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Le Birkenstock create con pezzi di vecchie borse di Hermès

Opera del collettivo MSCHF, diventato famoso per le sue Nike piene di acqua santa

Le Birkenstock create con pezzi di vecchie borse di Hermès Opera del collettivo MSCHF, diventato famoso per le sue Nike piene di acqua santa

L’irriverenza è la cifra stilistica di MSCHF, collettivo di Brooklyn che ha creato nel corso degli anni sneaker artistiche che si prendevano gioco del mondo del lusso e delle nevrosi del consumismo. Dopo aver riempito una Air Max 97 di acqua santa e fatto a pezzi una delle opere di Damien Hirst vendendo singolarmente i frammenti, il gruppo di creativi è andato all’attacco delle borse Birkin di Hermès, facendole a pezzi e trasformandole in sandali Birkenstock da 76.000$ chiamate, con il solito umorismo, Birkinstock.

L’idea ha precedenti nella storia: l’intera fama di Dapper Dan ruota intorno al riutilizzo dei loghi di Louis Vuitton e Gucci per ricreare abiti in stile hip-hop; mentre rimane celebre l’episodio del 1999 in cui lo spagnolo Miguel Adrover mandò in passerella una gonna creata a partire da una valigia di Louis Vuitton. Sul sito ufficiale del collettivo artistico, dove l’acquisto può essere effettuato su ordinazione, è presente un manifesto che racconta l’idea dietro il progetto: 

I materiali diventano di valore in base a fattori storici e culturali. […] Nel 19esimo secolo quando l’alluminio era un metallo esotico e nuovo, gli aristocratici imborghesiti della Francia iniziarono a dare molto più valore alle posate di alluminio rispetto all'argenteria antica. Oggi le borse Birkin aumentano di valore del 14% ogni anno […] e si può guardare alla borsa Birkin come alla nuova materia prima del lusso. 

Un’iniziativa sospesa fra critica, irrisione e celebrazione del mito della Birkin, rappresenta anche un'ironica polemica contro le grandi collaborazioni del lusso, che spesso includono appena l’aggiunta di un logo e poco altro. Ma anche un involontario capolavoro di tempismo, con Birkenstock che, proprio in questi giorni, potrebbe finire nelle mani di una società affiliata a LVMH. Gli artisti, comunque, specificano che le Birkinstock non sono una collaborazione ma, ritornando al lessico teologico a loro caro, una transustantazione – una trasformazione di una scarpa banale nella sostanza stessa di un mito del lusso.