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L’industria della moda toscana ha perso il 40% dei suoi ordini

La principale ricaduta si è avuta sui settori di borse e scarpe

L’industria della moda toscana ha perso il 40% dei suoi ordini La principale ricaduta si è avuta sui settori di borse e scarpe

Negli ultimi mesi, in seguito alla pandemia di Covid-19, sono stati molti i brand e i designer ad annunciare una rivoluzione dei propri ritmi produttivi, spesso rinunciando alle pre-collezioni e limitandosi alla creazione di due linee l’anno. Una scelta che, dal punto di vista della sostenibilità e del design, è assolutamente corretta  ma le cui ricadute sono pesanti sull’industria della moda toscana, un business da 15 miliardi di euro, ormai cresciuto per adattarsi proprio a quei ritmi e che ha visto le ordinazioni crollare del 40%. Con il principale rischio, per i fornitori, che i brand, nell’urgenza di salvare le proprie collezioni stagionali, portino altrove le proprie ordinazioni. Azzurra Morelli, titolare dell'azienda di abbigliamento PelleModa di Empoli e vicepresidente di Confindustria Firenze, una delle principali fornitrici dei grandi marchi di moda, con un fatturato di 46 milioni annui, ha spiegato a Il Sole 24Ore:

«Se i marchi decideranno di fare due linee all’anno, più sostenibili sia sul fronte ambientale che su quello delle risorse umane, l’impatto su una filiera abituata a produrre quattro collezioni l’anno più sei “flash” sarà fortissimo. Questo aggiunge incertezza a un periodo già molto negativo».

Le previsioni per il 2020 infatti parlano di un calo di fatturato compreso fra il 30% e il 40%. Il calo delle ordinazioni è iniziato con il forte calo degli export che, ad esempio, nel caso di scarpe e borse sono calati del 23%. Una contrazione che ha preceduto il fermo assoluto imposto dal lockdown, gettando l’intero settore in piena crisi. Le aziende rimaste aperte a ritmo ridotto negli ultimi mesi hanno infatti ultimato gli ordini delle collezioni FW21, i brand e i terzisti hanno stock di capi mai arrivati nei negozi e stanno aspettando per piazzare nuove ordinazioni, le cui deadline di consegna, però, saranno molto più rapide che in passato, costringendo le aziende a restare  aperte anche ad agosto. Un tipo di danno economico i cui effetti si propagheranno per tutto il resto del 2021.