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Perché Marine Serre è la designer da tenere d'occhio alla Paris Fashion Week

La designer che unisce sportswear e haute couture

Perché Marine Serre è la designer da tenere d'occhio alla Paris Fashion Week  La designer che unisce sportswear e haute couture

Dopo New York, Londra e Milano, tocca ora a Parigi mostrarci quelli che saranno i trend del prossimo autunno-inverno. Dal 25 febbraio fino al 5 marzo sulle passerelle più prestigiose si alterneranno oltre 70 brand: da l’enfant prodige Jacquemus che presenterà le sue ultime creazioni il primo giorno, a Lanvin che tornerà mercoledì sotto la nuova direzione creativa di Bruno Sialelli, da Christian Dior e Saint Laurent che si contenderanno l’attenzione il 26 febbraio a Hedi Slimane che il primo marzo mostrerà la sua seconda collezione per Celine. Gli occhi del mondo saranno, però, inevitabilmente puntati su Chanel e su Virginie Viard che, dopo la morte di Karl Lagerfeld, ne eredità il ruolo alle redini della leggendaria maison. A Parigi però non parteciperanno solo grandi nomi ma anche tanti talenti emergenti come il brand britannico Rokh, finalista del premio LVMH guidato dal sud-coreano Rok Hwang, braccio destro per tre anni di Phoebe Philo ai tempi di Celine, o Marine Serre, designer che, stagione dopo stagione, sta conquistando sempre più successo e la nostra attenzione.

Marine Serre è una giovane stilista francese di 26 anni che con la sua linea omonima ha generato grande interesse tra addetti ai lavori, buyer e magazine, tutto dopo una sola sfilata. Serre racconta di aver sempre avuto uno stile esagerato, creato grazie ai capi che rubava dall’armadio di mamma, papà e nonna; passava inoltre i pomeriggi alla ricerca di pezzi unici nei negozi vintage e dell’usato. L’interesse assoluto per la moda è stato coronato dai cinque anni di studio presso la Cambre Mode (S) di Bruxelles, che ha permesso a Serre di conoscere da vicino l’industria della moda e il mondo dell’artigianato lavorando come stagista da McQueen, Margiela, Dior e Balenciaga.

La vera svolta arriva con la collezione disegnata al quinto anno di studi, intitolata Radical call for love FW17. I 13 look proposti evidenziano fin da subito la forte personalità della designer, e testimoniano un’estetica precisa e assolutamente unica, fatto raro per una collezione di debutto. Memore delle sue esperienze, quello che Marine Serre fa è far incontrare l’alta moda con l’abbigliamento sportivo, mixando lussuosi abiti arabi del 1800 con un’estetica sportswear quasi futuristica. Le grandi gonne in seta, i lunghi abiti patchwork e le giacche con maxi volant convivono perfettamente con bodysuit in lycra, fasce per capelli e maglie in tessuto tecnico. Fa il suo ingresso nell’immaginario di Serre il simbolo della luna crescente, forse ispirato all’iconografia musulmana, all’astrologia o semplicemente al simbolo del ‘sleep mode’ dell’iPhone: la luna va a decorare le fasce, i bodysuit, le long sleeve e anche gli stivaletti e diventa il vero e proprio logo del brand. La collezione viene selezionata come finalista per diversi premi, facendo vincere a Serre il prestigioso LVMH Prize nel giugno del 2017. 

La decisione di fondare la propria linea è arrivata in modo naturale, senza fare troppi programmi. La prima collezione era piaciuta così tanto che Marine Serre ha dovuto registrare il proprio marchio per poter vendere i capi, e tutto ha preso forma in questo modo. Per la collezione FW18 Serre ha le idee molto chiare, la sua missione è quella di abbattere le barriere tra ready-to-wear, haute couture, sartoria e sportswear. Nello show di Parigi sfilano capi pienamente street come biking shorts e wrap around sunglasses rivisitati in chiave futuristica: su bodysuit (che coprono anche il volto) e top, accanto alla mezza luna, fa il suo ingresso la scritta FutureWear. Utilitarismo e alta moda si incontrano in modo inedito. Le giacche safari piene di tasche per la massima praticità convivono con abiti in seta e velluto. Le creazioni di Marine Serre sono degli ibridi: gonne svolazzanti ispirate ai foulard sono abbinate a body logati in lycra, reggiseni di seta applicati sopra a dolcevita in tessuto tecnico, il confine tra sport ed alta moda è azzerato. L’interesse per la moda di seconda mano e la preoccupazione per l’impatto ambientale dell’industria si traducono negli abiti realizzati cucendo insieme sciarpe riciclate, per ridurre al minimo gli sprechi. I foulard diventano dei veri e propri accessori, legati ai grandi orecchini di cristallo. La gamma dei materiali utilizzati è ampia, oltre alla lycra e alla seta Marine non ha paura di giocare con velluto, denim, plastica e pelle: anche i materiali più preziosi sono utilizzati in silhouette giovani e fresche.

Secondo le parole della stessa Marine Serre, i suoi capi non dovrebbero essere identificati come sportswear puro, perché al momento della creazione si guarda tanto al futuro quanto al passato. Per lei il futuro si rispecchia semplicemente nella domanda ‘Di che cosa avrò bisogno domani?’, ma allo stesso tempo si interroga su processi produttivi che rispettino l’ambiente. Un mix inedito e quanto mai rilevante, che sicuramente piacerà ad un pubblico sempre più giovane, che segue ormai con lo stesso interesse alta moda e sportswear. 

Il suo ultimo progetto, la campagna pubblicitaria per la collezione SS19, ha stupito il web per l’interessante contrapposizione tra falso e autentico, ottenuta grazie ad una grafica che mixava vividi colori e dettagli realizzati in post-produzione, modelli in pose drammatiche dal sapore anni '90 e l’inconfondibile stile di Serre. Ora gli occhi sono tutti puntati sulla sfilata che la designer presenterà martedì 26 febbraio alle 10.30. Stay tuned!