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Il lancio digitale dell’All Stars Program di Converse

Una community di creativi per promuovere le voci e i talenti della prossima generazione

Il lancio digitale dell’All Stars Program di Converse Una community di creativi per promuovere le voci e i talenti della prossima generazione

Pochi brand negli ultimi anni hanno avuto la possibilità e la capacità di costruire un immaginario comune, cool e penetrante come Converse. Le collaborazioni con Tyler, the Creator, ASAP Nast, e più di recente Samuel Ross hanno catapultato il brand nella posizione solida di chi ha creato una estetica molto definita e soprattutto contemporanea, che ha funzionato a cascata in molte diverse realtà nazionali, da quella inglese, con le partnership con Octavian o Lava La Rue, a quella italiana. Uno dei capisaldi della recente strategia del brand è stata la ricerca, lo scouting e la promozione di figure che potessero incontrare il ruolo di “All Stars”: «leader emergenti che lottano per il cambiamento nello sport e nella cultura», come vengono definiti dal brand, che ha l’obiettivo di «affinare i loro talenti creativi e amplificare le loro voci — supportati dall'opportunità di co-creare lavoro creativo e plasmare il futuro di Converse sulle sue piattaforme sociali e digitali».

Proprio per convogliare sotto un unico hub digitale - che prosegue il lavoro delle All Star Series fisiche - è stato presentato l’All Stars Program. nss magazine era presente al lancio digitale, che ha visto il coinvolgimento di alcuni dei designer fondamentali dello streetwear contemporaneo, tra cui Virgil Abloh e Samuel Ross, le performance speciali di Octavian e Tobe Nwigwe, un artista multimediale ancora poco conosciuto in Italia ma dalle enormi capacità e potenzialità.  All’interno delle classi, aperte dal CEO di Converse, Scott Uzzell, hanno trovato spazio alcuni tra i black creatives più interessanti del panorama USA contemporaneo: Tramaine Emory, la mente dietro Denim Tears, che solo qualche settimana fa aveva mobilitato Instagram con un paio di Chuck 70 customizzate con la bandiera pan-africana di David Hammons. O Issa Rae, la creatrice di Insecure e tra le più brillanti artiste della nuova generazione di black creator. Durante la seconda giornata invece la discussione tra Samuel Ross e Virgil Abloh ha monopolizzato l’attenzione, partendo dalla storia di mentorship di Abloh e Ross, arrivando a cosa questa generazione di black designer può far per la black community tutta.

«Possiamo avere un ruolo simile a quello degli attivisti per i diritti civili degli anni ‘60», ha detto Abloh, facendo riferimento al ruolo fondamentale di black designer e dei black artist in generale nel particolare momento storico vissuto dagli USA. Soprattutto durante la prima giornata di sessioni - che non a caso è stata definita “Taking Creative Action” - si è parlato molto del ruolo che l’arte, la moda e il design possono avere nel muovere le coscienze dei giovani - attraverso la mobilitazione al voto, ad esempio. 

Questa due giorni è stata anche l’occasione per lanciare Converse All Star Captains, un programma di accelerazione da 1 milione di dollari che sosterrà le attività di una dozzina di creativi All Star impegnati nei campi dell’inclusività, sostenibilità e diversità. Un programma che partirà ad ottobre - quando gli All Star avranno l’opportunità di presentare le loro idee individuali a Converse - e i svilupperà nell’arco dei prossimi 9 mesi. L’impegno di Converse e la rilevanza del ruolo di mentorship sono ben rappresentati da un film scritto da Ify White-Thorpe sotto la mentorship di Issa Rae, con musica originale di James e Philip Matthew sotto la mentorship di Tyler The Creator e la regia di Leo Aguirre. Un modus operandi diventato ormai marchio di fabbrica del brand e - il recruiting di Spencer McMullen da parte di Tyler è un esempio - con l’intenzione di riscrivere il futuro.