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Benvenuti nel mondo-collage di Cato Intervistiamo l’artista per la sua prima mostra personale alla Saatchi Yates di Londra

Dipinge e quando crea collage dice di sentirsi di nuovo bambino. Quando si allontana dal pennello, si tuffa nella musica oppure sviluppa nuove animazioni. Che si tratti di lavorare in una sala di registrazione o in uno studio d’arte, ogni pratica creativa di Cato influenza immensamente il suo outfit artistico, un immaginario fatto di contrapposizioni tra carta da parati coloratissima e strumenti musicali in black&white. La geometricità dei setting, spigolosi e inventivi d’ispirazione cubista, così come i riferimenti artistici, trasportano il fruitore al secolo passato, mentre le figure - fotografie di musicisti, registi, artisti, di volti incontrati per le strade di South London ma anche di amici dell’artista - rendono protagoniste icone della Black culture londinese presenti, come Jenn Nkiru e Jadea. 

Incontriamo Cato negli spazi di Saatchi Yates, prestigiosa galleria londinese che fino al prossimo 11 gennaio esporrà una selezione di opere dell’artista britannico. In stanze bianche e limpide si stagliano dipinti dal forte impatto cromatico, con scene domestiche che riprendono i personaggi di Cato impegnati in momenti intimi: dal barbiere, a casa di fronte alla televisione, durante una partita di carte, al bar o nel bel mezzo di una vibrante jam session. La storia della Black community inglese, completa di memoria e di sviluppi contemporanei, prende vita sulla tela attraverso un uso divertito delle proporzioni, con le mani dei musicisti enormi sui tasti del pianoforte, i sorrisi e le espressioni concentrate che catturano l’attenzione per la loro drammatica espressività. Non mancano le citazioni dirette ad artisti e a opere letterarie del passato, come i quadri di Picasso il poster delle Ronettes o di un incontro del pugile Sugar Ray Robinson sulle pareti. 

C’è un’energia ipnotizzante nelle opere di Cato, data tanto dalle imperfezioni dei cut out tanto quanto dalla comunicatività dei soggetti, così coinvolti e attivi. Come una fotografia affatto sbiadita, i dipinti di Cato immortalano ricordi lontani trasfusi di vitalità che invita inevitabilmente a empatizzare con la nostalgia dell’artista. Una memoria che, tra la colla, pulsa di vita nuova. 

 

Come è stato collaborare con una galleria affermata come Saatchi Yates?

Una bella connessione. Gli piacevano i miei lavori e mi hanno detto quali li entusiasmavano, e questo mi ha dato un po’ di direzione. Io ho semplicemente prodotto più che potevo e quando sono venuti a vedere, lo hanno adorato, quindi è stato semplice.

L’uso del colore nei tuoi lavori è davvero interessante, con alcune opere in bianco e nero e altre sviluppate in palette molto specifiche, nostalgiche e vibranti. Come è nata questa scelta stilistica?

Ho iniziato con il bianco e nero quando ho iniziato a dipingere; passo la maggior parte del mio tempo a disegnare con le matite. La palette di colori si ispira al lavoro di molti fotografi americani, ma quando ho iniziato ad aggiungere colore ai lavori, chiamavo semplicemente mia madre e le chiedevo quali colori le piacessero. Lei mi diceva come rendere i colori più delicati e mi parlava un po’ della teoria del colore dietro a ciascuna palette. Ma di solito scelgo solo ciò che mi diverte. Ho anche alcune combinazioni di colore che adoro, quindi cerco di mantenermi spontaneo.

Sei anche musicista e animatore autodidatta. Due ruoli molto visibili nella tua arte. Puoi dirci alcuni dei tuoi musicisti e animatori preferiti? Perché li ammiri e il loro lavoro influenza le tue opere?

Ne ho tantissimi, ma quelli che hanno davvero influenzato il mio lavoro sono molti artisti hip hop di sample, come Madlib e MF Doom. Sono cresciuto facendo quel tipo di musica con i miei amici, e il sampling è abbastanza simile al modo in cui faccio i collage. Di recente però sto ascoltando molto Jimi Hendrix. L’energia della musica mi dà un punto di partenza su cui lavorare.

Per quanto riguarda gli animatori, questo stile è stato preso in gran parte da Terry Gilliam, che ha fatto le animazioni dei Monty Python. Usava anche l’aerografo e le tecniche di collage. Quindi quando ho iniziato a fare questi lavori, pensavo a lui e pensavo a René Laloux, che ha realizzato Fantastic Planet. Il suo uso delle proporzioni è stato un’influenza piuttosto grande.

I tuoi dipinti sono realistici ma allo stesso tempo contengono forme bizzarre. Cosa ti ha attirato verso la tecnica del collage e cosa pensi che questo stile dica di te come artista?

Ho imparato il collage da mia sorella, ma lei lo fa in modo abbastanza diverso. Il mix tra il reale e il semplice è interessante per me. Il collage a contrasto è il modo più divertente per me di creare un’immagine, perché sto semplicemente giocando con i pezzi come se stessi giocando con dei giocattoli. E quindi immagino che dica questo di me: mi piace divertirmi mentre lo faccio, sono ancora un bambino quando creo.

Ci sono state lezioni che hai dovuto imparare nella tua carriera?

Sì, ho avuto un periodo in cui non mi sentivo un pittore, ma sono sempre stato abbastanza a mio agio nel fare arte comunque. Ho avuto un’esperienza scolastica piuttosto complicata con l’arte, ho fatto molta animazione commerciale e cose del genere, ma sperimentare da solo è stata la cosa che mi ha fatto andare avanti. Non penso a me stesso quando lavoro, penso solo alle idee.

Hai esposto in tutto il mondo, sia in mostre collettive che personali, e i tuoi lavori sono esposti ovunque, da Londra a Pechino. Qual è stato il progetto che ti ha entusiasmato di più, e ti senti sotto pressione a produrre anche quando non sei particolarmente motivato?

Lavoro un po’ troppo veloce e in modo un po’ caotico, quindi non darei consigli a nessuno. Ma questo è stato il progetto più emozionante, solo per la sua scala. E l’ho comunque realizzato in poco tempo. Ho anche alcuni progetti musicali in cantiere allo stesso tempo, quindi penso che avere un’altra passione su cui sfogarsi sia davvero importante.

Cosa fai per darti un ritmo e restare con i piedi per terra?

Mi circondo di persone che possono darmi buone idee. La mia ragazza mi dà molta motivazione e tante idee nuove, e i miei amici con cui faccio musica mi danno molta energia. Ma sì, concentrarmi sulle cose nuove ed eccitanti mi porta avanti nei nuovi progetti. Se sono bloccato, in un momento no, cerco di fare una scultura, di dipingere con una tecnica diversa, e poi torno a quello che devo fare.

Cosa ti entusiasma per il futuro?

Tutte le cose che devo ancora fare. Tutte le cose che devo ancora provare. Sono in un’avventura. Voglio viaggiare e vivere in posti diversi. E sono entusiasta di girare alcuni film, che è qualcosa che farò il prossimo anno.

Photographer Matt Spratt

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