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Balenciaga ci porta nel futuro

Con uno show che è avanguardia pura

Balenciaga ci porta nel futuro  Con uno show che è avanguardia pura

La domenica mattina della Paris Fashion Week è stata ravvivata dalla futuristica sfilata SS19 di Balenciaga, uno show avveniristico nato dalla mente di Demna Gvasalia.

A partire dalla location, la sfilata si prospettava molto interessante. La passerella, infatti, era sostanzialmente una installazione artistica creata dal canadese Jon Rafman: i modelli sfilavano in una sorta di tunnel ricoperto di schermi, su cui si alternavano immagini di fuoco, pioggia, spazio, schermate Windows, prima di passare a sfumature più scure. Rafman esplora nel suo lavoro l’impatto che la tecnologia ha sulle nostre vite e sulla società e, a giudicare da queste immagini e dalla colonna sonora dello show, una techno industriale, il risultato sembra parecchio negativo. 

Nonostante il setting potesse rubare la scena, la collezione non è passata in secondo piano, anzi. Demna è riuscito a non rimanere intrappolato in quella che è la sua definizione classica di designer di capi streetwear – dobbiamo a lui l’ossessione per le Dad Sneakers, hoodies e tracksuits – creando capi più adulti e ragionati, ma non per questo meno adatti al suo giovanissimo pubblico. Come ha dichiarato lo stesso Gvasalia, la collezione SS19 ruotava intorno al concetto di neo-tailoring, nuova sartorialità: le giovani generazioni di solito preferiscono tute e sneakers a capi sartoriali, ma era proprio questa la sfida, rendere i completi comodi e portabili quanto delle tracksuit. Per un brand in crescita più di Gucci, l’action plan è creare item, non solo accessori, veramente portabili, quindi acquistabili.

Il neo-tailoring di Demna si è tradotto in silhouette di ispirazione anni 80, con grandi spallone e vita strettissima, rivisitazione della sua C-Line. La sfilata si è aperta con cappotti fino al ginocchio dalle spalle squadrate e appuntite, in tessuti e colori diversi, mentre l’uomo portava blazer “quadrati” abbinati a pantaloni sartoriali, appunto. Successivamente la silhouette si è “ingentilita”, con camicie oversized portate con il colletto aperto e tirato su, portate con gonna con volant. Dopo una rivisitazione del concetto di collo alto, attraverso lunghi abiti aderenti con spacco laterale, miniabiti stampati, ampi abiti che diventano quasi delle mantelle e tute fluide chiuse in vita da un nodo, si è passati alla sezione no-shoulder. La giacca diventa un tutt'uno con la camicia, diventando quasi una divisa da portare con pantaloni abbinati, sia per uomo che per donna in sfumature che vanno dal nero e dal gessato, al rosso e il grigio. Le ultime quattro uscite, infine, sarebbero state degne di una sfilata di Haute Couture: Demna rivisita in toto il concetto di lavorazione del tessuto, portando in passerella abiti che sono costituti da lembi di tessuto avvolti intorno al corpo delle modelle, come l’abito rosso realizzato con 4 metri di seta, messi insieme per risultare una camicia e una lunga gonna.

Per questa collezione, Demna ha giocato in modo più sottile con il logo, che in precedenza era stato invece al centro delle sue creazioni, rendendolo uno dei motivi del suo successo. La scritta Balenciaga Paris, in font diversi, tra cui l’ultra uncool Comic Sans, ricopre abiti femminili con spalline, camicie da uomo colorate portate con skinny di pelle, abiti destrutturati e abiti scultura, mentre il classico logo appare su semplici T-shirt colorate o ricopre top aderenti da portare sotto la giacca, a cui si aggiunge la stampa con la Torre Eiffel su cappotti e vestitini. 

Anche gli accessori non hanno deluso. Boots second skin fino alla coscia con punta quadrata, pochette a trapezio in pelle con logo, stiletto a punta con cinturini, che andavano a decorare anche le borse più grandi, mentre per l’uomo ci sono semplici stringate nere in pelle e cowboy boots. Demna, nella sua evoluzione in designer di moda "adulta", non ha portato in passerella nessuna sneaker. 

Il casting scelto per la sfilata riflette il tipo di pubblico a cui vuole rivolgersi Demna, dai millenials ai baby-boomers. Gvasalia è riuscito a superare il concetto di sportswear (cosa non semplice, vedi il caso Off-White), o comunque riuscendo ad interpretarlo in un modo nuovo e diverso, andando a creare una collezione glamour, elegante ma portabile, destinata ad essere fotografata per le strade di tutto il mondo.