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Abbiamo parlato con OMAKE e il duo SHUNE del loro ultimo album 'Raw'

Una cross-interview che esplora non solo il loro ultimo lavoro ma anche l'intimità degli attori che l'hanno realizzato

Abbiamo parlato con OMAKE e il duo SHUNE del loro ultimo album 'Raw' Una cross-interview che esplora non solo il loro ultimo lavoro ma anche l'intimità degli attori che l'hanno realizzato

Cantautore che sfugge ad ogni etichettatura, OMAKE ha recentemente presentato il suo ultimo album realizzato in collaborazione con il duo di musica elettronica SHUNE. Il risultato è Raw, un lavoro che trascende la sola musica elettronica ma che, tra elettronica rarefatta, rap contemporaneo e il più moderno e oscuro cantautorato americano, si concretizza come una richiesta di comprensione e pace nella dicotomia amore/scontro che pulsa a pieno nelle liriche potenti e crude.

Colpiti da questa produzione, abbiamo avuto l’occasione di parlare non solo con OMAKE e gli SHUNE ma anche con i recenti vincitori dell’ultimo Milan Fashion Film Festival Bonasia & Narcisi, le menti dietro il primo video estratto da Raw, Thruths & Enemies, in una cross-interview che esplora non solo questa produzione ma anche gli attori che ne hanno preso parte. 

 

#1 Cosa è OMAKE e in che modo è nato OMAKE x SHUNE?

OMAKE: OMAKE per me è un contenitore. Non è solo un moniker o un nome d’arte che dir si voglia. Dentro OMAKE metto delle parti di me che purtroppo nella vita di ogni giorno non sempre riesco a far emergere. La schiettezza nel mettersi a nudo, la voglia di spingere le proprie inclinazioni creative oltre i limiti personali imposti dal mio io nella vita reale. È il mix fra il Francesco adulto di adesso, specie per quanto riguarda gli aspetti organizzativi del progetto (non ho, ne ho mai avuto, un management), e quello che 20 anni fa iniziò a scrivere quelle che lui definì come canzoni.

SHUNE: Abbiamo conosciuto Francesco (OMAKE) ad una serata in cui abbiamo suonato assieme. Dopo quel live ci siamo scritti in privato e incontrati di persona. Abbiamo fatto due chiacchere riguardo ai nostri progetti, alle nostre esperienze e a ciò che avremmo voluto fare in futuro per quanto riguarda l’aspetto musicale. Abbiamo trovato molti punti in comune e abbiamo deciso di provare una collaborazione che ci ha portato fino a qui. 

 

#2 Parlateci di questa collaborazione, cosa vi ha spinto a unire le forze e realizzare un full album insieme? In che modo i vostri stili musicali e personali si sono incontrati - o scontrati?

O: da parte mia, la spinta a cercare dei collaboratori che entrassero a far parte a 360° di quello che sarebbe stato il mio nuovo album è stata fondamentale dal punto di vista musicale ed emotivo. Sapevo che dopo COLUMNS avrei voluto innanzitutto qualcuno con cui mettere insieme una vera e propria band, soprattutto dal punto di vista dell’esecuzione dal vivo. Inoltre c’era in me il problema di avere molti preconcetti su quello che posso o meno fare con la mia voce, e sono stati proprio Luca e Davide a farmi capire che avevo dentro delle cose che non pensavo di avere. Canzoni come Sidewalks / Grace_Fireworks e YP_GRLZ non sarebbero mai nate se loro non mi avessero detto “guarda Francesco che tu questa cosa la sai fare”. Musicalmente parlando sarò in debito con loro per sempre.

S: La ricerca di sonorità nuove e ampliare il background musicale per poter creare qualcosa anche di meno familiare rispetto a ciò che siamo stati abituati a comporre e produrre. Fortunatamente ci siamo trovati sempre abbastanza d’accordo a livello di gusto per determinati stili e culture musicali, di conseguenza gli ascolti erano molto simili. Abbiamo scoperto molte cose nuove che ci hanno portato ad approcciare diversamente il modo di scrivere i pezzi, utilizzando anche più sample, cercando di fondere la musica e la voce in modo armonioso. Tutte cose che non sono mai state particolarmente vicino a noi e che con questa collaborazione abbiamo imparato.

 

#3 Come siete riusciti a fondere cantautorato e musica elettronica?  

O: Non preoccupandoci di farlo. Nessuno di noi tre ha detto “prendiamo questo + quello + quest’altro e facciamo questo”. Per quanto veda Raw come risultato di una produzione maniacale da parte nostra (abbiamo scelto di non affidarci a produttori artistici), non avevamo una ricetta di come cucinare questa cosa. Quindi, con l’ambizione di voler far qualcosa di grande ma allo stesso tempo l’umiltà di non sapere come farlo, abbiamo scritto tantissimo e provato mille soluzioni diverse. Raw è il risultato di fare e voglia di fare.

S: La difficoltà per noi è stata appunto quella di creare lo spazio per poter inserire una voce. Fortunatamente Francesco ha una capacità incredibile di riuscire a cantare su tutto. Noi abbiamo sempre creato musica strumentale e avevamo paura di riempire troppo le basi prodotte e rendere difficile il compito di inserire un testo. Su questo abbiamo lavorato molto e sicuramente una mente molto più cantautorale come quella di Francesco è stata utile.

 

#4 Parlateci di RAW. Quali sono le ispirazioni dietro questo tuo ultimo lavoro?  

O: Sin dai tempi di COLUMNS ho sempre detto a me e agli altri che la cosa fondamentale era quella di rilasciare lavori in cui mettermi in gioco e ribaltare gli schemi del prodotto precedente. Nel periodo in cui abbiamo lavorato al disco sono usciti molti album che, al di là fossero più o meno vicini musicalmente a quello che stavamo componendo, avevano la stessa attitudine e mi hanno dato fiducia a ricercare nuove strade. Penso a Coloring Book di Chance The Rapper, a Blonde di Frank Ocean, a 22, A Million di Bon Iver, Awaken, My Love! di Childish Gambino. Per quanto riguarda i momenti personali che hanno contribuito alla stesura del disco beh, banalmente ti direi la vita stessa. Ho iniziato a scrivere quello che poi sarebbe diventato Raw subito dopo la chiusura di una relazione importante, ed ovviamente è andata a finire nelle canzoni (Honda 95, Iowa) . Così come quella che è la mia attuale relazione, la quale ha vissuto per un periodo momenti davvero critici e che hanno dato vita a delle liriche che rileggendo adesso mi spaventano e fanno male (A-Villain). Allo stesso modo questa persona è stata e -lo è ogni giorno- fondamentale per un percorso personale di accettazione del sé ed esplorazione del proprio corpo e della propria sessualità (BDSM, MFL). Scusate so che parlo molto. Ma ho molte cose da dire.

S: D’ispirazioni ce ne sono molte, impossibile non citare Frank Ocean e Bon Iver che sono stati parte integrante di quel periodo e che abbiamo ascoltato con molta attenzione. In realtà credo che tutto il nostro background musicale sia stato molto importante per la scrittura dell’album, questo perché abbiamo voluto spaziare in molti generi prendendo ciò che ci piaceva di più dai vari stili musicali senza avere grandi limitazioni. Volevamo fare ciò che ci piace e forse è stato questo per noi il momento migliore per iniziare a comporre le tracce per questo album.

 

#5 Che cosa ci racconta RAW dei suoi autori - a livello musicale e personale?

O: Musicalmente per quanto mi riguarda racconta il mio essere un ossessivo. In Truths & Enemies, che è stato il brano scelto per anticipare l’uscita di Raw, la parte centrale della composizione è affidata a chitarre acustiche, armonie vocali iper prodotte e un sample preso da un vinile di canti beduini trovato in un mercatino ad Amsterdam. Vi assicuro che queste scelte derivano da una dedizione al lavoro di produzione davvero maniacale. Liricamente, racconta la paura nei percorsi di accettazione. Del sé in primis, ma anche della fine di una relazione e del non riuscire a gestirne una nuova. E di come talvolta solo il ritorno in quella che tu chiami Casa ti può far trovare il tuo vero io.

S: Raw è un album diretto, è un album che vuole spaziare tra molti mood senza tanti giri di parole ma che cerca colpire subito per la particolarità delle sonorità e l’accostamento con la voce. Volevamo fare qualcosa di nostro, che fosse riconoscibile nonostante i pezzi abbiano stili molto diversi tra loro e che potesse creare sensazioni diverse ad ogni traccia. 

 

#6 Com’è cambiato il tuo stile da Columns, il tuo album di debutto, ad oggi?

O: È cambiato tutto, tranne quella voglia di rinnovarmi di cui ti parlavo prima. In COLUMNS ho avuto la fortuna di avere alle produzioni il mio conterraneo Davide Barbafiera (Campos) dal quale ho imparato tantissimo. In Raw io Davide e Luca abbiamo lavorato ad ogni singolo suono di tutte le strumentali mettendo dentro librerie di suoni, sintetizzatori, chitarre, bassi, batterie elettroniche e suonate. Voci con una quantità di effettistica che mai avevo sperimentato. Compreso l’utilizzo di 3 microfoni diversi. Raramente mi sento un cantante. Non posso considerarmi artista che gli artisti sono altri. Ma mi sento un musicista. Ma credo di potermi definire, nel senso letterale e stretto del termine nella sua accezione, un compositore.

 

#7 Il video d’esordio per RAW, Truths & Enemies,  è stato realizzato dai vincitori dell’ultimo Milano Fashion Film Festival: qual’è il tuo legame con la moda? In che modo sei connesso con questo ambiente?  

O: Il mio grosso problema come OMAKE è quello di essere estremamente geloso di cosa faccio. In tutta la produzione artistica di Raw, musicalmente e non, ho imparato ad affidarmi a persone di cui ammiravo l’estetica e il loro approccio ad essa. Ho scritto tutto l’album con in testa prima un’idea estetica, e poi musicale. Sono state spesso le immagini mentali che avevo a guidare la stesura di alcune composizioni. Per questo sono andato a cercare quelle persone che sapessero trasmutare nel concreto questa visione.
Bonasia & Narcisi hanno ideato da soli il video di Truths & Enemies, e sono arrivati da me con il prodotto finito. Ed è stato impressionante come abbiamo dato a quel determinato brano il suo predisposto vestito. Lo stesso per quanto riguarda Massimo Missoni di Studio Proclama / Cooking Collective su tutto l’aspetto di grafica e futuro merchandise del progetto Raw. Massimo è il più grande talento nella nostra Pisa. Attuale ma visionario. Per questo quando penso a Raw penso appunto a un progetto. Mai a un album.

 

#8 Quali sono le ispirazioni dietro questo video a livello di reference estetiche? Cosa volevate trasmettere? 

O: Quello che volevo trasmettere era eleganza. E non necessariamente nel senso più pudico del termine. L’emotività è fatta anche di fisicità e bellezza. Ho deciso di chiamare Bonasia & Narcisi perché ritengo che i loro lavori nell’ambito della moda abbiano tutte queste caratteristiche. Per quanto in Italia abbiamo un paio di registi di videoclip davvero validi, volevo che Truths & Enemies avesse un’estetica diversa. Ce l'avevo in testa, ma per ovvi limiti tecnici ho chiamato Bonasia & Narcisi, che non a caso nella settimana in cui siamo usciti con il video i ragazzi hanno anche visto un loro visual ospitato da Vogue, sapevo di essere in buone mani. Per me la “moda” è qualcosa che ho difficoltà a definire. Nella mia testa, è quando l’estetica riesce a raccontare l’attualità. Nel video di Truths & Enemies credo si sia rappresentata una visione di colori, rumori e spazi che esistono nell’adesso soltanto.

BONASIA & NARCISI: Il videoclip Truths & Enemies racconta emotivamente un viaggio, una storia semplice come l' amore, attraverso i ricordi sfocati di chi l'ha vissuta.

  

#9 C’è un designer o un brand cui estetica ti senti particolarmente vicino? Come la definiresti?

O: Credo che si possa di parlare di brand e designer in senso più lato, ed allora includo uno spettro di personaggi la quale estetica ha fortemente influenzato la stesura di Raw: quello che volevo esprimere era un mashup fra la storia dell’urban statunitense con icone come Karl Kani, la pulizia e il minimalismo di Mies van der Rohe, l’imprudenza e l’eleganza di Sasha Valour, e qualche gioiello di famiglia che porto sempre addosso. Questi sono buoni esempi di estetiche che mi hanno aiutato a formare la mia. Credo che sia una risposta più interessante rispetto a dirti che come sneakers vado quasi sempre sulle Nike.
Che poi è anche vero.

 

#10 Uno sguardo nel futuro di OMAKE?  

O: Fortunatamente non lo so. Anche se ogni tanto è pesante questo bipolarismo artistico di essere sempre entusiasta e allo stesso tempo scoraggiato nel percorrere una strada piuttosto che un’altra, è confortante poter contare sul voler dare sempre il meglio che si può, e che sia diverso da quello che è successo in precedenza. Questa estate, una volta chiusi i mix di Raw, mi sono messo a scrivere e ne sono usciti spunti interessanti. Sono piuttosto sicuro che nel 2018 uscirò con un secondo progetto, che ancora non so se avrà la forma di un album, di un mixtape, una serie di EP o che altro. L’unica cosa che so è che voglio farne un’edizione fisica molto curata e particolare, limitatissima a poche copie.
Ne conosco già anche il titolo.

 
images by Samantha Rodirguez