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Scoprendo Kim Jones

Sette cose da sapere sull'uomo che ha definito l'estetica maschile contemporanea

Scoprendo Kim Jones Sette cose da sapere sull'uomo che ha definito l'estetica maschile contemporanea

Dal 1997 quando Marc Jacobs ne ha preso la direzione artistica, Louis Vuitton è entrato in un vortice di reinvenzione del marchio diventando il brand di lusso più valutato al mondo, con un fatturato di 24.9 milioni di dollari. L’ondata innovativa che lo ha contraddistinto nelle ultime decadi non si è fermata nemmeno nel nuovo millennio, portando nel 2011 alla scelta dell’enfant prodige britannico Kim Jones come sua nuova mente creativa per la divisione Men’s Ready-to-Wear.

Considerato uno dei padri fondatori dello stile working mid class, Kim Jones si  laurea alla Saint Martin nel 2002 con una collezione ispirata dal mix tra club e sportswear - con  tessuti eleganti abbinati ad elementi casual-  e da allora non ha smesso di ridefinire l'estetica dell’uomo moderno fino a diventare la mente creativa di una delle maggiori aree in crescita nel mondo della moda. Sposando l’ethos del colosso francese con tagli innovativi e nuove visioni. 

“It's something I could never not think of doing (...) I can only be in the office for about two weeks. Then I need to go and do something else. It's just that I need to see things.”

#1 Kim Jones passa l’infanzia tra Etiopia, Kenya, Tanzania e i Caraibi inseguendo i genitori nei loro viaggi di lavoro. L’esperienza si dimostra estremamente formante e diventa fonte d'ispirazione in un nostalgico cameo nel 2012 con la sua collezione di debutto ispirata all’Africa e al fotografo Peter Beard.


#2 Dieci anni fa nessuno avrebbe pensato che Kim Jones potesse mai diventare il direttore creativo di un mostro sacro come Louis Vuitton e non perché mancasse di talento bensì per la sua tendenza a trasformare tagli tradizionali in elementi streetwear e per la sua dedizione al casual clothing ben prima diventasse tendenza. Il gioco a somma zero giocato da Vuitton si è dimostrato vincente sin da subito, portando nel 2017 a una partnership destinata ad entrare negli annali della sartoria sovversiva con Louis Vuitton x Supreme.

#3 John Galliano ha acquistato per sé  metà della sua collezione di diploma alla Central Saint Martin.

#4 A dispetto di molti giovani stilisti che preferiscono farsi un nome con collezioni proprie, Kim Jones non solo fonda la sua etichetta (raccogliendo enorme successo specialmente in Giappone) ma si concentra sulla collaborazione con marchi già istituzionali da TopShop ad Alexander McQueen fino a Umbro e Pastelle (un brand di proprietà di Kanye West).


#5 Negli anni di graphic design a Brighton, Kim Jones è fedele seguace della scena hardcore-punk che abbandona una volta trasferitosi a Londra in favore dell’ambiente dei club ad Hoxton che omaggia nel 2004 con la sua collezione Subtle Rave.

#6 Nel 2008 stupisce il fashion system con una collaborazione con Dunhill, colosso inglese della pelletteria di alto livello che nel 2009 gli fa vincere il premio come Menswear Designer dell’anno del British Fashion Council's menswear designer of 2009. 


#7 La sua partnership con Louis Vuitton viene annunciate nel 2011 e il mix della sua immaginazione con il mercato del lusso gli fa vincere per la seconda volta il premio come Menswear Designer Of The Year, per il quale è stato nominato anche quest’anno.