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Il viaggio nello spazio secondo Louis Vuitton

Per la SS19 il Louvre si è trasformato in una navicella spaziale

Il viaggio nello spazio secondo Louis Vuitton  Per la SS19 il Louvre si è trasformato in una navicella spaziale

Ieri sera si è conclusa la Paris Fashion Week e ci ha pensato Nicholas Ghesquière  con Louis Vuitton a farlo in grande stile. La maison francese ha dato vita ad un momento alla Beyoncé & Jay-Z, invitando gli ospiti all’interno del Museo del Louvre, trasformato per l’occasione in una passerella trasparente e futuristica, con al centro una piscina.

Come per Demna da Balenciaga, questa stagione il tema del futuro sembra essere molto caro ai designer. Ghesquière ha raccontato che per questa collezione ha voluto esplorare il rapporto tra la realtà virtuale che viviamo tutti i giorni sui social media e la vita reale. Questo contrasto è stato declinato attraverso silhouette di ispirazione anni Ottanta abbinate a capi in plastica modellata, maniche da tuta spaziale, stampe del Memphis Group, il tutto nella cornice quasi anacronistica del Louvre, in versione futuristica.

Lo show si è aperto con una giacca che non può non ricordarvi la Self Drying Jacket usata da Marty McFly nel secondo capitolo della saga di Back to the Future: le maniche ampie, tipiche di una tuta spaziale, sono lavorate in modo da risultare molto leggere, e diventano un tema ricorrente all’interno della collezione.

Le grafiche dai colori pastello accesi decoravano mini abiti (le lunghezze di gonne e pantaloni superavano raramente il ginocchio), shorts ultra femminili, T-shirt lunghe abbinate a cargo pants rosa, abiti monospalla e asimettrici. Non sono mancati i capi più sartoriali, vero marchio di fabbrica di Louis Vuitton, come blazer dalla spalle accentuate (80s vibes di nuovo), pantaloni gessati, e dolcevita bianchi portati sotto a candide giacche. Ghesquière ha giocato molto sul tema del gender-fluid, portando in passerella modelle androgine e molto esili, che indossavano abiti appartenenti al guardaroba maschile. Dopo un paio di cappotti dalle spalle arrotondate in pelle, è arrivato il turno di veri e propri abiti scultura, con strutture che ricordavano quasi una gabbia ultra moderna, all’apparenza molto comoda.

Una menzione particolare la meritano senza dubbio agli accessori. Stivaletti a punta in coccodrillo o rettile con fibbie laterali o stringati, cinture che sembravano quasi un filo di acciaio ad illuminare e spezzare la silhouette, borse rotonde ispirate alla forma delle capsule spaziali, sempre nelle pelle più pregiate, mini borse a forma di uovo con stampa monogramm all-over.

Ma sono soprattutto i copricapi ad aver colpito maggiormente, specialmente i fan di The Handmaid’s Tale. Piatti, che scendono ad incorniciare il volto per poi allungarsi sul collo (quasi come quelli da safari), ma rigidi, una sorta di rivisitazione delle cuffie indossate da Offred e socie.

Nicholas Ghesquière ha realizzato qualcosa di innovativo, nuovo e contemporaneo, senza rimanere troppo legato alle sue collezioni precedenti e senza guardare troppo al lavoro degli altri designer, ma lasciandosi guidare dalle sue passioni e dal suo istinto. La sfilata di LV rientra senza dubbio nella lista di show più interessanti visti in questo mese di Fashion Week, per lo meno per il semplice fatto di aver proposto qualcosa di veramente diverso.