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Tutti Fenomeni: se Franco Battiato fosse stato un trap boy

Tra la bohème e la trap, il nuovo talento da tenere d’occhio

Tutti Fenomeni: se Franco Battiato fosse stato un trap boy  Tra la bohème e la trap, il nuovo talento da tenere d’occhio

Nel 1981 Franco Battiato cantava “l'ira funesta dei profughi afghani che dal confine si spostarono nell'Iran” e regalava ad uno dei suoi più grandi successi la poetica di una telecronaca pop, ricodificando la grammatica della musica leggera. Nel 2018, Tutti Fenomeni porta quello stesso reportage davanti alle telecamere di un telegiornale, il suo, nel videoclip del singolo Troppa Vendetta prodotto da Close Listen e pubblicato tre mesi fa su Youtube. 

L’artista si cala nelle vesti di un giornalista disadattato, pieno di tic e dipendenze che se ne va in giro per la capitale giocando a calcio e intervistando dal suo studio chiunque gli capiti a tiro, da Ornella Muti a Franco Battiato stesso. In un periodo storico in cui rapper e trapper fanno a gara a chi posta per primo la foto dell’ennesima visualizzazione, disco d’oro o sold out di turno, Tutti Fenomeni rompe gli schemi, colpendo per la sua vena poetica sprezzante ma allo stesso tempo romantica e per la sua dissacrante ironia da meme virale, emergendo dal marasma di nuove promesse, nonostante una pagina Facebook inesistente e un basso profilo social, insegnandoci che le strategie di social marketing qui servono il giusto perché se una cosa funziona, funziona.

Dell’artista romano si sa poco e niente. Al contrario di quanto si possa pensare dopo aver sentito il suo nome, Tutti Fenomeni è soltanto uno: Giorgio Quarzo Guarascio vive a Roma, classe ’96, alle spalle un progetto noto col nome di Skamarcho (nel video dell’unico brano caricato su Youtube, Saranno Madri, compare anche Tea Falco) e alcune collaborazioni con i Tauro Boys - collettivo rap romano che si sta facendo notare – e diversi singoli buttati fuori su YouTube con video originali, strani, che restano impressi nella mente come uno scherzo pesante che capisci soltanto qualche minuto dopo.

Inizia a ricevere attenzione già dopo il singolo Bondage dei Tauro Boys a cui partecipa con alcune rime in cui riversa se stesso completamente. Sono solo 15 secondi, ma bastano: giusto il tempo di una story di Instagram per scatenare la curiosità del pubblico virtuale e far accendere i riflettori su di lui.

In seguito, la collaborazione con il giovanissimo collettivo romano prosegue, facendo dell’artista un ponte tra la scena trap, rappresentata da realtà come quella della Dark Polo Gang, Sfera Ebbasta e i Tauro Boys, appunto, e quella indipendente dello stesso Tutti Fenomeni che, ci scommettiamo, potrete presto trovare associato su Spotify a una famiglia di ‘artisti simili’ come Carl Brave, Cosmo o i Coma Cose.

Con i Tauro Boys da’ vita a 2004/2005, una ballata trap dal sapore vintage: un altro cameo per il giovane artista che qui rincorre le sue stesse rime già fatte, rimescolandole e trasformandole in modi di dire, muovendosi con abilità all’interno di un divertente auto-citazionismo.

 

Se Franco Battiato voleva vederti danzare senza inibizioni e preconcetti, Tutti Fenomeni vuole vederti puntare: che cosa? Una pistola contro le istituzioni, contro una politica sfatta e confusa, contro “una sinistra che è diventata troppo di destra”, contro il senso comune e a tratti, parrebbe, anche contro lui stesso. Una presa di posizione che a pensarci bene fa drizzare bene le orecchie davanti a questo nuovo (trapper?) artista romano che, in giacca e cravatta, riccioli neri, nessun tatuaggio visibile e con quell’area un po’ bohémien, pensa più a Palazzo Chigi che alle borse di Gucci. Un argomento, quello politico, mai toccato dalla new wave che sempre più spesso si cela dietro ad un “non la seguo molto, quindi per evitare di dire fesserie non ne parlo”. Non che tutti debbano politicizzarsi, questo è chiaro ma, andiamo, siamo nel 2018: sicuri che andremo avanti ancora per molto a versetti, pizza e sigarette sul divano?

Le parole e le frasi di Tutti Fenomeni sono nuove, frizzanti, inchiodano il presente al muro, si mescolano come in un cruciverba pazzo in cui la soluzione è a volte chiara, altre enigmatica. Un immaginario raffinato che si contraddice, a tratti osceno, che prende spunto dal quotidiano per farne un’analisi illogica e schiacciante: attraverso le sue scelte stilistiche e lessicali assolutamente inedite e fuori dal comune, Tutti Fenomeni entra di diritto tra gli artisti emergenti da tenere d’occhio quest’anno.