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Come la musica, la moda e l'arte stanno cambiando il concetto di mascolinità

Il caso di Lil Nas X e il Versace Pink Cowboy outfit

Come la musica, la moda e l'arte stanno cambiando il concetto di mascolinità Il caso di Lil Nas X e il Versace Pink Cowboy outfit

Durante la cerimonia di premiazione dei Grammy, Lil Nas X - premiato per “Miglior video musicale” e “Miglior performance duo” - ha indossato uno splendido abito custom-made di Versace, realizzato appositamente per il country-trapper di “Old Town Road”. Estetica cowboy, pelle rosa, richiami al bondage e trasparenze hanno esaltato la figura di Lil Nas X, diventato dopo il coming out dello scorso luglio uno dei simboli della ridefinizione della mascolinità all’interno della black community, ancor più considerati i due generi in cui X viene catalogato, il country e la trap, la cui cultura è da sempre infarcita di stereotipi machisti.

L’outfit di Lil Nas X è stato uno dei più apprezzati dai media di settore, presenza fissa nella lista dei best-dressed che affollano i website delle riviste di moda: W Magazine ha notato come «Era l’harness che si abbinava alla parte inferiore che è divenuto uno dei look più iconici di Versace» ricordando la campagna di Gianni Versace del 1992 chiamata "Miss S&M”.

Il legame con la collezione diventa ancora più importante quando si nota che i protagonisti della campagna del ‘92 erano unicamente donne, uno dei segni del tentativo della moda mainstream di fare i conti con la nuova definizione di mascolinità e di sdoganamento dagli stereotipi già messo in atto nelle scorse stagioni da designer come Shayne Oliver o Telfar. Non tutti però hanno gradito o apprezzato l’outfit di Lil Nas X: il rapper Pastor Troy - un rapper della vecchia generazione deep south e hardcore - ha pubblicato sul suo account Instagram un rant omofobo: «“Beh, Suppongo che non vincerò un Grammy.. se questo è quello che dovrò indossare», per poi proseguire: «la loro agenda consiste nell’espopriare gli uomini dalla loro mascolinità, in particolare gli uomini di colore. Alcuni dicono ‘Farà soldi!!’». Al post, Lil Nas X ha risposto semplicemente con un «Sono proprio venuto bene in questa foto », depotenziando il rigurgito omofobo di Pastor Troy.



Il ruolo di “facilitatore” che Lil Nas X si era autoassegnato a luglio, parlando alla CBS, era stato fondamentale per renderlo uno dei simboli della moderna comunità LGBTQ+: « Per me essere in questa posizione è facile. Ma per qualche ragazzo a 10 miglia da qui, non sarà facile». Fino a pochi anni fa infatti, la mascolinità nera aveva offerto una sola versione di se stessa, che faceva spesso riferimento al concetto di iper mascolinità. In una intervista su VICE, Dapper Dan aveva fatto ricadere parte della colpa dello stereotipo alla street culture dei ghetti americani: «"Per le strada, c’è una vision distorta della mascolinità. Quando hai I buchi alle scarpe e vedi qualcuno fare soldi, quel qualcun diventa il tuo eroe. Ma la verà mascolinità non è essere in grado di infliggere dolore ma di riceverlo". L'iper Mascolinità e l'ipersessualizzazione della mascolinità nera sono state perpetrate per anni nell’industria dell’intrattenimento, come faceva notare Wesley Morris su New York Times, a cominciare dalla blaxploitation fino ai gangsta movie degli anni ‘90 “Moonlight”, il film con cui Barry Jenkins ha vinto l’Oscar nel 2017, è stato il primo film mainstream a sfidare quel tipo di estetica, e a mettere in scena le diverse sfumature di mascolinità possibili. Oltre al cinema e al mondo della moda - basti pensare allo show di Telfar a Pitti di Firenze - anche l’arte e la fotografia hanno provato a esporsi per l’elaborazione di una nuova mascolinità nera: Tyler Mitchell - il fotografo che aveva ritratto Beyoncé sulla cover di Vogue - intervistato da Highsnobiety in occasione dell’inagurazione della sua personale, aveva detto: « Presentare una vision alternativa della mascolinità è arduo. Se non stabiliamo l’immaginario comune della mascolinità e le diffondiamo nella cultura pop, gli uomini non avranno un modello che li spinga ad essere se stessi».

Anche l’artista Shikeith qualche mese fa provato a esplorare il concetto di new masculinity, così come Joshua Renfroe, intervistato anche qui su nss magazine: «Come uomo nero, la società cerca continuamente di inserirti all’interno di catalogazioni standard e sono molto contento che le persone continuino a rompere quelle catalogazioni e semplicemente essere loro stesse». 
E’ importante, fondamentale, che nei diversi campi del mondo dell’arte vengano mostrare rappresentazioni che non si appiattiscono sugli stereotipi consolidati negli ultimi 30 anni di industria dell’intrattenimento. Le rappresentazioni estetiche o gli show-off pubblici come quello di Lil Nas X sono essenziali per favorire un processo di normalizzazione oggi ancora non completo, come dimostra il rant di una figura pubblica - per quanto in Europa poco conosciuta - come Pastor Troy.