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Come sono andate le Refresh Sessions di Tommy Jeans?

Ce lo dicono tre studenti di IED Milano, Polimoda Firenze e IUAD Napoli

Come sono andate le Refresh Sessions di Tommy Jeans? Ce lo dicono tre studenti di IED Milano, Polimoda Firenze e IUAD Napoli

Promuovere la sostenibilità e dare voce alle nuove generazioni. Gli obiettivi centrali che hanno animato The Refresh Sessions, il progetto digitale di Tommy Jeans presentato insieme a nss, avevano tutti a che fare con il rinnovamento e la dinamica circolare di futuro e passato. Focus del progetto è stato l’upcycling: tramite il digital hub, infatti, gli studenti di moda di IED Milano, IED Torino, IUAD Napoli-Milano e Polimoda Firenze hanno avuto la possibilità di esplorare il mondo del denim trasformando vecchi capi in un nuove creazioni attraverso le masterclass digitali tenute rispettivamente dal duo APJP (acronimo di Alberto Panocchi e Joelle Pomioli) e da Domenico Formichetti di Formy Studio insieme al giovane designer Greg, specializzato nelle tecniche di distressing.

Dopo aver presentato le creazioni degli studenti di moda di tutta Italia, la redazione di nss magazine ha intervistato i vincitori della social media battle scelti dell’audience di nss magazine insieme ai creators coinvolti per farsi raccontare la loro esperienza, il loro punto di vista sul binomio moda e sostenibilità e i loro progetti futuri. 

In che modo ti ha ispirato il progetto Tommy Refresh Session?

«Questo progetto ha messo in luce quanto, anche nel nostro piccolo, possiamo fare per aiutare questo pianeta; quante cose, con un pizzico di fantasia, si possano creare in poco tempo».

(Paolo Bianchi, IED Milano)

«Sentivo che era un'opportunità che non potevo perdere. A quanto ho visto, sarebbe stata una grande occasione per crescere e imparare indipendentemente dal risultato. Inoltre, quando ho letto il brief sulla masterclass e ho visto il video accompagnato con il duo APJP, ero entusiasta di partecipare».

(Haigann Fevrier, Polimoda Firenze)

Quanto è importante per te la sostenibilità?

«La moda è lo specchio della società, ma anche un modo di comunicare e cambiare le cose. Il compito di noi designer è concepire la sostenibilità non come una tendenza, una categoria estetica, ma come un processo volto a valorizzare l'uomo, la sua evoluzione, i suoi sentimenti».

(Raffaella Petraccaro, IUAD Napoli)

«La sostenibilità è fondamentale e deve essere fondamentale. […] Cerco sempre di includere la sostenibilità nei miei progetti, in particolare nella mia tesi finale che sarà completamente basata sul riciclo.  Mi auguro che nel 2021 il riciclo non sia più un tabù, una voce fuori dal coro, ma che diventi la base per ogni realtà della moda e non solo».

(Paolo Bianchi, IED Milano)

Come immagini la sostenibilità nella moda del futuro?

«Prevedo un futuro molto luminoso per la moda sostenibile. Con la quantità di abbigliamento che viene scartata ogni giorno, figuriamoci ogni anno, i rivenditori devono a se stessi e al mondo dare un'occhiata a ciò che è disponibile e progettare con questo in mente».

(Haigann Fevrier, Polimoda Firenze)

«Vedo persone molto più consapevoli della questione della sostenibilità; è un cambiamento totale che avverrà nel tempo, ma che si verificherà».

(Raffaella Petraccaro, IUAD Napoli)

Quanto spesso implementi la sostenibilità nei tuoi progetti? E come?

«In tutti i miei progetti universitari cerco di inserire il tema della sostenibilità come elemento centrale, soprattutto alla ricerca di tessuti a basso impatto ambientale e derivati da processi di riciclo. Il mio obiettivo è contribuire a limitare il più possibile l'inquinamento attraverso il mio lavoro.  Uno degli approcci che di solito considero è l'utilizzo di tessuti di scarto che hanno avuto origine dalla produzione di altri vestiti in alcuni dei miei progetti precedenti».

(Paolo Bianchi, IED Milano)

«Alla soglia del 2021 la sostenibilità è alla base di ogni progetto innovativo, è necessario occuparsi sempre con l'esterno, fare ricerca, quindi è un concetto molto frequente. Per me essere sostenibile significa prima di tutto utilizzare i materiali che già abbiamo, fare il riciclare tessuti e abbigliamento di seconda mano senza crearne di nuovi».

(Raffaella Petraccaro, IUAD Napoli)

Cosa hai imparato da questa masterclass?

«Ho imparato che dai vestiti alla fine del loro ciclo di vita possiamo realizzare vere e proprie opere d'arte ad alto livello estetico. Non è vero che ciò che viene dal riciclaggio non deve necessariamente essere bello!»

(Paolo Bianchi, IED Milano)

«Questa masterclass mi ha permesso di riscoprire molto su me stessa. Sono sempre stata abbastanza impulsiva, specialmente con il mio lavoro creativo. [...] Andando avanti intendo continuare a lavorare nel mio stato impulsivo durante le fasi sperimentali del mio processo e in uno stato più logico quando trovo ragione e significato per il mio lavoro».

(Haigann Fevrier, Polimoda Firenze)

«Ho trovato molto interessanti le tecniche di pittura di APJP, sono state qualcosa di totalmente nuovo per me».

(Raffaella Petraccaro, IUAD Napoli)