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I font dello streetwear

Quali sono i font di Nike, BAPE, Vans e Saint Laurent?

I font dello streetwear Quali sono i font di Nike, BAPE, Vans e Saint Laurent?

Come sarebbe la percezione di Supreme NY se da domani decidessero di sostituire il carattere Futura con un bel Comic Sans, quel font, criptonite per i grafici che fa venire il gelo nel cuore solo a pensarci? La brand identity deve molto, se non tutto,  alla componente grafica, il carattere azzeccato, in contrasto con uno sfondo preciso o inserito all'interno di una sagoma può velocizzare il rapporto con il quale il pubblico viene educato ai valori del marchio, rendendo i suoi prodotti più riconoscibili e quindi desiderati. Il mondo dello streetwear manifestandosi principalmente nelle strade ha ancora più bisogno che i loghi dei brand siano riconoscibili immediatamente, tanto che negli ultimi anni si è sviluppata proprio una tendenza alla logomania, ingigantendo le dimensioni e sacrificando in alcuni casi l'armonia del singolo capo. 
In molti casi i grandi brand non hanno inventato da zero il proprio font ma rielaborato una base già nota, Nike per esempio ha customizzato proprio il Futura di Supreme, modificando il tracciato e gli apici delle lettere. Off-White dal canto sua ha invece ripreso in modo identico un altro Font storico come l'Helvetica, nato come Neue Haas Grotesk nel 1957. L'appropriazione da parte di Virgil Abloh di simboli così famosi gli ha portato anche qualche grana sul diritto d'autore.

Per quanto riguarda l'high fashion negli ultimi anni molti brand hanno puntato su una forte scelta di restyling, sostituendo ai propri caratteri storici altri più semplici e leggibili, con l'intenzione di riscrivere un nuovo capitolo della propria storia. Burberry, Balmain, Celine, Saint Laurent, Balenciaga, ma anche Fendi e Calvin Klein, tutti indirizzati verso una nuova identità, che favorisca leggibilità e impatto visivo. 
Questi cambiamenti sono avvenuti in molti casi in corrispondenza del cambio di direzione creativa, puntano chiaramente sull'anonimia ma che consentendo ai brand di poter significare ogni volta ciò che il mercato, la campagna o il capo richiede. 

 

 

Photo by @notthatcheneywork