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Come si è evoluta l’estetica di Airbnb dopo la pandemia

«La casa, e non il luogo in cui si trova, è diventata la destinazione», ha detto l’azienda

Come si è evoluta l’estetica di Airbnb dopo la pandemia «La casa, e non il luogo in cui si trova, è diventata la destinazione», ha detto l’azienda

L’anno scorso molti avevano creduto che Airbnb sarebbe stato ucciso dalla pandemia, dopo una tempesta di prenotazioni cancellate e il licenziamento del 25% dei dipendenti. Per attirare i clienti, l’azienda aveva puntato sul turismo di prossimità e sull’esaltazione dell’estetica mediterranea – ossia tutto quell’immaginario che immagina il lusso come un ritorno alla natura, alle cose semplici e alle situazioni familiari, specialmente se nei pressi di spettacolari panorami marini, campagne baciate dal sole e pergolati carichi di fiori. E così cittadine di mare, colazioni sul prato e chalet sulla spiaggia avevano sostituito le foto di immacolati appartamenti di città arredati da minimalistici mobili svedesi – un’estetica che faceva assomigliare il profilo Instagram del brand a un catalogo Ikea. Oggi, a un anno di distanza dalla difficile estate 2020, c’è stata una nuova svolta: colorate ville in Costa Rica, vetrate che si spalancano sul deserto californiano, tende da esploratore fra le rocce dello Utah, bungalow di design immersi nella natura hawaiana, fattorie del Vermont circondate da mucche che pascolano, cottage di montagna e grandiose case di bambù nella foresta pluviale. Rispetto all’anno scorso, è tornato un senso di wanderlust e meraviglia, di evasione dalla normalità – se prima l’Instagram di Airbnb assomigliava a un catalogo Ikea, adesso sembra una pagina moodboard di Tumblr.

Lo spostamento del focus verso case da sogno e immerse nella natura riflette sia il ritrovato slancio dell’industria turistica internazionale che l’evoluzione dei gusti dei turisti. Come l’azienda ha scritto in uno dei suoi report, in corrispondenza con la riapertura delle frontiere e dei viaggi, «il volume delle ricerche su Airbnb da parte di persone negli Stati membri dell'UE in cerca di soggiorni transfrontalieri all'interno del continente è aumentato fino al 31%»; con metà delle nuove case proposte prenotate entro quattro giorni e, nella seconda metà dello scorso maggio, «il più alto volume totale di ricerche da parte di persone provenienti dagli Stati membri europei per tutti i soggiorni su Airbnb all'interno del continente dall'inizio della pandemia». Se in passato la maggioranza dei viaggiatori era costituita da piccoli gruppi di persone che visitavano le città, oggi quella maggioranza è composta da famiglie che dalla città si spostano verso l’outdoor. La percentuale dei viaggi verso destinazioni rurali rappresentava il 10% delle prenotazioni Airbnb nel 2015 – oggi questo numero si è duplicato, triplicandosi in alcuni casi e toccando il 48% nel Regno Unito e il 45% in Francia.

Quanto ai trend dei flussi turistici, le ricerche in Europa si sono concentrate su città costiere e luoghi rurali, con una forte accentuazione di importanza attribuita alle case. «La casa, e non il luogo in cui si trova, è diventata la destinazione. Due anni fa, l'home sharing era visto come alloggio alternativo. Oggi, è il principale trend per tutti i viaggi», scrive il brand nel suo Report on Travel & Living, evidenziando uno shift dalle destinazioni cercate rispetto al 2019: da Parigi alla costa provenzale, da Roma alla Sardegna, da Berlino alle coste baltiche e via dicendo. Inoltre, le ricerche per “case uniche” sono cresciute del 94% rispetto al 2019 – trend che spiega perfettamente la nuova direzione estetica intrapresa dall’account Instagram del brand. Un altro elemento degno di nota è che in una buona parte delle foto pubblicate dall’azienda, le case appaiono abitate, con persone che fanno il bagno o siedono sul divano, quasi ad accentuare il senso dell’esperienza da vivere al loro interno e in relazione al loro scenario.

Nel mondo post-pandemia, i confini fra traveling e living si sono annullati, anche la durata media dei soggiorni è leggermente aumentata, ma soprattutto l’ambiente domestico, diventando la vera destinazione del viaggio, è tornato a essere aspirazionale: potersi godere una spettacolare vista sulla giungla colombiana dall’alto di un ampio balcone, visitare una fattoria organica con bungalow di design, farsi il bagno in un padiglione aperto sui prati dell’Australia, passeggiare fra i filari di olivi sulle colline di Saturnia ma anche guardare il tramonto sul deserto dentro una tenda-cupola trasparente o osservare l’aurora boreale in Islanda attraverso un tetto di vetro. La sensazione di calma esteticamente appagante, di quiete domestica, di esperienze uniche a contatto con la natura sono il nuovo lusso, che sostituisce l’opulenza un po’ claustrofobica degli alberghi con un tipo di esperienza più intima, comoda e personale.