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Un nuovo modo di fare jeans

Siamo stati a Los Angeles per scoprire come Uniqlo ha reso sostenibile la produzione di jeans

Un nuovo modo di fare jeans Siamo stati a Los Angeles per scoprire come Uniqlo ha reso sostenibile la produzione di jeans

Tra i vialoni di downtown Los Angeles dove le palme si stagliano contro il cielo azzurro e il sole della golden hour illumina i grattacieli, Uniqlo ci ha portato a visitare il Jeans Innovation Center (JIC) cioè il laboratorio che si occupa di ricerca e sviluppo nel campo del jeans per Fast Retailing, il gruppo che possiede tra i vari marchi Uniqlo e J Brand. Entrando nella warehouse si ha l'impressione di trovarsi in una fabbrica del futuro: ci sono enormi macchinari in metallo simili a lavatrici su un lato e robot automatizzati dotati di raggi laser sugli altri. Al centro della sala Masaki Matsubara, Yukihiro Nitta e Veronique Rochet - rappresentanti di Fast Retailing - stanno per spiegare per la prima volta ai giornalisti da tutto il mondo come e perché il modo di produrre i jeans nel JIC è una piccola rivoluzione nel campo della sostenibilità della moda

Il problema della produzione del denim

Il jeans si colloca sicuramente nella top ten dei capi più iconici della moda contemporanea. Come l'hoodie il significato culturale dei jeans è cambiato nelle varie epoche: sinonimo di stile sin dagli anni 50, quando i giovani presero un capo pensato per il lavoro in miniera e iniziarono ad usarlo come capo casual nel tentativo di emulare le star che dominavano il grande schermo di allora, da John Wayne a James Dean. Fino ad arrivare agli anni 60, che con l’arrivo del movimento hippie porta ad altri livelli il trend del denim attribuendogli, sotto la spinta del mutamento culturale di quegli anni, un nuovo aggettivo: dall’essere un capo prettamente maschile, il jeans diventa finalmente unisex. Il capo ha continuato la sua perpetua evoluzione negli anni '70 e '80, cambiando taglio, forme e significato ma rimanendo saldamente ancorato al concetto di moda di strada, ribellione e gioventù.

Della storia del denim si potrebbe dire moltissimo, essendo un capo che non è mai scomparso dal guardaroba di uomini e donne per oltre metà secolo, ma un aspetto che spesso è stato tralasciato è quanto sia costoso e inquinante produrre il denim. Secondo una stima di Stephen Leahy, autore del libro “Your Water Footprint”, occorrono mediamente fino a 75 litri d’acqua per la produzione di un paio di jeans, in particolare nella fase di "lavaggio" del prodotto necessaria ad ammorbidire il tessuto ma che inevitabilmente produce una spreco di acqua notevole. 

Fast Reatailing e il JIC hanno come obiettivo la totale eliminazione dell’acqua dal processo di lavaggio del jeans, il cui utilizzo ad oggi risulta ridotto del 99%. Le wash machine utilizzate al JIC, rispetto a macchinari tradizionali non immergono i capi in acqua ma usano una tecnologia di nanobubble che riduce quasi totalmente il consumo d'acqua. Tra le innovazioni nel lavaggio c’è anche quello di aver sostituito la pietra pomice - che nel tempo si deteriora provocando residui di polvere - con una pietra ecologica prodotta artificialmente.  

 

Una mentalità ecosostenibile

L’obiettivo zero-water ancora non è stato raggiunto ma è dove Jeans Innovation Center vuole arrivare, come ha sottolineato Masaaki Matsubara, Chief Operating Officer of JIC che è intervenuto all’evento:

“We never intended to reduce water used for jeans washing by only 10% or 20%. Ultimately we want to reduce water usage to near zero – only this can be considered true innovation.”

Oltre a combattere lo spreco d’acqua JIC è riuscito anche a ridurre al minimo la manodopera per la realizzazione dei jeans, soprattutto delle rifiniture come effetti vintage e strappi che non devono più essere fatti a mano, o come sbaffi e strisce che per essere realizzati utilizzavano prodotti chimici. Ora anche questi processi si muovono in direzione della sostenibilità. 

Uniqlo ha cominciato a vendere nei propri store i jeans regular fit per uomo realizzati utilizzando le nuove tecnologie sostenibili di JIC a partire dalla collezione FW18 e il centro ora punta a cambiare l’impatto ambientale in maniera ancora più radicale entro il 2020. L'obbiettivo è quello di riuscire a produrre tutti i jeans del gruppo Fast Retailing - uno dei gruppi di moda più grandi al mondo - utilizzando i nuovi processi su larga scala che garantiranno prezzi accessibili e rispetto dell'ambiente.
Si tratta di una meta ambiziosa che si inserisce in una più ampia politica del gruppo che ha fatto della ecosostenibilità uno delle linee guida per la crescita futura, con obiettivi come la riduzione dell'utilizzo della plastica nel processo produttivo dell'85% per il 2020. 

“Our ambition is to redefine what sustainability means in the apparel industry. We want to make sustainable choices effortless and anxiety-free for our customers everywhere, and to leverage the scale of our business to have genuine meaning and impact. Through initiatives like these water-saving jeans, and through other examples, like our commitment to using only sustainable cotton or fully ethical down, Fast Retailing customers everywhere can be part of a more sustainable world, without any special effort on their part and without any compromise on quality or value”.
Veronique Rochet, Sustainability Director of JIC

 

Oltre la fabbrica: il denim di Uniqlo nelle scuole

Dal JIC di Los Angeles fino alle fabbriche sparse per il mondo, Uniqlo e Fast Retailing sono consci che la questione della sostenibilità nel campo della moda è una battaglia in primis culturale, oltre che produttiva. Il cambiamento deve si partire dai grandi brand e gruppi di moda, ma sopratutto deve essere alla base della cultura del consumatore per arrivare a considerare l'ecosostenibilità come un valore aggiunto al capo.

Con l'obiettivo di avvicinare le nuove generazioni al tema, Uniqlo ha creato un concorso per gli studenti delle fashion school di Los Angeles grazie al quale i ragazzi hanno la possibilità di dare vita ai propri disegni incorporando nelle loro creazioni il denim prodotto presso il Jeans Innovation Center dimostrando così come pensiero sostenibile e design possano convivere dando vita a qualcosa di nuovo e inaspettato. nss magazine ha avuto modo di vedere i risultati, i capi realizzati sono infatti esposti all'interno dello store di downtown LA e alcuni in esclusiva presso il JIC.