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L’estetica touristcore della collezione Pre-Fall 2021 di Balenciaga

Intorno al mondo con Demna

L’estetica touristcore della collezione Pre-Fall 2021 di Balenciaga Intorno al mondo con Demna

All’inizio dell’anno, nss magazine aveva parlato del touristcore, ossia della nuova rilevanza che il mondo del viaggio e del turismo avrebbe avuto sulla moda tanto in termini di estetica che in quelli di prodotto. E in effetti, a un anno di distanza dal primo lockdown, con il mondo del turismo sostanzialmente paralizzato, il desiderio del viaggio e dell’esplorazione del mondo si è fatto sempre più forte. Non è dunque un caso che per la Pre-Fall 2021 di Balenciaga, Demna Gvasalia e il fotografo Patrick Welde abbiano fatto viaggiare virtualmente i propri modelli e il proprio pubblico, photoshoppando ciascun look in location iconiche come il Taj Mahal, Piazza San Marco, il duomo di Milano, New York, Mosca e Shanghai. Destinazioni familiari sia sullo sfondo che sul primo piano: dopo gli eccessi digital-medievali della collezione FW21, la Pre-Fall ripercorre, aggiornandole, le greatest hits di Gvasalia con un focus molto forte sul prodotto ma senza dare enormi scossoni allo storytelling del brand, di sicuro in attesa della collezione Couture che vedremo in estate per cui saranno riservati tutti i fuochi d’artificio. 

Alcune novità stagionali ci sono: il twist ironico sul branding di Gap, che diventa “Gay” (Gvasalia ha parlato in un’intervista di "posti nel mondo in cui la si può ancora indossare"); una serie di felpe e t-shirt con Hulk disegnato sopra e il distressing, oltre ai branding creativi. La caratteristica più notevole della collezione rimane comunque l’uso maggioritario di tessuti sostenibili e, sul piano del design, la costruzione di un layering in trompe-l'oeil in cui ciò che appaiono essere più abiti sovrapposti l’uno all’altro sono un unico pezzo che ricrea illusionisticamente la stratificazione dei capi. 

Verso la fine della collezione si cominciano ad avvertire le prime avvisaglie di quella che potrebbe essere la haute couture del brand: una jumpsuit di lana grigio-argentata abbinata a una borsa rigida e oblunga, un cappotto trapuntato che rievoca le forme dei quadri barocchi che ispiravano il founder Cristobàl, un altro cappotto che è composto interamente in tessuto denim, ma anche un ensemble di blouson e gonna lunga a pieghe che sta a metà fra il workwear e l’abito da sera e teatrali stole-piumini avvolte intorno alle hoodie. L’highlight vero rimangono gli accessori e le scarpe in questa stagione: borse, sneaker, cappelli, stivali e occhiali sono gli accenti di novità che danno la svolta ai look familiari. 

Sul piano dei futuri trend che la collezione intercetta, comunque, è notevole la declinazione turistica dell’estetica di Balenciaga, che già si prestava molto alla campiness intrinseca all’idea di touristcore, ma che adesso viene calata fra i veri turisti della Hollywood Walk of Fame o delle folle di Parigi o Tokyo.  Le grafiche in stile college, l’enfasi sullo slouchy-chic e il cocktail di accessori stravaganti, activewear e tocchi di haute bourgeoisie francese sono tutti i capisaldi di un’estetica poco codificata e molto trasversale ma il cui spirito trova tutta la sua coesione nel desiderio del viaggio e dell’internazionalità evocata dalla compilation di destinazioni famose che diventano l’idealistico sfondo ai look della collezione.