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The Best 5 things about London Collections Men FW15

Give Me Five

The Best 5 things about London Collections Men FW15 Give Me Five

Si è appena conclusa la London Fashion Week. Piegati alla volontà di eccentrici designers, muscolosi modelli hanno sfilato sotto una tormenta di neve, si sono trasformati in punkers con tanto di parrucca alla Ramones, in una manciata di giorni sono diventati dandies, knitted teddy bears fucsia, gangsters, samurai, boy scouts.

Ecco i nostri best 5.

#1. I guerrieri urbani di KTZ

 

Il marchio inglese conferma la propria natura ribelle ed anticonformista, omaggiando con la nuova collezione Londra e le sue sottoculture più estreme. David Bowie, i protagonisti di Arancia Meccanica e gli skinheads immortalati da Nick Knight in un famoso libro del 1984 si trasformano in eccentrici outsiders vestiti di pelle e pelliccia. Se l'accessorio irrinunciabile è la  bombetta, il pezzo cult di stagione sono i capi spalla, iperdecorati con grafismi in bianco e nero, scheletri, blocchi ispirati al cubo di Rubrick e ritratti effetto pixel di Mao, Lenin, Marx.

#2. Da Astrid Andersen sfila lo sportswear militare

 

 

La designer danese resta fedele alla propria estetica e continua ad esplorare l'influsso dellíabbigliamento femminile in quello maschile, introducendo dettagli iper-femminili nel suo sportswear. Nella collezione presentata in questi giorni a Londra Andersen parte dal cult di Jim Jarmusch  "Ghost Dog" e dalla figura del tradizionale samurai giapponese per arrivare a creare uno sportswear dalle chiare influenze militari e gli accenni hip hop. Felpe over, tute in velluto, joggers in vernice si mescolano con berretti militari, con Ushankas di pelliccia, con bombers. Nero, grigio sono i colori perfetti per l'uniforme del moderno samurai  che creano una equilibrata distonia con i dettagli in pizzo e rosa shocking. 

#3. Agi & Sam: arte e gioco in passerella

Torna marchio famoso per i capi sartoriali e colorati. "The Coolman Collection" nasce dalla rielaborazione di alcuni disegni fatti da Agi Mdumulla e riscoperti durante una sua visita alla famiglia nello Yorkshire. Nelle mani adulte del designer e del suo socio Sam Cotton quegli schizzi infantili diventano giacche decostruite, cappotti colorati dai i volumi over, pull dalle proporzioni asciutte e pantaloni morbidi. Mondrian, Shiraga, Rauschenberg e Signac ispirano colori e grafiche, mentre le maschere sul volto dei modelli sono realizzate da pezzi di Lego. Una curiosità? Le stampe sono copertine di VHS e imballaggi di farmaci ridisegnate da dei bambini perchè, come racconta Agi "Ogni bambino è un artista. Il problema è come rimanere un artista, una volta siamo cresciuti."

#4. L'omaggio malinconico e romantico alla prima guerra mondiale di Alexander McQueen

 

Sarah Burton trasformata la storia in moda. L'uniforme, declinata in gessato, pied de poule o ricoperta di papaveri, fiore simbolo del grande conflitto, è la protagonista assoluta della collezione. Abiti e cappotti, realizzati in jacquard di seta e velluto, nei toni fumosi del grigio e del nero, con qualche concessione al ciliegia, ornati con le parole "Valore, Verità, Onore", sono piccoli capolavori di sartorialità. E' questa l'eredità di Alexander McQueen che la Burton continua a portare avanti. La designer abbandona l'eccentricità del suo amico e predecessore per abbracciare un'estetica elegante e misurata.

#5. La crisi economica secondo Christopher Shannon

 

Slogan come "Save Me" e "Thanks 4 Nothing" animano una collezione che ha come protagonista il classico sacchetto di plastica della spesa. L'oggetto stampato su maglioni, tema di collane e portachiavi e persino declinato in versione maschera, diventa simbolo della disillusione scaturita dall'attuale clima socio-economico. Shannon trasforma rabbia e sconforto in una proposta colorata e pop, che mixa sportswear e maglieria, piumini e shorts, camicie sartoriali e tessuti tecnici.