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I vestiti del futuro sono biodegradabili

La giovane designer Scarlett Yang ha creato un materiale biodegradabile che muta nel tempo e non inquina

I vestiti del futuro sono biodegradabili La giovane designer Scarlett Yang ha creato un materiale biodegradabile che muta nel tempo e non inquina

La sostenibilità è uno dei problemi principali dell’odierna industria della moda. Se grandi brand e conglomerati del lusso sembrano ancora attaccati ai cicli produttivi di una volta e la sovrapproduzione di abiti del fast fashion non si è apparentemente fermata, una giovane designer laureata al Central Saint Martens, Scarlett Yang, ha proposto una soluzione innovativa. Yang ha infatti progettato un abito composto interamente da un materiale biodegradabile di sua invenzione, creato a partire da sericina (una proteina della seta), acqua, tintura e un estratto di alghe. Il progetto rimane al momento a uno stadio concettuale: la designer ha infatti creato degli ipnotici render 3D che simulano in tutto la texture del materiale e che potranno essere impiegati in futuro per essere usati in progetti di augmented reality e in CGI. Ma il nuovo materiale, che la designer ha battezzato Serpentine Lace, ha infinite applicazioni possibili, dal design di interni al packaging. 

Con il suo progetto Decomposition of Materiality and Identities, la designer 24enne esplora il concetto di  materialità nella moda sia da un punto di vista fisico che digitale. L'indagine si basa sul concept di "sistema vivente circolare" in cui i capi crescono, si decompongono e mutano forma a seconda del loro uso e del passare del tempo. Dopo la loro dissoluzione, i capi possono cambiare destinazione d'uso ed essere riconfigurati: ad esempio gli orli si restringono e le giacche diventano gonne. Il render 3D creato da Yang trasforma i bozzetti in fabbricazioni digitali che simulano una continua trasformazione del capo che va oltre ogni idea di design di moda tradizionale. A prescindere dalle sue ramificaizoni più concettuali, comunque, il progetto è nato, come la designer racconta a Fast Company, dalla considerazione che i medesimi progetti sartoriali degli studenti di moda creano scarti e sprechi di materiale che contribuiscono ad alimentare il problema. 

Il mix di proteine della seta ed estratto di alghe inventato da Yang è in grado di rendere i suoi abiti parzialmente impermeabili - parzialmente perché è proprio nell’acqua che il materiale si dissolve, eliminando tutti i problemi di scarti e riciclaggi. La rapidità con cui il tessuto si dissolve nell’acqua dipende dalla sua struttura e dal suo spessore, così  come la rigidità del materiale è determinata dalle proporzioni di proteine e alghe. A prescindere dai dettagli della fattura, il procedimento di creazione rimane lo stesso: i due materiali vengono mescolati e poi versati in uno stampo 3D dove solidificano. Una volta completata questa fase, le varie parti vengono assemblate per creare delle silhouette eteree e surreali – che ricordano (e probabilmente si ispirano) alle creazioni di Iris van Herpen.