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Quando il mondo si è accorto delle sneaker: la storia delle Nike Dunk “NYC Pigeon”

La scarpa disegnata da Jeff Staple che ha cambiato per sempre il modo di intendere lo sneaker game

Quando il mondo si è accorto delle sneaker: la storia delle Nike Dunk “NYC Pigeon” La scarpa disegnata da Jeff Staple che ha cambiato per sempre il modo di intendere lo sneaker game

Qualche mese fa avevano fatto scalpore i video girati fuori dal Nike Lab di Milano, in cui alcuni ragazzi si arrampicavano letteralmente sui muri per riuscire ad accaparrarsi un paio di Nike Air Max 90 x Off-White. I servizi in TV avevano scandalizzato nei giorni successivi e smosso una parte dell'opinione pubblica inconsapevole che i camp out e le corse, spesso violente, al prodotto esclusivo, sono un'abitudine che per quanto riguarda le sneaker trova un preciso atto fondativo: il drop delle Nike Dunk SB Low Staple “NYC Pigeon”. Anche la generazione più abituata alle release uniche, alle collaborazioni limitate e ai marketplace di reselling, sembra non conoscere quello che successe a Manhattan fuori dal Reed Space di Jeff Staple, le risse, i machete trovati lungo le strade e la polizia che non sapeva più come contenere la folla di sneakerhead.
È sbagliato pensare che sia stato proprio Jeff Staple con le sue Nike Pigeon ad elevare le sneaker ad oggetto di culto. Ciò che è successo nel febbraio del 2005, però, è senza dubbio un turning point che ha trasformato la passione per le sneaker e il collezionismo da feticismo nerd a fenomeno mainstream, assorbito anche fuori dalla cerchia ristretta dei fan. La Pigeon ha il merito di aver creato un fermento che ha dato vita al fenomeno dei camp out e della corsa alla limited edition, la definizione di Hype ancor prima che questa parola avesse un senso così chiaro. Riordiniamo gli eventi, chi è Jeff Staple? Com’è riuscita una sneaker con il ricamo di un animale così fastidioso e universalmente odiato ad essere l’origine del resell game? 

 

Un grafico del Lower East Side

Jeff Staple nasce come grafico pubblicitario, con molti progetti editoriali per riviste e una passione per la stampa serigrafica su magliette. La carriera di Jeff NG nel mondo della moda subisce una svolta nel marzo del 1997, quando entrando nel Triple Five Soul di SoHo con addosso una delle t-shirt da lui prodotte, lo store manager prese nota e commissionò a Jeff il primo ordine di 12 magliette. Da quel momento il successo imprenditoriale di Staple prese il volo, trasformando la sua produzione di t-shirt in una linea da uomo completa, la Staple Pigeon, lanciata nel 1997 e fin da subito rispettata a New York. A questa seguirà la nascita di un’agenzia creativa e, nel 2002, anche il Reed Space, negozio al dettaglio all’interno del quale vengono organizzati eventi ed esposizioni d’arte.

A questo punto è Nike a riconoscere il lavoro di Jeff, tanto da proporgli di far parte dei progetti per l’anniversario delle Dunk SB, la linea dedicata allo skateboard modellata sulle Dunk da basket degli anni '80. Nike avrebbe presentato il “City Pack”, composto da 4 sneaker dedicate a Tokyo, Londra, Parigi e New York. A Jeff venne commissionata la realizzazione del modello destinato alla Grande Mela. La miglior scarpa del momento, per il brand migliore del momento, dedicata alla città più bella del mondo, da questa missione tutt’altro che semplice inizia la storia delle Nike Dunk SB Low Staple “NYC Pigeon”.

 

Machete coltelli e bulli di quartiere

Il design creato dal Reed Space voleva unire in un unico item il mondo dello skateboard e l’anima di New York City. Dopo una fase di incertezza iniziale, Jeff e il suo team decisero che niente come i piccioni rappresentasse al meglio la Grande Mela, una fotografia della quotidianità che non colleghi alla città se effettivamente non ci vivi.
Per la colorway vennero ripresi i colori dell’animale, tre grigi differenti, zone nere e bianche (lo Swoosh), suola arancione come le zampe e tomaia in nabuck, a ricreare la morbidezza delle piume.

La scarpa fu l’ultima rilasciata della super serie limitata “City Pack”, furono realizzate solamente 150 paia, 30 per ciascuno dei 5 negozi di NYC nei quali era possibile acquistarle (Rival, Supreme, Recon, KCDC e Reed Space). Solamente nel negozio di Jeff a Manhattan le sneaker erano numerate, in nero sulla parte interna, ciò rendeva ancora più esclusivo il modello e generò quello che poi accadde i giorni seguenti.

Staple si accorse che stava per succedere qualcosa di grande uscendo dal lavoro, la sera prima del drop, quando al 151 di Orchard Street erano già accampati in una dozzina. 

Il giorno seguente all'appello erano in 150, con la polizia e un buttafuori di 140 chili a cercare di contenere la folla, pronta a comprare la Nike Dunk SB a un prezzo di retail di 300$ e contenute nel box rosa, quello utilizzato da Nike dal 2004 al 2006. 

La NYPD arrestò una ventina di persone, tra i quali i teppisti del Lower East Side, appostati agli angoli delle strade pronti a rapinare i fortunati che erano riusciti ad ottenere le Pigeon, fatti uscire preventivamente dal retro del negozio e scortati dalla polizia verso taxi e mezzi pubblici.

Il momento che scolpisce la notorietà delle Dunk portandole verso un riconoscimento mainstream è però il 23 febbraio 2005, il giorno seguente al drop. Il New York Post titolò in prima pagina “Sneaker frenzy”, riconoscendo al fenomeno generato dalle Pigeon una forza e una rilevanza mai attribuita a nessuna sneaker. A pagina 7 del quotidiano Rachel Sklar e Leonard Greene riportarono un approfondimento sulla questione, insieme alle prime dichiarazioni di Nico Reyes, store manager di Reed, insieme a uno schema in cui era indicato come su Ebay le Pigeon avessero già raggiunto una quotazione superiore ai 1000$. La vicenda scosse Nike, soprattutto perché fuori dal negozio furono trovati coltelli, machete e mazze da baseball. Alcuni pensarono che tutto era stato orchestrato fin dal principio da Jeff, una tesi riportata nei giorni successivi sempre dal New York Post.

Da quel momento l’interesse frenetico per le sneaker aumentò, così come il mercato del resell e quello della contraffazione, prima d’ora non necessario per ottenere quel tipo di modelli. I prezzi ora sono schizzati alle stelle rispetto ai quei mille euro necessari per ricomprarle appena 24 ore dopo il lancio ufficiale. Se dovessi, per esempio, acquistare la size 9.5 US su StockX, oggi dovrei sborsare 21700€, un' immagine che dimostra ciò che la Pigeon è stata e come rappresenti uno spartiacque di un cambiamento nel modo di intendere, produrre e acquistare le sneaker. Dalle Pigeon di Jeff Staple partì anche un fenomeno culturale che coinvolse arte e musica in modo sempre più interdipendente. I Have Pop, artista e designer olandese, nel giugno del 2005 realizzò una serie di opere di guerrilla fuori da alcuni negozi di sneaker come Undefeated, Solebox o DQM, mentre Dave White rivisitò in chiave espressionista le Dunk SB di Nike.

Le Piccione tornò sulle Dunk SB nelle “What the Dunk” del 2007, la sneaker mash-up nata per festeggiare i 5 anni della linea Dunk SB. Nel 2017 vennero rilasciate nella versione black, che ha fatto rivivere l’hype generato a Manhattan il 22 febbraio 2005, tornato anche a inizio 2019, grazie alla versione "Panda Pigeon", con tomaia bianca e nera e dettagli verdi sulla linguetta e nel tallone. In Italia Staple Pigeon è distribuita da Nitro Distribution che ha recentemente presentato una nuova collabo con Coca Cola. 

A 14 anni di distanza il progetto di Jeff Staple è riconosciuto come la genesi di un percorso che ha portato gli sneakerhead in prima TV e alla diffusione di un vocabolario fino ad ora sconosciuto, del quale fanno parte termini come "sneaker" e "resell".