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Perché la polemica sulla canzone di Ghali è una vittoria per Salvini

Il remix del brano di Stormzy riaccende il dibattito sull'impegno politico della scena rap italiana

Perché la polemica sulla canzone di Ghali è una vittoria per Salvini Il remix del brano di Stormzy riaccende il dibattito sull'impegno politico della scena rap italiana

Salvini dice che chi è arrivato col gommon / Non può stare .it ma stare .com 
Anche se quando consegnavo pizze ai campi Rom / Mi lasciavano più mance degli artisti Pop [...]

Alla partita del Milan ero in tribuna con gente / C’era un politico fascista che annusava l’ambiente
La squadra da aiutare a casa propria praticamente / Forse suo figlio è pure fan, che mi guardava nel mentre, ah.

Sono bastati questi pochi versi a riaccendere un dibattito ormai decennale sull'impegno politico del rap italiano, una polemica poi inevitabilmente cavalcata e in ultima analisi vinta dal politico citato in queste barre. Lo scontro è stato ripreso da moltissimi giornali italiani, che hanno giocato facile sullo scontro tra il rapper e il ministro, ma facciamo un attimo il punto della situazione sulla polemica tra Ghali e Matteo Salvini

Qualche giorno fa Ghali ha pubblicato un remix di Vossi Bop di Stormzy, una pratica consueta nell'industria per far conoscere anche oltre i confini del proprio Paese un brano potenzialmente di grande successo. Ghali ha ripreso quindi la traccia dell'artista inglese, a cui ha aggiunto dei nuovi versi scritti da lui che a molti hanno ricordato il Ghali dei primi anni, quello di Dende e Wily Wily per intenderci. Le nuove barre scritte da Ghali vanno a fondersi perfettamente alle altre strofe in francese e in arabo. Se si da un'occhiata ai commenti sotto al video YouTube del brano, poi, sono tanti quelli entusiasti della presa di posizione dell'artista di origini tunisine. 

Per comprendere ancora meglio la vera essenza del brano, quanto meno nella sua versione originale, non bisogna dimenticarsi o sottovalutare la portata politica del lavoro di Stormzy, come spiega bene Elia Alovisi su ViceAl momento Stormzy è il rapper e MC inglese più politicamente schierato: ai BRIT Awards del 2018 si era lanciato in un freestyle contro la gestione dell'incendio della Grenfell Tower (che aveva causato 72 morti) e della Premier Theresa May, e qualche settimana fa è stato il primo rapper inglese ad essere headliner del Glastonbury, probabilmente il festival più importante d'Europa. Come scrive Tommaso Naccari su Rolling Stone questo remix segna il ritorno di Ghali ad un rap più autentico, più fedele alle sue origini, dopo anni di successo ottenuti anche grazie a hit più pop e a tratti reaggeton. Ma l'aspetto forse più interessante di tutta la questione è che la satira politica fatta da Ghali non è dura, cruda, senza mezzi termini, non si lancia in accuse pesanti senza possibilità di ribattere, come avevano fatto altri suoi colleghi in modo ben più violento, da Salmo a Gemitaiz. Le frecciatine si "confondono" in versi leggeri e in rime piuttosto mainstream. 

Dopo la release del brano Ghali aveva pubblicato alcune Instagram Stories in cui sostanzialmente si sfilava dalla polemica dichiarando che le sue parole non facevano riferimento a Salvini e che non andavano quindi considerate come un'accusa polemica, cercando in qualche modo di chiudere la questione. Quando si tratta di Ghali che parla di politica, e ancor di più se si tratta di Salvini, il rischio di strumentalizzazione è sempre altissimo: chi meglio di un artista di origini tunisine può essere il rappresentante migliore contro le politiche razziste di Salvini?, penseranno in molti, anche quando Ghali stesso non vorrebbe essere buttato nella mischia. Perché va bene avere Salmo contro Salvini, con le sue rime durissime, ma vuoi mettere un rapper che piace ai giovani e che è pure di origine africana? Non c'è paragone. 

La canzone rap in questione ha sì un messaggio politico - anche se non stiamo parlando di Kendrick Lamar o Jay-Z - e avrebbe potuto tranquillamente raccimolare le sue migliaia di views e di stream senza fare troppo chiasso, ma invece Vossi Bop si è trasfermato in un caso politico, per volere di Salvini stesso. Dopo aver twittato "Mi insulta, ma la sua musica non mi dispiace. E' grave???", gli è bastato semplicemente postare sulla sua pagina Instagram lo spezzone della canzone con i versi riferiti a lui, con la caption "Agli insulti rispondiamo come meglio sappiamo fare, con saluti e tanti bacioni", perché i suoi seguaci facessero il resto. Ad oggi il post ha totalizzato oltre 5 mila commenti, che sono davvero la componente più preoccupante e inquietante di tutta la questione. Si passa da "Ma io dico in quale paese puoi insultare un ministro e passarla liscia ? aaa forse puoi insultare solo quelli di destra se fosse di sinistra ti danno il 41 bis", "Ecco un altro che si sente italiano ma che ha la sindrome dell antiitaliano. Vada a fare politica in Africa, magari gli va meglio" a "È solo uno dei tanti drogati che esalta i nostri figli, se tornasse in Marocco con il padre galeotto", passando per "Ma chi è il fratello della Carola", fino a "Un tossico in cerca di visibilità.

Ghali probabilmente è già in cima alla lista nera di Salvini degli artisti da riportare a casa loro, ma in realtà in questo caso la questione politica è totalmente secondaria, o meglio, la questione politica non esisteva nemmeno prima che Salvini postasse il brano sul suo Instagram. Seguendo un modello di comunicazione obiettivamente molto efficace, al segretario della Lega serviva solo un pretesto per risvegliare i suoi follower, assopiti per la mancanza di polemiche veramente interessanti causa vacanze estive - l'emergenza sbarchi è un evergreen, ma ogni tanto serve qualcosa di fresco. Il profilo Instagram di Salvini, caratterizzato da un'estetica francamente brutta, è l'esempio migliore per capire come funziona la comunicazione del ministro: le immagini postate sono quasi tutte screenshot di titoli di giornale in grado di accumulare un tasso di engegament che farebbe invidia ad ogni influncer. Salvini è concreto, vuole parlare di un argomento? Posta l'articolo che più gli fa gioco e aspetta solo che i suoi follower gli diano ragione, come nel caso della canzone di Ghali. 

Va riconosciuto però a Ghali il tentativo (timido e più o meno volontario) di riportare il discorso politico nella scena rap, che in questi anni si è persa tra flexate di diamanti e serate in discoteca con le bitch. Non è chiaro quanto il pubblico di Ghali sia consapevole o anche solo interessato alla situazione politica italiana, così come sembra ancora da decretare se gli artisti possano o meno esprimere la loro opinione in materia - vedi il caso Emma Marrone - ma è chiaro che una produzione artistica più ragionata e attenta non può che farci bene di questi tempi.