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La collezione Dior Resort tra Yves Saint Laurent e l'Africa

Maria Grazia Chiuri ha portato la Maison a Marrakech per un viaggio attraverso la cultura africana

La collezione Dior Resort tra Yves Saint Laurent e l'Africa Maria Grazia Chiuri ha portato la Maison a Marrakech per un viaggio attraverso la cultura africana

Ieri sera Maria Grazia Chiuridirettore creativo di Christian Dior, ha ufficialmente dato il via alla stagione Resort con lo show di Dior Resort 2020 a Marrakech, in Marocco. La location della sfilata, tenutasi presso il Palais El Badi, è stata ispirata da un look ritrovato nell'archivio della maison, disegnato da Yves Saint Laurent, che all'epoca, nel 1960, era a capo della casa di moda. Chiuri ha intuito come il Marocco faccia da sempre parte del DNA di Dior e ha scelto di portare lo spettacolo proprio in Nord Africa. 

Nella collezione 2020, Chiuri ha rivelato ispirazioni e riferimenti diversi, oltre ad una serie di inedite collaborazioni. L'omaggio a YSL e ai suoi anni a Dior è avvenuto attraverso i classici colli a scialle e le famose gonne plissettate. Chiuri ha dato modo al pubblico di scoprire il capitolo successivo della sua collaborazione con lo studio di design Uniwax, con cui ha lavorato ad una serie di stampe in cera raffiguranti la città di Abidjan su tessuti toile du jury. La collezione racconta le molte storie delle diverse culture che caratterizzano l'Africa, inclusa quella di Nelson Mandela. Il direttore creativo di Dior ha anche collaborato con un designer chiamato Monsieur Pathé'O, noto per aver realizzato le famose camicie che Nelson Mandela era solito portare. Pathé'O ha disegnato un look per la collezione che includeva un ritratto del leader sudafricano sul retro di un capo. La collezione vede inoltre le collaborazioni della designer inglese-giamaicana Grace Wales Bonner e l'artista americana Mickalene Thomas.

L'intera collezione nasce dall'idea di dare vita ad un melting pot culturale attraverso abiti bohémien, creazioni in pizzo, tailleur, gonne ecc. Nonostante sia innegabile che la collezione sia riuscita nel suo intento, aprendo una conversazione sull'eredità culturale africana e il suo influsso sulla cultura mondiale, è interessante notare come molto spesso Maria Grazia Chiuri diventi il più grande nemico di se stessa

La designer italiana ha presentato una collezione di 100 look, un numero simile rispetto a quelli della precedente collezione. Tuttavia, anche se può sembrare che abbia molto da dire, la creazione di una collezione così ampia a volte rischia di comprometterne la qualità e si rischia inoltre di perdere il messaggio che l'anima. Nonostante tutto, però, il tentativo di Chiuri di dare il via ad una conversazione e ad un approfondimento sul Continente e sulla sua creatività è stato senza dubbio un successo, soprattutto perché ha coinvolto creativi autentici.