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I 5 momenti più 'WTF' nel mondo della moda nel 2020

Dall'arrivo di Raf Simons da Prada all'annuncio della linea Yeezy Gap

I 5 momenti più 'WTF' nel mondo della moda nel 2020 Dall'arrivo di Raf Simons da Prada all'annuncio della linea Yeezy Gap

In un anno già parecchio complicato, l’industria della moda ha continuato il suo corso in modo tutt’altro che mellifluo, riservando, come di consueto, grandi sorprese e colpi di scena. In tempi di collaborazioni impossibili e joint venture inaspettate, il 2020 dell’industria della moda ha visto eccezionali casi di musical chairs, il cosiddetto gioco delle sedie che coinvolge i vertici dei brand di moda, che vede l’avvicendarsi alla guida delle maggiori Maison i designer più conosciuti del momento. 

In un anno talmente particolare l'industria della moda ha riscoperto il proprio impegno politico, prima con le proteste del Black Lives Matter, in seguito con l'invito a votare per le elezioni presidenziali americane, creando merch e collezioni ad hoc e portando l'arte della protesta anche sulle copertine delle riviste di moda più influenti. Altro tema dominante è stato la sostenibilità, con nuove pratiche e brand emergenti devoti alla causa. Tuttavia, in questa particolare classifica, nss magazine ha deciso di concentrarsi sui momenti mediaticamente più rilevanti, che sono anche quelli in grado di scatenare dei cambiamenti davvero epocali. In dodici mesi ricchi di eventi, nonostante lockdown e restrizioni, l’industria della moda ha regalato la giuste dose di momenti da soap opera. nss magazine ha raccolto di seguito i momenti più inaspettati e strabilianti degli ultimi dodici mesi della moda. 

 

La co-direzione creativa di Miuccia Prada e Raf Simons

Con una conferenza stampa convocata all’ultimo momento in una fredda domenica mattina, Miuccia Prada ha accolto i giornalisti accanto a colui il quale di lì a breve sarebbe diventato il co-direttore creativo dello storico marchio di Milano. Quel timido designer belga altro non era che Raf Simons, che con la sua presenza confermava le voci che nei mesi precedenti si erano fatte sempre più insistenti. Difficile ricordare un’accoglienza tanto positiva e piena di aspettativa per un annuncio di questa portata, soprattutto visto l’incontro - senza precedenti - tra due designer della portata di Prada e Simons, due creativi che hanno scritto la storia della moda, ognuno con le sue ossessioni e i propri inderogabili rituali. La prima sfilata congiunta, svelata in forma digitale lo scorso settembre, era solo il primo tassello di una collaborazione totale e totalizzante, che punta a fondere due immaginari altamente identificativi, e per questo di sicuro successo. Vista l'autorevolezza dei nomi coinvolti, è probabile (e possibile) che il nuovo tipo di collaborazione inaugurato da Simons e Prada possa diventare un trend, partendo dall'assunto che due direttori creativi sono meglio di uno

 

La release delle Air Dior 

Tecnicamente si è iniziato a parlare di quello che forse è finora il massimo esempio di luxury sneaker a dicembre dello scorso anno, dopo la sfilata Pre-Fall 2020 tenutasi a Miami in cui Kim Jones aveva fatto sfilare delle Air Jordan 1 mai viste prima, arricchite nello Swoosh dal monogram della Maison francese. Nei mesi successivi l’attesa si è fatta sempre più impellente, complice il continuo leak di immagini e il lookbook della collezione apparel che aveva già ricevuto l'endorsement di Travis Scott e di altre celebrity, ma soprattutto a causa della pandemia, che ha ritardato sensibilmente la release della scarpa. Al momento del drop, in ogni caso, la procedura per tentare l’acquisto era tutt’altro che semplice, visto il tentativo di Dior di rendere la release il più possibile esclusiva e limitata. Al di là dell’effettivo successo della sneaker (date un'occhiata ai prezzi di resell della scarpa su StockX per farvi un’idea), l’incontro tra Dior, Kim Jones e Nike ha esasperato al massimo l'idea di luxury sneaker, portando il concetto ad un livello talmente alto e irripetibile che paradossalmente potrebbe segnare la fine del luxury streetwear per come lo conosciamo. 

 

La nomina di Kim Jones da Fendi 

Torniamo a parlare del direttore creativo di Dior Homme, senza dubbio uno dei protagonisti dell'industria della moda di quest'anno. Sì perché dopo l’enorme clamore suscitato dalle sue ultime collezioni per Dior, Kim Jones ha annunciato lo scorso settembre, in modo del tutto inaspettato, il suo arrivo alla guida di Fendi. La posizione ora occupata da Jones è in realtà assai delicata oltre che ambita, in quanto questa nomina lo rende l’erede diretto di Karl Lagerfeld, precedente direttore artistico delle collezioni femminili di Fendi – una posizione vacante che non era mai stata ufficialmente assegnata a qualcuno dopo la morte del designer l’anno scorso e che aveva reso Silvia Venturini Fendi la principale figura creativa del brand. Qualche giorno fa, per rincarare la dose, Jones ha annunciato inoltre che il prossimo gennaio Fendi sfilerà durante la Settimana della Moda dedicata all’Haute Couture. Se di solito i nuovi direttori creativi esordiscono nel ready-to-wear, la decisione di far debuttare Jones con l’haute couture testimonia un forte ottimismo. Staremo a vedere, certi che Jones continuerà a dominare il settore anche nei prossimi mesi.

 

Le travagliate collaborazioni di Gap 

Non è stato un anno facile per Gap, che come altri brand del fast fashion ha pagato a caro prezzo i mesi di chiusura forzata, che hanno portata alla chiusura di un gran numero di store, soprattutto in Europa. L’anno si era aperto con l’annuncio di una collaborazione con Telfar, il brand emergente più in crescita degli ultimi mesi, per una collezione genderless che avrebbe dovuto ridefinire l'identità della catena di fast fashion, avvicinandola il più possibile ad un pubblico di fashionisti, e allo stesso tempo far conoscere il lavoro del designer americano ad un'audience ancora più vasta. Quando però a giugno Gap stesso ha annunciato una collaborazione con Yeezy, la capsule con Telfar è passata in secondo piano, tanto da essere addirittura cancellata, non senza polemiche. Il sogno della moda democratica professato da Kanye West prende così forma, e vedrà ufficialmente la luce nei primi mesi del 2021. Ma non solo. La peculiarità dell’accordo stipulato da West con Gap, che potrebbe portare circa un miliardo di dollari all’anno nella casse del brand americano, sta innanzitutto nella sua durata - ben dieci anni - così come la nomina di Mowalola Ogunlesi alla guida di Yeezy Gap. Insolita, perché nella sua carriera nella moda Kanye West non ha mai scelto di mettersi vicino un designer in ascesa come Mowalola, preferendo sempre scovare talenti ancora non esplosi. Ci avrà visto lungo? 

 

L’acquisizione di Stone Island da parte di Moncler 

La notizia più importante per l’industria della moda italiana è arrivata, ancora una volta a sorpresa, nelle ultime settimane. Lo scorso 7 dicembre, infatti, il brand guidato da Remo Ruffini ha annunciato l’acquisizione del brand guidato Carlo Rivetti per 1,16 miliardi di dollari. Si tratta di un’operazione imponente e assolutamente storica, dato che si tratta della prima volta in cui due brand di questa portata, unici per il loro archivio, la loro ricerca e innovazione, ma anche per il legame che vantano con il mondo dello streetwear, si uniscono in quella che è di fatto una dichiarazione d’indipendenza verso i grandi conglomerati del lusso, come LVMH e Kering. Un segnale importante per la produttività italiana in questo anno travagliato e che segna ufficialmente l'inizio del New Luxury Italian Outerwear