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Che cos’è questa storia della #MilkCrateChallenge?

Un nuovo trend virale che ha già portato qualche giovane americano in ospedale

Che cos’è questa storia della #MilkCrateChallenge? Un nuovo trend virale che ha già portato qualche giovane americano in ospedale

Le challenge virali sui social sono un po’ come le calamità naturali: non si sa mai quando ne arriverà una, ma solo che a un certo punto arriverà. L’ultima ad arrivare, dopo la sfilza di challenge relativamente tranquille del lockdown, che includevano il rifare in casa i più famosi dipinti della storia e la Switch Challenge allo specchio, fa invece ripensare alle vecchie #BlueWhale e #Skullbreaker che portarono tanti giovani in ospedale. Si chiama #MilkCrateChallenge e prevede di salire sopra i gradini di una piramide fatta di quelle scatole di plastica che in America sono utilizzate per trasportare bottiglie del latte provando a salire e scendere senza cadere a terra facendo cadere la precaria struttura – i box di plastica infatti diventano più instabili man mano che la pila è più alta, facendo aumentare la probabilità di cadere.

Il vincitore si porta a casa i soldi delle scommesse fatte contro di lui, che di solito non superano la ventina di dollari. Inutile dire che la parte più divertente della challenge consiste nel vedere gli sfortunati partecipanti cadere al suolo e, al momento, soltanto una ragazza nota con il nome di Tee è stata filmata completando la sfida. Molti altri invece hanno riportato danni e contusioni nella loro caduta, portando molti a parlare della challenge come di un gioco molto pericoloso.

Come è nata?

L’archivio dei fenomeni online Know Your Meme ha ricostruito le origini della challenge, originatasi lo scorso 23 giugno con il video del canale JoyRidersTV Bonus Footy intitolato Guy falls off 6 Milk Crates, ricevendo però un numero molto scarsi di visualizzazioni. Questo video è stato ripreso lo scorso 13 e 14 agosto su Facebook dagli utenti Kenneth Waddell e Jordan Browne che hanno postato vari video di persone che provavano a replicare la sfida sul prato di casa. Il video pubblicato lo scorso 14 agosto ha ricevuto 8800 reazioni e 51.000 condivisioni. Ma l’esplosione arriva due giorni dopo quando Jordan Browne posta un video dal TikTok di @taylorxxlauren che in un giorno guadagna 30.000 reazioni e 5,3 milioni di views. Nel corso di quei quattro giorni la sfida era diventata già virale diventando anche soggetto di meme che ne prendevano in giro la pericolosità.

Perché i video dei fail hanno così tanto successo?

I video più popolari della #MilkCrateChallenge ricadono nella assai più estesa categoria dei cosiddetti Fail, ossia quei video che mostrano in chiave umoristica incidenti, cadute e scivoloni vari che esiste ben prima di Instagram e di Internet – basti pensare alle interminabili repliche di Paperissima e di analoghi programmi che sono ancora in onda da quarant’anni. Secondo il neuroscienziato Emile Bruneau, intervistato nel 2018 da Business Insider, il motivo del successo di questi video sta in un sentimento noto solo col nome tedesco di schadenfreude, che significa letteralmente “piacere provocato dalla sfortuna degli altri”, e che si lega evolutivamente alla formazione e alla strutturazione dei gruppi sociali e alla gestione dell’empatia all’interno di essi. Ecco come Bruneau spiegò questo sentimento all’epoca:

«Il nostro cervello si è evoluto per milioni di anni in una situazione in cui piccoli gruppi di esseri umani si scontravano fra loro in un ambiente relativamente ostile. Per sopravvivere serviva che ogni gruppo fosse molto affiatato, una situazione che porta sia all’empatia, ossia la comprensione del dolore di altri membri del gruppo, che all'estrema aggressività verso gli estranei, cioè la schadenfreude».

In uno studio medico americano del 2011, ad esempio, venne studiata l’attività cerebrale di un gruppo di tifosi football mentre guardavano i membri della squadra opposta scivolare, cadere o sbagliare un passaggio. Quando si verificano questi episodi, una parte del cervello detta striato aumentava la propria attività – una parte associata a sensazioni di piacere e alla capacità decisionale. Ciò che lo studio mostrava, però, è che i soggetti il cui striato risultava più attivo erano anche più inclini ad aggredire, verbalmente o fisicamente, i membri della tifoseria opposta, essendo la schadenfreude l’opposto dell’empatia.