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Hunting Pollution: il murales romano che salverà l'ambiente

Grazie a particolari vernici mangia-smog depurerà l'aria della città quanto un bosco di trenta alberi

Hunting Pollution: il murales romano che salverà l'ambiente Grazie a particolari vernici mangia-smog depurerà l'aria della città quanto un bosco di trenta alberi

Se, come diceva Dostoevskij, la bellezza salverà il mondo, la graffiti art salverà i nostri polmoni.

A Roma, infatti, in zona Ostiense, su un palazzo all’incrocio fra Via del Porto Fluviale e Via delle Conce è stato appena inaugurato il più grande murales green d'Europa. Si intitola Hunting Pollution, occupa 1000 mq e rappresenta un airone tricolore alto cinque piani che caccia la sua preda in un mare inquinato, disegnato da Federico Massa, alias “Iena Cruz”, street artist milanese di fama internazionale che da anni affronta i temi dell'inquinamento ambientale, del riscaldamento globale e delle specie in via di estinzione. Il valore dell’opera è fortemente simbolico: l’animale, infatti, non caccia solo la sua preda, ma anche l’inquinamento in uno degli incroci più trafficati e inquinati della capitale grazie all’utilizzo delle eco-pitture.

Veronica De Angelis, a capo della società no-profit Yourban2030 che si occupa di sostenibilità ambientale e arte, ha fornito l'idea del progetto, realizzato con particolari vernici che depureranno l'aria della città quanto un bosco di trenta alberi grazie ad Airlite, una speciale pittura made in Italy a base d’acqua, antibatterica ed antismog, in grado di abbattere i livelli di ossidi d'azoto emessi dalle auto. Questa tecnologia sfrutta l’energia della luce che agisce in modo molto simile a quello della fotosintesi clorofilliana nelle piante, generando una reazione attraverso la quale vengono catturati e distrutti gli agenti inquinanti, tanto che dodici metri quadrati dipinti con Airlite possono assorbire le sostanze nocive prodotte da un'auto in un giorno. Roma, così, diventa la capitale della street art rigenerativa, candidandosi ad assumere un ruolo leader tra le capitali europee nell’abbattimento degli ossidi di azoto, i gas più velenosi tra quelli emessi dal traffico cittadino. Resta una domanda: perché non utilizzare pitture mangia-smog, non solo per progetti artistici, ma anche per l’edilizia? Dovrebbe essere questo il futuro delle nostre città, se è vero che, secondo i dati del 2018 dell’OMS, 9 persone su 10 sono esposte a livelli d’inquinamento dell’aria pericolosi per la salute, responsabili ogni anno di milioni di morti premature.