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Perché gli attivisti climatici si stanno incollando alle opere d’arte

E cos'altro dobbiamo aspettarci

Perché gli attivisti climatici si stanno incollando alle opere d’arte E cos'altro dobbiamo aspettarci

Un'opera d'arte di Horatio McCulloch a Glasgow, un paesaggio di Turner conservato a Manchester,  un dipinto di Constable alla National Gallery, una copia di Da Vinci, una tela di Vincent Van Gogh alla Courtauld Gallery di Londra e per finire un’opera di Horatio McCulloch a Glasgow. Forse avrete già sentito parlare negli ultimi mesi di Just Stop Oil, un gruppo di attivisti climatici noto ai media per le insolite tattiche di protesta adottate, come assaltare la pista del Gran Premio di Gran Bretagna, bloccare degli ingressi agli impianti petroliferi, interrompere le partite di calcio legandosi ai pali delle porte. Quella di attaccarsi con la colla ad alcune delle cornici delle opere d’arte più celebri e costose della storia è l’ultima di una lunga serie di iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’emergenza climatica. «I giovani del mondo non hanno letteralmente più niente da perdere, siamo una generazione sacrificata» ha detto Paul Bell al The Guardian, 21enne laureato in fisica di Birmingham, nonché uno dei due ragazzi che si sono volontariamente attaccati alla cornice dell'Aeolian Harp di Thomson, un paesaggio del 1809 che mostra una veduta del Tamigi.

@talktv Protesters glue themselves to a Turner painting at Manchester Art Gallery #talktv #talkradio #juststopoil original sound - TalkTV

Nel caso dell'azione alla Nationwide Gallery, i protestanti hanno persino rivestito la tela The Hay Wain di John Constable con scotch e fogli di carta prima di incollare le proprie braccia in segno di protesta contro le iniziative britanniche per il petrolio e la benzina, secondo gli esperti apportando dei danni irreparabili all'opera stessa. Il gruppo ha dichiarato che le immagini con cui hanno rivestito l'opera di valore inestimabile del 1821 rivela una "scena da incubo che dimostra come il petrolio distruggerà la nostra campagna". Nessuno può contestare il fatto che azioni come queste generino pubblicità e facciano parlare del cambiamento climatico, ma perché l'arte? Già a maggio la Monna Lisa era stata imbrattata da un attivista francese al grido di "tutti gli artisti vi dicono: pensate alla Terra! Tutti gli artisti pensano alla Terra! Ecco perché ho fatto questo! Pensate al pianeta!". Sempre Paul Bell, questa volta a Dazed, ha cercato di rispondere al quesito: «L'ho fatto a sostegno della coalizione Just Stop Oil: No al nuovo petrolio. Niente nuove licenze e autorizzazioni per la produzione, lo sviluppo e l'esplorazione di combustibili fossili nel Regno Unito. Questa richiesta non è difficile da attuare - richiede solo che il governo rilasci una dichiarazione e si impegni a rispettarla - ma è disperatamente necessaria perché il nostro futuro sta rapidamente diventando invivibile e l'establishment artistico è complice del genocidio. I direttori delle istituzioni artistiche dovrebbero chiedere al governo di fermare immediatamente tutti i nuovi progetti di petrolio e gas».

@talktv BREAKING: Just Stop Oil protesters have glued themselves to a Constable painting at London's National Gallery #painting #nationalgallery #juststopoil original sound - TalkTV

Sicuramente se lo scopo era essere al centro dell'attenzione pubblica, è stato raggiunto. Una fonte dell'organizzazione ha suggerito che proteste nelle galleria d'arte erano un modo per mantenere l'attenzione sulla causa del gruppo prima di ulteriori azioni nelle prossime settimane, come quella del 27, una protesta di massa a Londra in collaborazione con il progetto Peace and Justice di Jeremy Corbyn. Di certo, gli operatori delle sale delle Gallerie d'Inghilterra non possono ancora abbassare la guardia.