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Il meglio della Milano Fashion Week SS20

Gli show e le collezioni che ci hanno colpito

Il meglio della Milano Fashion Week SS20 Gli show e le collezioni che ci hanno colpito

Dopo cinque giorni fitti di sfilate, presentazioni, eventi e party, è giunto il momento di trarre le conclusioni della Milano Fashion Week SS20. In questa edizione si è voluto sperimentare una nuova formula, posizionando durante la prima giornata e durante quella di chiusura due dei nomi più attesi, rispettivamente Prada e Gucci. Un modo per tenere viva l'attenzione su una manifestazione che non riesce a dimostrarsi interessante al di là dei soliti nomi. 

Una serie di considerazioni e riflessioni sull'evento più importante per l'industria della moda italiana sono dovute e necessarie, ma da osservare attentamente sono anche le collezioni scese in passerella in questi giorni. In ordine rigorosamente sparso abbiamo raccolto qui le sfilate che ci hanno maggiormente convinto, che anche in questo caso vedono la presenza predominante di grandi brand già affermati. 

 

Versace 

La sfilata SS20 di Versace è stata la migliore di questa MFW per molteplici ragioni. Innanzitutto, quello che Donatella ha portato in scena è stato uno show nel senso più puro del termine, regalando soprattutto un finale inaspettato, dopo la presentazione di una collezione energica e molto convincente: lo show di Versace è stato divertente, e non è una cosa da sottovalutare di questi tempi. Il successo di questa sfilata è misurabile anche in termini di Retweet, Trending Topic e post su Instagram, forse il massimo a cui si possa aspirare oggi. E qui arriviamo al secondo motivo del successo: il rapporto con la tecnologia. In occasione del 20esimo anniversario della nascita di Google Images, dovuta in larga parte a quelle foto di Jennifer Lopez ai Grammy Awards del 2000 con indosso l'ormai iconico Jungle Dress, Versace ha voluto ricreare quel momento. Dopo l'uscita dell'ultima modella, sugli schermi che circondavano la passerella fanno il loro ingresso le famosissime immagini di JLo con quell'abito, prima che Donatella pronunci la frase "Okay, Google, now show me the real jungle dress". E' allora che entra Jennifer Lopez in persona con una versione rivisitata del Jungle Dress che lascia scoperti i suoi addominali scolpiti e le gambe muscolose, oggi meglio di allora. Tutti in piedi, tutti a riprendere un momento che resterà nella storia di Versace e soprattutto della Fashion Week milanese, che per momenti di questo tipo può ringraziare sempre e solo Donatella. Versace è riuscito a replicare quel momento frenetico e pazzesco che aveva fatto nascere Google vent'anni fa, dimostrando quanto la potenza comunicativa della moda e delle immagini siano più forti che mai. Ma oltre al siparietto finale, la collezione SS20 Versace conquista grazie ad un'attitudine sexy ma mai volgare, le prime uscite in nero sono le migliori della proposta, per i tagli delle giacche, le scollature mai banali, l'abbinamento con camicie più caste dalla spalle importanti. Questo è quello che vogliamo da una sfilata di moda. 


Prada

Far rientrare lo show di Prada tra i migliori di questa FW sarà probabilmente un'opinione impopolare, ma pazienza. Non c'è nessuno che di stagione in stagione sappia rinnovarsi, reinventarsi e soprendere come fa Miuccia. Quindi per la SS20, basta grafiche gotiche, Frankenstein colorati, al centro c'è la persona, che viene prima dei vestiti, lo stile personale prima dei trend. Prada gioca con il concetto di pretty, femminile, semplice, è come se andasse a togliere invece che a sovraccaricare, a spogliare invece che coprire. Ci sono accenni agli anni Cinquanta e riferimenti agli anni Settanta, vedi alla voce completo giacca pantaloni dal taglio perfetto. Miuccia gioca con i contrasti tra tessuti diversi portati insieme: macramè, velluto, paglia, pelle, paillettes, il mood è giocoso appunto, non bisogna prendersi troppo sul serio. Non sarà la collezione Prada più bella di sempre, ma senza dubbio ha saputo dialogare con la propria estetica riadattandola ad una donna più vera di quella vista nelle ultime stagioni. 

 

Gucci 

"Ho paura di annoiarmi" ha dichiarato Alessandro Michele al termine della sfilata per raccontare la nuova collezione di Gucci - e onestamente anche noi avevamo molto timore di annoiarci con l'ennesimo show di Gucci condito di esoterismo, barocco, accessori esagerati, teste mozzate, e chi più ne ha più ne metta. Questa volta, però, Michele ha fatto leva sul togliere piuttosto che sull'aggiungere. Lo show si apre con 21 modelli in total white su una vera passerella che si muove. E' il momento della purificazione, siamo pronti a goderci il futuro firmato Gucci. Un futuro non esattamente inedito, che trae indubbiamente spunto dai codici estetici della Maison, questa volta riproposti però in forma nuova. C'è tutto quello a cui Michele ci ha abituato, ma è meglio, perchè è più contenuto. Gli anni Settanta, i completi stampati, le gonne midi, il logo, gli accessori esagerati, c'è ancora tutto, ma è arricchito da un twist ancora più contemporaneo, che farà sicuramente vendere a Gucci più di quanto non faccia già ora. 

 

Bottega Veneta

Le aspettative c'erano, forse più che all'esordio, perché da giugno ad oggi Bottega Veneta, in termini di immagine, soprattutto su Instagram, ha conosciuto una crescita e una popolarità senza precedenti. Daniel Lee ha voluto andare sul sicuro, portando in scena una collezione molto simile a quella del suo esordio, con alcuni look quasi esattamente identici. Questo non significa che la proposta non sia interessante, tutt'altro: è chiaro che Lee stia in qualche modo gettando le basi per un'estetica più duratura, longeva e riconoscibile, da far entrare nel nostro immaginario prima di poterla stravolgere senza lasciarci confusi e persi. Ecco allora che ritornano i completi in pelle, abiti midi in maglia con scollature inaspettate, trench portati sopra ad abiti ricoperti di paillettes. Ma è sugli accessori che Bottega Veneta si concentra maggiormente: le classiche bag di pelle intrecciata, così come i sandali diventati un must have di Instagram, ritornano in versione aggiornata, ma familiare, sicuri del successo anche nella prossima stagione. A condividere ogni look ci pensa @newbottega, seduta in prima fila, a sottolineare ulteriormente l'importanza che ricopre oggi il social network per Bottega Veneta. 

 

MM6 Maison Margiela

Sembra che l'ispirazione principale per questa collezione sia arrivata da John Lennon e Yoko Ono, in particolare dalla famosa fotografia che li ritrae nel letto insieme. La proposta si nutre infatti del concetto di stare insieme, facendo riferimento all'istituzione del matrimionio, dai capi decorati dalle scritte Just Married, all'inserimento e all'utilizzo di tulle bianco in look anche non da sposa. Nonostante l'ispirazione, la collezione non è romantica, eccessivamente sognante o irreale, resta invece molto concreta, contemporanea e molto interessante. Sicuramente non piacerà a tutti, come è tipico di Margiela, ma è senza dubbio una proposta ispirata e ragionata, quasi una rarità ormai.