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La storia e l’estetica di Hysteric Glamour

Le origini e l'influenza del brand giapponese tornato a collaborare con Supreme

La storia e l’estetica di Hysteric Glamour Le origini e l'influenza del brand giapponese tornato a collaborare con Supreme
Cutie Magazine
Nobuhiko Kitamura
Nobuhiko Kitamura
DUNE Magazine by Terry Richardson
Hysteric Glamour FW00 Campaign by Terry Richardson
Hysteric Glamour FW00 Campaign by Terry Richardson
Hysteric Glamour FW00 Campaign by Terry Richardson
Hysteric Glamour SS06 Campaign by Terry Richardson
Hysteric Glamour SS06 Campaign by Terry Richardson
Nobuhiko Kitamura
Nobuhiko Kitamura
Nobuhiko Kitamura
Nobuhiko Kitamura
Nobuhiko Kitamura
Nobuhiko Kitamura
Nobuhiko Kitamura
Nobuhiko Kitamura
Nobuhiko Kitamura & Jun Takahashi
Nobuhiko Kitamura
La collaborazione con Russ Meyer
La collaborazione con Russ Meyer
La collaborazione con Russ Meyer
Hysteric Glamour x Sonic Youth
True Life 2f2: Mark Lebon London (West) 1992-3
True Life 2f2: Mark Lebon London (West) 1992-3
True Life 2f2: Mark Lebon London (West) 1992-3
True Life 2f2: Mark Lebon London (West) 1992-3
True Life 2f2: Mark Lebon London (West) 1992-3
True Life 2f2: Mark Lebon London (West) 1992-3
True Life 2f2: Mark Lebon London (West) 1992-3
Gli artwork originali di Nobuhiko Kitamura
Gli artwork originali di Nobuhiko Kitamura
Gli artwork originali di Nobuhiko Kitamura
Gli artwork originali di Nobuhiko Kitamura
Gli artwork originali di Nobuhiko Kitamura
Gli artwork originali di Nobuhiko Kitamura
Gli artwork originali di Nobuhiko Kitamura
True Life 2f2: Mark Lebon London (West) 1992-3
L'Uomo Vogue (1995)

Nel drop di oggi Supreme presenta sua nuova collezione co-firmata con Hysteric Glamour. La capsule realizzata questa stagione è in realtà la seconda che i due brand creano insieme, la prima era stata rilasciata nel settembre del 2017 per la stagione invernale di quell’anno. Ma, proprio come avvenuto con la collezione creata insieme a Yohji Yamamoto, questa nuova capsule collaborativa rappresenta un’opportunità per ripercorrere la storia di Hysteric Glamour, brand celebre nel suo ambito, ricercato dai collezionisti ma anche estremamente di nicchia e volontariamente avulso dalle dinamiche dell’hype e del marketing occidentali. 

Nobuhiko Kitamura
Nobuhiko Kitamura
Nobuhiko Kitamura
Nobuhiko Kitamura
Nobuhiko Kitamura
Nobuhiko Kitamura
Nobuhiko Kitamura & Jun Takahashi
Nobuhiko Kitamura
Nobuhiko Kitamura
Nobuhiko Kitamura
Nobuhiko Kitamura
Nobuhiko Kitamura

L'importanza di Hysteric Glamour è una questione storica: il brand è stato una delle principali forze contro-culturali alla base dello stile Harajuku, come anche uno dei primi brand, insieme al Fragment di Hiroshi Fujiwara, a elaborare un concetto di streetwear “ribelle” per esprimere i sentimenti e le aspirazioni delle nuove generazioni di giapponesi, aprendo poi la strada a Undercover, BAPE e Number (N)ine che sarebbero tutti nati circa un decennio dopo. Il lavoro sovversivo del founder Nobuhiko Kitamura lo mette alla pari con quello di divinità della storia della moda come Vivienne Westwood, con in più il merito di essere stato una delle primissime figure a "rompere il muro" tra la cultura street giapponese e la società occidentale, portando il fascino dell'estetica di Harajuku in tutto il mondo.


La nascita di un mito

Cutie Magazine

La storia del brand è legata tanto a quella del suo fondatore, Nobuhiko Kitamura, quanto alla vasta epopea della cultura americana in Giappone – una contaminazione che sta alla base di quel dialogo cross-culturale che ha generato tanti dei brand di moda giapponesi che conosciamo oggi. Durante la sua adolescenza, Kitamura era entrato in contatto con la contro-cultura occidentale, con la musica punk dei Sex Pistols, dei Blondie e la new wave americana. Un giorno in cui era uscito ad acquistare dischi importati a Shinjuku gli capitò di imbattersi in un manifesto della Tokyo Mode Gakuin Fashion School a cui decise di iscriversi. Laureato nel 1984, iniziò a lavorare per Ozone Community, un brand e hub culturale che fu uno dei primi interpreti di quel particolare momento storico-culturale in cui il classico stile preppy lasciava spazio a un’estetica basata sul punk attraverso cui le nuove generazioni amavano esprimersi. Fu nell’ambito di Ozone Community che Kitamura decise di lanciare il proprio brand prima pensandolo solo per le donne poi rendendolo per lo più unisex, seguendo le sue fascinazioni per l’estetica della pop art e dei mass-media anni ’60, per i film di fantascienza, per la musica punk, per i fumetti americani, per le automobili veloci e per il porno. 

Ecco come Kitamura ha raccontato lo scorso febbraio al magazine Empty Room la genesi del brand:

Mi piacevano le band e il rock e così visualizzai l’energia isterica di Patti Smith sul palco e il feeling di glamour di Debbie Harry dei Blondie: Hysteric Glamour è stata la combinazione che mi è venuta in mente e mi è piaciuta. […] Prima di iniziare con il brand comprai un libro sull’archivio di Dior e uno di nome Art of Rock. Leggendo quello su Dior pensai che aveva influenzato designer come Rai Kawakubo e Yohji Yamamoto – e che ognuno sarebbe stato a sua volta influenzato da loro. Questo è il motivo per cui ho preferito Art of Rock a Dior. […] Quando ero uno studente, tutti indossavano i propri brand preferiti a scuola – ma a me non piacevano. Volevo andare in una direzione diversa e così giravo per i negozietti vintage e indossavo abiti di seconda mano. Credo che seguire la propria ispirazione sia sempre più interessante, che si tratti della propria cultura preferita o di qualunque oggetto ci colpisca. 

Il successo fu immediato: grazie alla rivista Olive, all’epoca un punto di riferimento per il nascente stile Harajuku, il gusto per le grafiche sovversive e di quel mix di estetiche fra Andy Warhol e il punk di Kitamura arrivarono ai giovani di tutto il Giappone, che se ne innamorarono. 


Le ragioni del successo

Gli artwork originali di Nobuhiko Kitamura
Gli artwork originali di Nobuhiko Kitamura
Gli artwork originali di Nobuhiko Kitamura
Gli artwork originali di Nobuhiko Kitamura
Gli artwork originali di Nobuhiko Kitamura
Gli artwork originali di Nobuhiko Kitamura
Gli artwork originali di Nobuhiko Kitamura

L’estetica coltivata da Kitamura si trova all’incrocio di molteplici influenze: le sue fondamenta sono, come si è detto, l’estetica delle pubblicità di fine anni ’60 e inizio ’70 e le rielaborazioni di essa fatte da Andy Warhol; a questa miscela iniziale si sono poi andati unendo i linguaggi visivi dei poster dell’epoca e le molte reference al punk e alla new wave emersa dal Greenwhich Village insieme alla psichedelia e ai fumetti ma anche l’intuizione di ricostruire e lavorare sui capi vintage e i surplus militari che andavano per la maggiore all’epoca fra i giovani di Tokyo. Più che nelle sue influenze, però, il successo di Kitamura e di Hysteric Glamour è dovuto alla sua presa direttissima sullo zeitgeist dell’epoca, alla bellezza caotica e ruvida infusa nelle sue creazioni dal suo approccio artigianale. In un’intervista rilasciata a Nylon, Kitamura dichiarò: 

All’inizio della mia carriera ero l’unico designer nel mio genere. Non avevo esperienza né mentori: leggevo e basta. 

L'Uomo Vogue (1995)

Questa considerazione racchiude un po’ tutta la storia di quei primi streetwear brand nati in quegli anni: lo stesso come Ozone Community era gestito e diretto da giovani creativi che lavoravano secondo logiche artigianali e spesso volutamente anti-commerciali. Se la prima generazione dei grandi designer giapponesi (Rai Kawakubo, Yohji Yamamoto e Issey Myake) si era precocemente instradata verso un tipo di moda più “alta”, spesso localizzata a Parigi e organizzata in collezioni tradizionali, e dunque necessariamente lontana dal quotidiano, i cosiddetti Mansion Makers (soprannome dato a quei designer che, come Kitamura, spesso producevano a casa propria le proprie collezioni, in atelier arrangiati) costavano meno e interpretavano meglio quella spinta di opposizione al mainstream che animava le giovani generazioni di allora – espressa attraverso l’esplosione di popolarità dei motociclisti bōsōzoku e della loro uniforme, nota come tokkō-fuku (in giapponese 特攻服) che significa “uniforme d’attacco speciale”. 

La collaborazione con Russ Meyer
La collaborazione con Russ Meyer
La collaborazione con Russ Meyer

La decisione di Kitamura di voltare le spalle alla moda commerciale e conservatrice per dedicarsi esclusivamente al mondo delle sue reference culturali, dei suoi gusti e delle sue ispirazioni si rivelò vincente in quanto non solo mostrò che un percorso alternativo poteva esistere ma anche perché lo spirito ribelle e l'estetica "cruda" delle sue creazioni fu in grado di arricchire ed espandere sempre di più la cultura creata da esse stesse, trovando un numero sempre crescente di spiriti affini al di fuori dell'originario Giappone e costruendo un multiverso culturale che inizia coi vestiti, prosegue nei rimandi e nelle citazioni e finisce per coinvolgere l'arte, le pubblicazioni e grandi figure creative che segnarono la propria epoca - sempre in aperta opposizione al mainstream. 


Dal Giappone al mondo

Hysteric Glamour x Sonic Youth

Verso la fine degli anni ’80 il brand aveva aperto un negozio temporaneo a New York, attirando l’attenzione di band e di creativi come i Sonic Youth, Iggy Pop, Terry Richardson e Keith Haring – ma il negozio restò aperto appena due anni. La prima collabo ufficiale del brand fu proprio con la band Sonic Youth, per cui Kitamura disegnò delle t-shirt che perfino Kurt Cobain indossava nelle foto familiari di sua moglie Courtney Love, grande amica del brand. La svolta avvenne nel 1991. Fu allora che Hysteric Glamour aprì il suo primo negozio a Londra lanciandosi nel mercato internazionale e i suoi abiti finirono addosso agli idoli di Kitamura stesso – personalità del calibro di Marc Lebon e dei Sex Pistols. Negli anni successivi le ambizioni del founder si espansero verso l’arte vera e propria. Al 1993 risale una serie di libri fotografici creati insieme a figure come Daido Moriyama, Nobuyoshi Araki, Terry Richardson, Russ Meyers e Rita Ackerman come guest art directors. Un’attività collaborativa che proseguì poi in varie forme per culminare con l’apertura della Rat Hole Gallery a Tokyo. 

True Life 2f2: Mark Lebon London (West) 1992-3
True Life 2f2: Mark Lebon London (West) 1992-3
True Life 2f2: Mark Lebon London (West) 1992-3
True Life 2f2: Mark Lebon London (West) 1992-3
True Life 2f2: Mark Lebon London (West) 1992-3
True Life 2f2: Mark Lebon London (West) 1992-3
True Life 2f2: Mark Lebon London (West) 1992-3
True Life 2f2: Mark Lebon London (West) 1992-3

Nello stesso anno Kitamura lavorò con la Andy Warhol Foundation chiudendo il cerchio delle sue ispirazioni con una collezione in edizione limitata che univa gli artowrk di Kitamura a quelli del padre della pop-art. Nel 2013 un’altra collaborazione con Playboy tornò a esplorare le reference all’arte erotica vintage che il brand si portava dietro fin dalla sua nascita e infine la collaborazione con Supreme nel 2017 fece finalmente dialogare il brand con la wave dello streetwear occidentale e le nuove generazioni. Oggi, il brand è diffuso in tutte le principali capitali della moda fuori dal Giappone – ma ironicamente non negli USA, che sono la fonte principale delle ispirazioni di Kitamura. Il momento più bello e inatteso di Kitamura rimarrà comunque la sua apparizione fulminea nel cult Lost in Translation di Sofia Coppola che si ispirò ad alcune feste a cui aveva partecipato con Kitamura a Tokyo per comporre la sua ode alla capitale del Giappone. 

Hysteric Glamour FW00 Campaign by Terry Richardson
Hysteric Glamour FW00 Campaign by Terry Richardson
Hysteric Glamour FW00 Campaign by Terry Richardson
Hysteric Glamour SS06 Campaign by Terry Richardson
Hysteric Glamour SS06 Campaign by Terry Richardson
DUNE Magazine by Terry Richardson

Considerato l’apprezzamento di Kitamura per le collaborazioni (moltissime sono state quelle con Mastermind o Undercover), la sua capacità di mantenere il cult status del suo brand e il suo completo rifiuto del mainstream, oltre che la fama della prima collaborazione, è chiaro perché sia stato deciso di rinnovarla con un secondo capitolo che, si spera, riuscirà a portare l’heritage del brand di Kitamura verso un futuro ancora più distante. Lo stesso designer, nell'intervista a Empty Room dello scorso febbraio, si era detto ottimista per il futuro: 

La maniera in cui percepiamo gli abiti è del tutto diversa dal passato. […] A seconda di come lo si presenti e lo si racconti, se si dà un valore aggiunto, anche un brand molto semplice troverà la fama in maniera naturale. Credo che Instagram giochi un ruolo importante in questa dinamica. Ed è interessante che brand e progetti indipendenti siano perfettamente inseriti nella nostra epoca.