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7 volte in cui i fashion designer hanno disegnato sedie

Il mondo dell’interior design esplorato dagli stilisti, da Rei Kawakubo a Rick Owens

7 volte in cui i fashion designer hanno disegnato sedie Il mondo dell’interior design esplorato dagli stilisti, da Rei Kawakubo a Rick Owens

Dalle proposte massimaliste di Gucci ai pezzi brutalisti di Rick Owens, è ormai opinione diffusa che i designer flirtano costantemente con l’idea di trasporre diversi concetti su più medium. Capita così che le loro ispirazioni trovino un’applicazione diretta in luoghi del tutto inaspettati: pensiamo agli interni, ai dipinti, alla natura e persino ai tavoli. Abiti che influenzano il design e oggetti che incidono sulla forma di un capo di abbigliamento: il rapporto tra le passerelle e l’arredamento d’interni è reciproco.

Un elemento semplice e allo stesso tempo complesso come una sedia, ad esempio, riflette perfettamente la naturalezza di questo tipo di connessione. Connessione che, per più ragioni, i brand di lusso come Ann Demeulemeester, Louis Vuitton e Comme des Garçons hanno deciso di esplorare a dovere. Ne abbiamo rintracciate 7 di occasioni in cui i confini tra moda e arredamento hanno trovato un terreno di comune riflessione.

Rei Kawakubo

 

L'introduzione di Rei Kawakubo e Comme des Garçons nel mondo dell’interior design è iniziata negli anni '80, vent'anni dopo il suo debutto nella moda. Per 10 anni - è doveroso notare come l’approccio strutturalista di Rei Kawakubo si riflette anche nel design di arredamento - ha prodotto sedie dal design iperfunzionale, utilizzando materiali come il granito e l'acciaio per accompagnare gli allestimenti dei suoi flagship store. Le sedie, che prendono il nome dal loro numero di serie, costituiscono un'innegabile riproduzione del funzionalismo e dell'estetica non convenzionale dell'abbigliamento Comme des Garçons. Grazie a soluzioni “out of box” come le imbracature d'acciaio e le aste metalliche, le sedie si collocano tra l'arte e l'esposizione domestica,  abbattendo i confini di ciò che è scultura e ciò che è arredamento.

 


Virgil Abloh 

Nel 2016, nell’esatto momento lo streetwear dominava la moda, Virgil Abloh aveva deciso di tornare alle origini (Abloh era laureato in architettura) e lanciare la sua prima linea di mobili, The Framing Collection. Al centro della sua riflessione c’è stata l’immagine della griglia, ripetuta in loop sotto forma di  sedie in marmo e metallo per aprire un dialogo tra Abloh e i suoi produttori. In un'intervista a Numéro, Abloh aveva spiegato il suo lavoro: «La griglia è un tema chiave per me... è ispirata all'architettura di Mies Van der Rohe, riflette la distribuzione razionale del peso di un edificio, da terra fino al tetto, disegna questo schema. L'idea di mostrare la struttura piuttosto che nasconderla era essenziale anche per Mies Van der Rohe».

 

Raf Simons

Noto per non aver mai ricevuto lezioni di sartoria tradizionale, Raf Simons è in realtà laureato in Industrial and Furniture Design nel 1991, prima di passare alla moda. Oggi è il co-direttore creativo di Prada e collabora con Kvadrat, un'azienda tessile danese con la quale lavora da nove anni su tessuti d'arredamento per la casa. «Una svolta totale rispetto all'industria della moda», così Raf descrive il suo lavoro con Kvadrat. In questo contesto, Simons preferisce non correre contro il tempo né produrre pezzi con l'intento di sostituirli dopo pochi mesi. Il suo motto risponde ancora una volta ai dettami del minimalismo, riassumibili nella frase “less is more”. Gli arredi di Simons appaiono minimalisti ma risultano ambiguamente moderni, molto simili alle sue creazioni fashion. Mettendo in discussione le gerarchie esistenti tra moda e design di arredamento, il design di Raf Simons risponde in realtà all’esigenza di creare «qualcosa che possa conservasi per sempre».

Ann Demeulemeester

«È eccitante usare nuovi modi per creare bellezza: forse fa parte di una ricerca e di un'evoluzione senza fine». 9 anni dopo aver abbandonato il suo brand omonimo, Ann Demeulemeester ha deciso di misurarsi con il mondo dell’arredamento. Demeulemeester ha «sempre sentito una forte affinità con l'arredamento» racconta a Hypebeast, e il blocco durante la pandemia COVID-19 è stato il «momento perfetto per lavorare alla sua collezione di mobili». L'attitudine della Demeulemeester per l'austerità, il minimalismo e l'inaspettato trova una seconda vita con la sua linea di interni, che costituisce un’estensione del suo immaginario estetico e del suo percorso creativo. Oggi Ann Demeulemeester conta due collaborazioni con il marchio belga Serax, una che comprende una linea di mobili e l'altra una linea di articoli per la casa intitolata De, disponibile sul sito web di Serax. 

Alessandro Michele

Nonostante abbia lasciato Gucci lo scorso dicembre, il nome di Alessandro Michele è conosciuto sia nel settore della moda che in quello dell’interior design. Nel 2017, gli amanti di Gucci di tutto il mondo hanno accolto con entusiasmo l’universo di Gucci Décor, la versione sognante, romantica e stravagante dell'home design di lusso, realizzata con materiali accuratamente selezionati dai migliori artigiani italiani. Sedie, cuscini, paraventi, pareti e vassoi ornati con i motivi animali e i vivaci disegni floreali tipici della Maison, tutti rigorosamente disegnati da Michele. 

Rick Owens 


Rick Owens ha cambiato il mondo della moda con le sue stepper e la moda brutalista, ma non tutti sanno che lo stilista produce mobili dal 2007. Quando gli è stato chiesto quale fosse la sua filosofia di design, Owens ha risposto: «Una pelliccia brutalista su una roccia brutalista accanto a un fuoco brutalista in una grotta brutalista». Le proposte di Owens sono silenziose ma finemente profonde grazie alla sua ispirazione all'epoca dell'Art Nouveau. «Voglio che le cose siano grandi, forti e silenziose» ha dichiarato in un'intervista a Vice. Grandi, forti e silenziose: l'immagine qui sopra ritrae l'uso del marmo da parte di Owen come mezzo di visione e di espressione sartoriale. A questo proposito, l'atemporalità e la novità sembrano essere gli aspetti dominanti nei mobili che realizza con una spietata delicatezza, grazie all nero massiccio, l’alabastro e il bronzo. 

Kris van Assche

Durante la fiera Design Miami 2019, Kris Van Assche, direttore creativo dell'azienda di pelletteria di lusso Berluti, ha collaborato con François Laffanour, proprietario della Laffanour Galerie Downtown, per presentare 17 magnifiche opere autentiche di Pierre Jeanneret prodotte dal designer svizzero negli anni ’50. Ciò che risalta subito della collezione sono i colori: Van Assche ha utilizzato 18 tonalità diverse per i 17 pezzi, tra cui le sedie da cinema Sukhna rosso e viola  Simal, il lettino da giorno arancione Nespola e la poltrona da giudice verde giardino Pinjore.