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Le vendite di Nike sono crollate del 38% a causa del Coronavirus

Ma il lockdown ha evidenziato nuove potenzialità di business su cui ora il brand vuole accelerare

Le vendite di Nike sono crollate del 38% a causa del Coronavirus Ma il lockdown ha evidenziato nuove potenzialità di business su cui ora il brand vuole accelerare

Anche Nike, spesso considerato uno dei brand più forti del settore sportswear, ha subito pesanti perdite a causa del Coronavirus. Oggi, il brand ha condiviso il report per l’anno fiscale conclusosi lo scorso 31 maggio in cui si legge che, nell’ultimo trimestre, le sue vendite sono calate del 38%, una cifra che Nike attribusice alle otto settimane di chiusura forzata a cui sono stati sottoposti i negozi. Il 90% dei punti vendita fisici del brand sono infatti rimasti chiusi, così come i grossisti del brand, facendo dimezzare le spedizioni.

La perdita totale è stata di 790 milioni di dollari, per contrasto i profitti dello scorso anno per il medesimo periodo si erano assestati a 989 milioni di dollari. Curiosamente, però, la Cina è stata il paese in cui le vendite sono scese di meno, solo il 3%, con addirittura un aumento dei profitti totali dell’8%, ed è oggi l’unico paese in cui l’interità dei negozi Nike ha riaperto. La vera emorragia si è avuta invece sul mercato americano, dove le vendite sono crollate del 46%.

Durante questo periodo, sono venute alla luce le opportunità e i limiti del mondo digital. Nella sua dichiarazione di accompagnamento al report, infatti, Nike considera il suo ecosistema digitale come indispensabile nel mantenere e accelerare l’engagement dei clienti. Allo stesso tempo però, pur crescendo del 75%, gli introiti provenienti dall’e-commerce si sono rivelati promettenti ma al momento insufficienti a sostenere il brand, costituendo solo il 30% dei profitti totali e dimostrando l’importanza e il peso che ancora possiede il retail fisico. Una situazione che comunque cambierà presto perché il brand ha annunciato che inizierà a investire per raggiungere un nuovo target: rendere l’e-commerce responsabile per la metà delle vendite totali.
Uno dei prossimi progetti sarà aprire una serie di negozi più piccoli dove i clienti potranno venire a ritirare gli ordini fatti online – una soluzione di compromesso assai intelligente, specialmente perché elimina i problemi di stoccaggio dei materiali e aumenta la fiducia del cliente nel meccanismo dell’e-commerce stesso. Il CEO del brand, John Donahoe, ha commentato questa nuova direzione dicendo:

«I consumatori vogliono esperienze fluide e moderne, dall’online all’offline, ed è per questo che stiamo accelerando i nostri sforzi».