Vedi tutti

L'anno della moda d'archivio

L'eterno ritorno dei trend

L'anno della moda d'archivio L'eterno ritorno dei trend

Il vero trend del 2018? L’archival fashion, ossia quando un brand scava nei propri archivi, sceglie qualche pezzo “giusto” da far riemergere dal passato e lo presenta nelle nuove collezioni. È una sorta di evoluzione del vecchio modo di dire secondo il quale la moda è ciclica e tende a riproporre sempre le stesse cose: "l'eterno ritorno dei trend".

Negli ultimi mesi, lo hanno fatto tutti. Gap ha lanciato l'Archive Reissue - Logo Remix collection, proponendo al pubblico alcune delle sue creazioni più iconiche degli anni ’90, così come è successo a Helmut Lang  con la Re-Edition collection o a Ralph Lauren che ha reintrodotto la linea sportiva Polo Hi TechCalvin Klein si ispira alle pubblicità vintage di Calvin Klein JeansFendi è tornata alla logo maniaPrada ha usato le sue stampe più famose nelle ultime proposte per l’estate, mentre da Dior è ritornata la Saddle Bag.

Uno step ulteriore è quello di Donatella Versace che deciso di omaggiare il lavoro del fratello Gianni invadendoci con stampe d’archivio di Andy Warhol e Marilyn Monroe, motivi animalier o antica Grecia e introducendo una vera e propria tribute collection.

I designer sono diventati così pigri e privi di creatività da non avere altra soluzione se non guardare al passato? Non proprio. Molto più semplicemente hanno capito che tornare indietro attingendo al proprio heritage è un modo vincente per attirare compratori. Facendo leva sull’effetto nostalgia per alcuni, ma, soprattutto, romanticizzando il passato e offrendo su un vassoio il "meglio del design" di un marchio per la Gen Z e il gruppo di millenial che potrebbe non avere familiarità, se non virtuale, con quei capi. E quale periodo “saccheggiare” ora se non gli anni ’90? L’era di Beverly Hills 90210 e Take That è al centro dell’hype di media e fashionistas, come dimostrano il ritorno in auge di brand di successo in quel decennio (da Fila a Fiorucci) e l’ultima collezione disegnata da Christopher Bailey per Burberry, che ha riempito il suo show d’addio con grafiche e pezzi del passato come un cardigan a righe del 1986 e maglioni con lo stemma Burberry del 1991. Se mal usato, l’Archival Fashion può, però, rischiare di diluire l'intento originale, l'importanza e il contesto del primo lavoro; ma, invece, se ben interpretato, può sottolineare l'eredità di un marchio e può rafforzare la sua connessione con i consumatori, sottolineando la capacità di durata nel tempo e la sua iconicità…insomma è un’arma a doppio taglio.