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È iniziata l'era di Teddy Santis

Dal successo di Aimé Leon Dore alla nomina da New Balance, il futuro passa da qui

È iniziata l'era di Teddy Santis  Dal successo di Aimé Leon Dore alla nomina da New Balance, il futuro passa da qui

Dopo un 2020 da protagonista assoluto, il nuovo anno è iniziato in modo quasi inaspettato per Teddy Santis. Il founder e creative director di Aimé Leon Dore è stato infatti nominato direttore creativo di New Balance MADE in USA, una nuova linea del brand americano che vedrà la luce nel 2022 per portare avanti il lavoro già messo in moto da Santis nelle collabo tra ALD e New Balance. Quando si parla di svolte inaspettate Teddy Santis è forse la persona migliore a cui guardare: quando la costruzione della Second Avenue Subway Line nel Bronx minacciò di chiudere il diner di famiglia, Santis iniziò a pensare a una carriera lontana dal bancone di quella tavola calda sull’89esima strada facendo leva sulla passione per quei brand e quelle influenze che avevano plasmato la sua identità creativa. 

Dall’hip-hop degli anni ‘90 all’estetica di Ralph Lauren e Tommy Hilfiger, Santis ha creato un mondo unico, trasformando Aimé Leon Dore in un brand in grado di abbracciare un’estetica in totale antitesi con lo streetwear massificato nato ed esploso negli ultimi anni. Nella lotta tra il minimalismo e l’esagerazione, Santis ha contrapposto l’onestà all’hype a qualunque costo, rispondendo a una moda spesso fin troppo individualista con un’idea di collettivo come vero valore aggiunto. Lo è New York, prima fonte di ispirazione di Santis e già culla di realtà vincenti come Telfar, ma anche il concetto di comunità, spesso rievocata nelle campagne di Aimé Leon Dore in cui volti diversi si uniscono per raccontare la stessa storia. Quella storia sembra essere destinata per molti versi a cambiare il corso del mondo delle collabo nella moda, aprendo così ufficialmente le porte all’era delle Insourced Collab come unica vera alternativa a un meccanismo ormai ridotto all’accostamento casuale di nomi separati da una “x”. In un percorso che sembra voler ottimizzare sforzi e risultati, molti brand hanno deciso di internalizzare le collaborazioni andate in scena negli ultimi anni, dando ruoli di spicco ai creativi che hanno fatto le loro fortune. 

Se le nomine di Kerby Jean-Raymond a Global Creative Director of Reebok e Kiko Kostadinov a consultant and curator per ASICS devono ancora dare i loro frutti a diversi mesi dai rispettivi annunci, l'esempio principe a cui guardare arriva ancora una volta da Kanye West e al suo rapporto con adidas. Nata come una collaborazione figlia dell'hype culture, Yeezy è ormai diventato un brand autonomo che vive della volontà del suo creatore, libero di plasmare un mondo a sua immagine e somiglianza senza rimanere schiacciato dal peso della sua responsabilità. Se Teddy Santis saprà guardare in questa direzione riuscendo a evitare una sorte simile a quella di Raf Simons nella sua avventura con Calvin Klein, in cui il designer belga si era ritrovato senza alcun libertà creativa, allora il suo ruolo potrà essere davvero la chiave di volta per entrare in una nuova era dello streetwear, portando una ventata d'aria fresca in un mondo che inizia a puzzare di chiuso