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Le sette vite di Chloë Sevigny

Dai film di Harmony Korine all'ultima sfilata di Proenza Schouler

Le sette vite di Chloë Sevigny Dai film di Harmony Korine all'ultima sfilata di Proenza Schouler
Chloë Sevigny for Miu Miu
Chloë Sevigny for Proenza Schoulier
Chloë Sevigny for Simone Rocha
Chloë Sevigny for Miu Miu
Chloë Sevigny for Dolce & Gabbana
Chloë Sevigny for Opening Ceremony

Dimostrandosi, ancora una volta, la regina della scena della moda newyorkese, lo scorso 11 febbraio Chloë Sevigny ha aperto la FW23 di Proenza Schouler, stretta in con un blazer nero dalle spalle squadrate, camicia bianca, gonna di pelle e stivali. La voce iconica della 48enne, insieme al musicista venezuelano Arca, ha fatto anche da colonna sonora all'evento, mentre leggeva “Diary Entries” dall'autrice best-seller Ottessa Moshfegh. Dopotutto, per la regina del cinema underground non è di certo il primo rodeo in passerella, la sua ultima uscita è stata nel 2019 per Simone Rocha a Londra e prima ancora per Miu Miu nel 2018, brand per cui aveva già sfilato nel 1996, a cui si aggiunge Dolce & Gabbana nel 2005. Per non parlare delle campagne: da volto icona degli anni '90 per Miu Miu a protagonista della prima campagna di Mugler dalla scomparsa del suo fondatore, tra abiti succinti, baci saffici e riprese che ricordano allo stessa tempo Matrix e "Windowlicker" di Aphex Twin.

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Chloë Sevigny for Dolce & Gabbana
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Chloë Sevigny for Miu Miu
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Chloë Sevigny for Simone Rocha
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Chloë Sevigny for Miu Miu
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Chloë Sevigny for Opening Ceremony
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Chloë Sevigny for Proenza Schoulier

La campagna SS22 di Mugler sembrava un susseguirsi epilettico di testimonial, dalle modelle degli anni '90 Shalom Harlow e Amber Valletta, a Megan Thee Stallion, Lourdes Lola, Bella Hadid e, a sorpresa, Chloë Sevigny. Eppure un indizio dell’ inattesa partnership tra il brand più discinto della storia della moda e l’eterna ragazzina del cinema indipendente, era trapelato già durante il matrimonio con il compagno Sinisa Mackovic lo scorso maggio, quando nell’alternarsi di abiti Glenn Martens Couture e Loewe, Chloë aveva sfoggiato un bodysuit in lycra bianco candido che lasciava ben poco all’immaginazione. E in fin dei conti sarebbe stato strano il contrario: 49 anni di look sensualissimi e una carriera che l’ha trasformata, da timida ragazzina di Springfield, Connecticut, all'icona definitiva della controcultura americana anni ‘90. Una serie di eventi fortuiti, ruoli lontani dalla scena di Hollywood e una passione per gli scandali: scegliere Chloë Sevigny come testimonial, nonostante la sua chioma bionda, gli occhi azzurri e un aspetto tutto sommato anonimo, nasconde un sottotesto ricchissimo.

Dalla sua apparizione nuda in un video musicale dei Sonic Youth, alla relazione con Harmony Korine e le scene di sesso integrali con Vincent Gallo per The Brown Bunny. Negli anni ‘90 Chloë Sevigny era solo una stagista presso la rivista per adolescenti Sassy, quando lo stylist Andrea Linett la incontrò casualmente in un'edicola di New York. Da allora la sua scalata verso lo status di it-girl è stata rapida e inarrestabile. Dopo essere stata il volto di Chloé e Marc Jacobs, aver collezionato una serie di film di culto (American Psycho, Kids, Party Monster, Boys Don’t Cry etc.) e aver disegnato una propria linea con Opening Ceremony, la Sevigny è diventata l'icona di stile di un'intera generazione. Dai giorni in cui era una skater girl degli anni '90 che bazzicava Washington Square Park alla vita come musa dell'alta moda, la svolta è arrivata con il ruolo in Kids. L’anno dopo, nella primavera del '96, divenne la musa di Miuccia nella campagna di Juergen Teller per Miu Miu, in cui colletti alti e crop top estremi creavano un look borderline, il tradizionalmente pudico e l'estremamente rivelatore, catturando il fascino contraddittorio di Chloë stessa - nonostante avesse in seguito rivelato di essersi sentita "totalmente nerd, a disagio e fuori posto" accanto a una Kate Moss sempre in posa.

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Mentre noi ci innamoravamo di Miss Sevigny, il numero di maggio 96 di Dazed & Confused vedeva Chloë in copertina. La ventenne parlava con ingenuità e trasparenza della sua relazione con Harmony ("Non gli piace niente ed è molto cattivo"), delle droghe ("Mi piacevano di più i tranquillanti... Non ho mai sniffato droghe") e del suo "amore" per il governo britannico degli anni '90 ("Sì, 'vaffanculo' al Parlamento britannico"). Oggi, dopo un taglio di capelli drastico per volontà di Guadagnino in We are who we are, Chloë ha dimostrato che anche un’adolescente ribelle prima o poi cresce, si sposa, fa un figlio, ma, mantenendo una coolness innata in tutto ciò che fa - dallo spingere il passeggino vestita Ganni o Sunnei in Times Square alla campagna con Mugler - è stata in grado di mantenuto la presa su generazioni di fan adoranti che la vedono ancora come l’eterna outsider del cinema indipendente contemporaneo.