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La campagna di Gucci per la sua prima collezione sostenibile

Diretta da Harmony Korine, con Jane Fonda e Lil Nas X

La campagna di Gucci per la sua prima collezione sostenibile Diretta da Harmony Korine, con Jane Fonda e Lil Nas X

There's nothing but blue skies...

Niente di più di un cielo blu, i grattacieli di Los Angeles e una casa sull'albero nel bel mezzo di una metropoli. Sulle note di I Can See Clearly Now di Jimmy Cliff, sono questi gli elementi della nuova campagna di Gucci Off the Grid, girata e scattata dal regista Harmony Korine con protagonisti Jane Fonda, Miyavi, David de Rothschild, Lil Nas X e King Princess per presentare la prima collezione sostenibile del brand.

Dopo il lancio dell'account Instagram @gucciequilibrium per sensibilizzare il pubblico sulla questione ambientale e promuovere un cambiamento positivo per le persone e il pianeta, la nuova collezione Off the Grid è solo il primo passo del progetto Gucci Circolar Lines, pensato da Alessandro Michele per supportare la produzione circolare del brand. La collezione si costituisce di abiti genderless costruiti a partire da materiali riciclati, organici, biologici e di origine sostenibile, tra cui spicca l'ECONYL®, un tipo particolare di nylon realizzato con i ritagli di nylon avanzati dalla produzione. 

Per il lancio, Gucci ha riunito un gruppo di star internazionali tra cui Lil Nas X, il rapper che ha fatto incetta di premi all'ultima edizione dei Grammy, e Jane Fonda, l'attrice e attivista che a 82 anni, con la sua sciarpa rossa, è ancora in prima linea a Washington per protestare in favore della causa ambientale, tanto da essersi fatta più volte arrestare. Dietro la macchina fotografica, come per quasi tutte le ultime campaign del brand, ancora una volta c'è Harmony Korine, a conferma della passione di Alessandro Michele per il cinema indipendente.

La collezione è il risultato di un lavoro di gruppo, dove ognuno ha portato qualcosa. E anche nella campagna c’è l’idea del dialogo tra persone, che costruiscono qualcosa di nuovo, ha spiegato Michele. Ho immaginato che potessimo costruire tutti insieme, un po’ come dei bambini che giocano nel parco, una casa sull’albero nel centro di una metropoli, perché tutti noi abbiamo bisogno di costruire questa casa o di scoprire che esiste il pianeta anche dove ci sembra che non ci sia, o che sia lontano.