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Le 10 migliori collezioni della Paris Fashion Week Men’s FW21

L’escapsimo e la fantasia sono stati i temi portanti di questa stagione a Parigi

Le 10 migliori collezioni della Paris Fashion Week Men’s FW21 L’escapsimo e la fantasia sono stati i temi portanti di questa stagione a Parigi

Ieri si è chiusa la Paris Fashion Week Men’s FW21, edizione del tutto digitale che ha seguito a ruota la Milan Fashion Week della scorsa settimana. Il mood di Parigi, quest’anno, non poteva essere più diverso da quello di Milano: se in quest’ultima città ha prevalso l’idea di una moda pratica e rassicurante, declinata, a seconda del brand, verso direzioni più utility o più sartoriali; a Parigi la settimana della moda è diventata escapismo puro, quasi come i designer volessero dire al pubblico di pensare a quando il lockdown sarà finito ma anche eclettismo d'ispirazione, con una varietà di mood, linguaggi e stili che a Milano non si era vista.. La molteplicità di voci è stata notevole ed esuberante, così come l’esplosione dei fit più rilassati e dei colori vivaci. 

Ecco le migliori 10 collezioni della Paris Fashion Week Men’s FW21 appena conclusasi.

Louis Vuitton

Grazie anche a un mirabile lavoro di styling firmato Ibrahim Kamara, la presentazione della collezione FW21 di Louis Vuitton è stata uno dei migliori highlight della stagione. Con questa collezione Virgil Abloh sembra concretizzato una visione ben articolata, complessa ma anche cristallina nella sua ispirazione – una sorta di melange fra le zoot suit e il linguaggio dell’Americana, un senso dello chic molto parigino e il linguaggio streetwear a cui ci aveva già abituato. 

Casablanca

Charaf Tajer vuole trasformare il suo brand nell’Hermés della Gen Z e in questa stagione ha spinto l’acceleratore sulla sua estetica après-sport fino in fondo. Con un lookbook ambientato fra il salone di un club aristocratico e un lussureggiante giardino d’inverno, il risultato è un opulento range di abiti (sia maschili che femminili) che mescola drammaticità, gender-bending, ispirazioni anni ’70, una delicata ma pungente malizia che rievoca l’ovattato e lussuoso mondo dei casinò della Monaco di un tempo che fu. 

Rick Owens

Anche se la presentazione è avvenuta nella PFW, la sfilata di quest’anno si è tenuta davanti al Tempio Votivo di Venezia – un mausoleo militare che, insieme ai look dello show, è apparso forse più gotico, minaccioso e imponente che mai. Lo stesso dramma si è visto sulla passerella, con una serie di cappotti lunghissimi, simili a teatrali mantelli, look apocalittici e decostruiti e dettagli fuori di testa come mutande decorate da pentacoli, stivali di pelliccia verde e Converse dalla silhouette affilata.

GmbH

Quest’anno, il brand di Serhat Isik e Benjamin Huseby ha optato per tailoring molto raffinato e preciso nelle sue linee, che sembra sospeso a metà fra l’Opera di Parigi e un club underground. Il tratto più gender-bending della collezione (e anche il suo tema sartoriale/visivo portante) è il decolleté maschile, con una costruzione a X ora in lana ora in pelliccia che inserisce nella classica uniforme maschile, dotata per l’occasione di giacche drappeggiate e stivali con zip.

Jil Sander

Il minimalismo tipico del brand, reinterpretato da Luke e Lucie Meier, si è mosso verso una direzione inedita in questa stagione, accentuando gli aspetti più fluidi e affilati dei classici del guardaroba maschile e aggiungendo una punta di civetteria in una serie di accessori e hardware argentati che si sono mescolati allo splendore delle pelli e che hanno trovato la propria vivacità in un layering estroso.

Alyx

Quasi come se il suo lavoro da Givenchy lo avesse purificato dei suoi aspetti più eccessivi, il lavoro di Matthew Williams per la collezione FW21 di Alyx è apparso quasi minimalistico e pratico, molto più coi piedi per terra di prima, pur mantenendo il proprio personale linguaggio di design pulito, geometrico e lussuoso. Una serie di colorway inedite e solari alleggeriscono notevolmente il mood con una serie di tocchi azzurri e rossi alternati dall’uso di materiali dalle diverse consistenze.

Loewe

Per la collezione di quest’anno, anch’essa presentata tramite un libro, Jonathan Anderson si è ispirato al poeta, scrittore e pittore americano Joe Brainard e alla sua tecnica del collage. Molti degli abiti della stagione (e specialmente un “triplo” maglione e un paio di pantaloni bondage) sono fondati sul concetto della ripetizione a oltranza di una singola forma, ma ci sono anche intricati lavori di maglieria e tote decorate con le opere d’arte del creativo USA. Una seconda parte della collezione, inoltre, è stata prodotta dall’incubator Eye/Loewe/Nature dedicato alla sostenibilità.

Dior

Mescolando i dipinti di Peter Doig con un twist radicale e molto camp sulle classiche uniformi militari, Kim Jones ha creato una collezione dinamica, fortunatamente priva dei fronzoli di troppo. Il mood della collezione è stato più “caldo” del solito grazie all’uso di colori terra mentre l’attento lavoro sul layering e sull’alternanza di consistenze ora lisce ora morbide ha reso vivace e dinamico lo show, svoltosi con in sottofondo l’esuberanza EDM di Anne Clark.

Dries Van Noten

Senza sprofondare nell’abisso delle filosofie e delle narrative, Dries Van Noten ha affrontato la stagione FW21 con una certa calma e serenità creative. Il designer belga ha dato una serie di fantasiosi twist (sia sul piano delle proporzioni e dei tagli che su quello dei colori e dei pattern) ai grandi classici del guardaroba maschile, ottenendo una collezione molto grounded ma anche fortemente espressiva e fantasiosa. 

Hed Mayner

Il designer israeliano ha portato sulle passerelle di Parigi quella che è forse la collezione più riuscita e completa sin dalla fondazione del suo brand, nel 2015. Il suo lavoro sulle silhouette oversize, mescolato a una maggiore aderenza al classico linguaggio sartoriale, ha prodotto una serie di capi che sono allo stesso tempo tradizionali e scultorei, con un lavoro assai interessante sulla proporzione e il drappeggio di pantaloni, giacche e camice.