Vedi tutti

Selezionare il bello - Intervista a Michela Gattermayer

Il vicedirettore di Elle ci ha parlato di Milano e della moda nel 2019 durante l'ultimo Future Vintage Festival

Selezionare il bello - Intervista a Michela Gattermayer Il vicedirettore di Elle ci ha parlato di Milano e della moda nel 2019 durante l'ultimo Future Vintage Festival

Al Centro Altinate S. Gaetano di Padova si è chiusa settimana scorsa la decima edizione del Future Vintage Festival, l'evento nel quale streetwear, sneaker, musica, cibo e arte creano un unico linguaggio. 
Al Future Vintage si è parlato dell'evoluzione della moda street, che ha visto tra i protagonisti proprio nss magazine insieme a Danilo Paura e Maurizio Tentella. Durante la tre giorni, i talk hanno toccato anche la storia della moda e il women empowerment insieme a Chadia Rodriguez, Greta Menchi, Valentina Nappi e Freeda. A Padova anche due mostre dedicate ad alcuni pezzi d'archivio di Vivienne Westwood e Band T-shirt da collezione, ecco alcune foto dell'evento.

Tra gli ospiti c'era anche Michela Gattermayer, vicedirettore di Elle e figura di riferimento del giornalismo di moda italiano. La abbiamo intercettata, facendole qualche domanda sulla moda contemporanea e sullo stato di salute della Milano Fashion Week. 

#1 Il claim dell’edizione di quest’anno di Future Vintage Festival al quale hai partecipato era “Be Dissident”. Ci sono dei tabù e delle regole nel mondo della moda che ancora non sono stati infranti?

Temo di dover dire di no, di tabù, se così si può parlare, non ce ne sono più da almeno trent’anni. Se pensiamo a Chanel che ha tolto i bustini, a Mary Quant che ha scoperto le gambe, ai Beatles, a Mick Jagger, a David Bowie soprattutto, al punk, agli spaziali degli anni Sessanta. Mi sembra che più di così…

#2 Lei è da sempre molto attenta alla salvaguardia dell’ambiente e a temi come quello della sostenibilità e del riciclo, che sembrano finalmente interessare anche l’industria della moda. Pensi che si tratti di un trend passeggero o vedi le basi per un futuro davvero green?

Credo che non si possa più parlare di trend ma di dovere. E mi sembra che le aziende siano sincere quando approcciano il problema cercando di fare la loro parte per risolverlo o quantomeno arginarlo.

#3 In un’industria che ha come protagonisti influencer, blogger e star di Instagram, qual è e quale deve essere il ruolo dell’editor di moda?

Buona domanda. Chi fa il mio mestiere fa altro rispetto a blogger e influencer, alcune delle quali sono bravissime. Credo che i giornali debbano ribadire il loro ruolo che è sempre di più quello di selezionare nel mio caso il meglio e il bello, per chi si occupa di informazione non di moda invece il vero.


#4 Qual è lo stato di salute della Milano Fashion Week? 

Come tutte le fashion week è un modo un po’ vecchiotto di mostrare la moda, ma nessuno, né Parigi, né Londra né NY, sono riusciti a inventarsi qualcosa di diverso. La verità è che per gli stilisti giovani la sfilata è un punto d’arrivo, che poi diventa un punto di ripartenza.
Resta comunque il miglior modo di mostrare il tuo lavoro: un abito indossato è vivo, su un manichino s’impolvera. È evidente però che il sistema delle fashion week ha bisogno di essere ripensato, se non altro per i tempi. Non si può pensare che tutti vedano tutto mesi prima che questo tutto sia in vendita. Purtroppo le aziende non possono farcela a star dietro ai tempi, e non è nemmeno giusto che ci provino,  la velocità non fa bene a niente e a nessuno. Il caso di Virgil Abloh che ha ammesso di essere stanco e di aver bisogno di una pausa dovrebbe insegnarci qualcosa…