman, degli yuppie 2.0, di chi usava il proprio cellulare al massimo grado di sofisticazione possibile. Nel 2007 la revenue era di tre miliardi di dollari. Nel 2011, se ne vendeva la cifra record di 50 milioni e, al culmine del suo successo, l’azienda controllava il 50% dello smartphone market americano e il 20% di quello mondiale. Il servizio BlackBerry Messenger era il precursore di WhatsApp: messaggi istantanei, criptati, possibilità di invio di file multi-media tra diversi BlackBerry – una feature che presto definì una specie di club elitario, distinto dalla capacità di comunicare su una piattaforma privilegiata, la prima del suo genere.

Quando l’astro di Steve Jobs si profilò all’orizzonte, l’azienda canadese non aveva paura: l’iPhone non pareva pronto a conquistare il mondo del business, eppure in brevissimo il full touch screen di Apple conquistò il mercato. BlackBerry rispose con il BlackBerry Storm, che ebbe poco successo per la scarsa qualità del sistema operativo – anche se i prezzi competitivi del BlackBerry classico mantennero in vita l’azienda, una strategia  di innovazione poco efficace (il tablet PlayBook non aveva un’app per mandare le mail, ad esempio) si dimostrò terminale per l’azienda dopo l’uscita dell’iPhone 4 che segnò la netta vittoria di Apple le cui vendite non furono più superate. La mancanza di un App Store dedicato, l’assenza di features che attirassero i developers, la lentezza di aggiornamento su caratteristiche come le fotocamere segnarono i rintocchi funebri dell’azienda. Come si legge su Business Insider: «Nell'ultimo trimestre del 2016, su oltre 432 milioni di smartphone venduti in tutto il mondo, solo 207.900 erano dispositivi BlackBerry, il che ha ufficialmente reso la quota di mercato degli smartphone di RIM [azienda produttrice dello smartphone, ndr] dello 0%». Da lì fu tutto un lungo declino che portò, quattro anni dopo all’annuncio della fine della produzione e, oggi, alla sepoltura definitiva.

Guardandosi indietro, si può leggere l’ascesa e la caduta del brand come una lezione sull’importanza dell’innovazione continua – una necessità di cui, con la sua furiosa e costante ricerca di avanzamento, Steve Jobs aveva intuito la portata e che segnò il successo della sua azienda anche dopo la sua scomparsa. Oggi il BlackBerry avrà perso ogni briciolo della sua importanza commerciale, ma rimane come la testimonianza nostalgica di un’epoca di passaggio fondamentale nell’evoluzione della cultura digitale, il proverbiale anello mancante dell’evoluzione tecnologica che iniziò con i cercapersone degli anni ’80 e di cui, ancora nel 2022, non si riesce a vedere la fine.